Maia

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Mi risveglio nella solita stanza buia, accolta, come d'abitudine, dall'odore di chiuso.

Non so da quanto tempo la donna mi stia trattenendo qui, forse ore, forse giorni, forse settimane.
Mi alzo dal giaciglio di paglia e stracci su cui dormo, per poi perlustrare la stanza con lo sguardo, cercando una via d'uscita che, purtroppo, non esiste.

Nei primi momenti che ho passato nella stanza, ho tentato di Materializzarmi a casa di Megan e Albus, e a New York, fallendo miseramente. Poi ho iniziato a perlustrare la stanza con lo sguardo, alzandomi e cercando una via d'uscita.

Lo stanzino è composto da quattro pareti di un materiale simile al cemento. La porta dalla quale l'esserino basso e brutto (che ho scoperto essere un elfo domestico) mi passa i viveri, si trova nella parete di fronte alla sedia. A destra di quella parete c'è una porticina, che porta a uno sgabuzzino contente un water. Di fronte alla parete del bagno, c'è quella con la finestra, che è serrata da un pezzo di compensato. Riesco a capire quando è giorno o notte grazie a un buchetto che ho ritagliato nel legno. Infine, c'è la parete alle mie spalle, vicino alla quale c'è il mio giaciglio.
In mezzo alla stanza c'è la sedia di ferro alla quale l'elfo mi incatena quando la donna viene a visitarmi.

All'inizio avevo pensato di scappare dalla finestra, grazie alle mie dimensioni piccole, poi, scavando nel legno con il coltello che mi viene dato insieme al pranzo, mi sono resa conto che l'apertura è ulteriormente serrata da delle sbarre di ferro. Come si suol dire, che sfiga.

In seguito avevo provato a ferire con il coltello l'elfo o la donna ma, ad ogni mia mossa, il primo con le mani, la seconda con la bacchetta, me lo avevano trasformato in un fiore o in una piuma, facendomi saltare, per punizione, il pasto.

Avevo anche tentato di impietosire l'elfo, supplicandolo di aiutarmi e piangendo, ma lui non aveva fatto niente. Anzi, spaventato, era corso via.

Il mio cervello pensa costantemente a come uscire dallo stanzino.
So che mia mamma e il resto della famiglia mi stanno cercando, ma l'Inghilterra è grande. A dire il vero, non credo di essere in Gran Bretagna.
La notte sento un forte vento soffiare e l'elfo mi continua a ripetere di stare ben calda. Una volta, dalla finestra, ho visto della neve scendere.
Credo di essere nel Nord-Est Europa.

-Signorina, è al caldo?-
La vocina dell'elfo mi riscuote dai miei pensieri.

-No, Willy. Riesci a portarmi altre due coperte, per favore?-
Chiedo, mentre un'idea inizia a formarsi nella mia mente.

Sento dei passi strascicati allontanarsi e capisco che ho poco tempo per mettere in atto il mio piano. Mi nascondo di fianco all'ingresso, con una coperta in mano.
Appena la porta si apre, rivelando l'esserino schiacciato dal peso di due plaid, gli salto addosso, catturandolo con la trapunta.

So di essere riuscita a fermarlo per pochi secondi, quindi mi precipito subito fuori dallo stanzino, correndo per un corridoio. Alla fine di esso ci sono due porte e delle scale che conducono al piano di sotto. D'istinto, percorro le scale, visto che dalle finestre che ho superato mi sembra di stare al secondo piano di un complesso d'uffici.

Scendo per due rampe, quando davanti ai miei occhi compare la porta con scritto "Uscita d'emergenza"

Sento l'eccitazione salire, sono quasi libera, quando qualcuno grida alle mie spalle: -Stupeficium!- e il buio invade il mio campo visivo.

Vengo risvegliata dal discutere di un uomo e di una donna. Sentendo che stanno parlando di me, faccio finta di essere ancora svenuta.

-Dobbiamo farlo adesso! C'è la possibilità che scappi di nuovo!-
Insiste a dire la donna, che è senza dubbio quella che mi ha rapito.

-Mancano ancora sette ore e quarantacinque minuti prima che compia i sedici anni. Cosa ti costa aspettare? Pensi davvero che, ora che sono così vicino a far risorgere il Signore Oscuro, mi farò scappare di mano quest'importante occasione?-
Domanda l'uomo, che riconosco dalla voce come quello che mi ha fatta svenire.

-Una dei nostri è scomparsa. Quella nuova, che si è unita a noi solo un'anno fa. Ha preso un permesso per assentarsi un paio di giorni, visto che sua madre era morta, ma è via da una settimana. Ho mandato Williams e Philps a cercarla, ma non l'hanno ancora trovata. Abbiamo fatto delle ricerche su di lei, ma a quanto pare ci ha mentito fin dall'inizio. Temo che fosse un Auror. É per questo che dobbiamo affrettarci.-
Dice velocemente la donna.

Sento uno schiocco, come se l'uomo avesse colpito la donna con uno schiaffo.

-Sei una stupida, Gamp! Perchè non me l'hai detto prima? Qual era il nome della recluta? Sapeva qualcosa d'importante?-
Sussurra l'uomo, sembrando molto arrabbiato.

-Si chiamava Delilah Wallace, di origini scozzesi. Ha detto di aver frequentato Hogwarts tra il 2015 e il 2021. Viveva ad Edinburgo, insieme alla madre. Era figlia unica, il padre era un Mangiamorte morto nella Seconda Guerra Magica. Non ci ha dato altre informazioni e tutto quello che ci ha detto è risultato vero, grazie alle nostre investigazioni. Non riesco a capire come abbia fatto ad infiltrarsi e a mentire così facilmente.-
Dice Gamp, con un tono di scuse.

-Almeno una descrizione fisica l'abbiamo? Usava la Pozione Polisucco?-

-No, non la usava. Era alta e bionda, sulla trentina, occhi azzurro/grigiastri, sempre rispettosa delle regole. Ha fatto solo una missione, quella per uccidere il Capo dell'Ufficio Misteri che, stranamente, è fallita miseramente.-

-Sapeva qualcosa d'importante?-
Domanda di nuovo l'uomo.

-No, tralasciando la maggior parte delle nostre basi.-

-Quindi era a conoscenza anche di questa?-

-Sì, è qui che è stata vista l'ultima volta.-

-Quindi, tu mi stai dicendo che una ragazza, probabilmente Auror, si è infiltrata tra lo nostre fila e non solo conosce la maggior parte delle nostre basi, ma anche il luogo in cui è situata la nostra vittima?!-
Grida l'uomo ed io, visto che la curiosità mi sta rodendo le budella, socchiudo un occhio, in tempo per vedere un lampo rosso partire dalla sua bacchetta.

Gamp si lascia cadere a terra, gridando e torcendosi come se fosse sottoposta a una delle torture più orribili al mondo.

-Mi dispiace, signore, farò in modo che non succeda più!-
Grida, piangendo.

-Bene. Alzati e preparati, ce ne andiamo prima che qualcuno arriv...-

Ma l'uomo viene interrotto da dei rumori di qualcuno che sta combattendo.

-Dov' Maia? Dov'è mia figlia?-
Strilla qualcuno in lontananza, che riconosco essere mia madre.

-A quanto pare mi hanno trovata in fretta.-
Dico, aprendo gli occhi di scatto e ghignando.

OMG, I have a baby!Where stories live. Discover now