Capitolo 20

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Margherita era stata riportata a casa. Marco restò accanto a lei tutto il tempo possibile. L'aveva distesa sul letto ed egli accanto a lei l'abbracciava, l'accarezzava, la baciava. Maria Luce e Mattia andarono a darle l'ultimo saluto e per cercare di dar forza a Marco.

"Dov'è?" Chiese la donna.

"È in camera da letto, non....non mi andava di metterla nella bara.....almeno non ancora per un pò." 

"Di qualsiasi cosa tu abbia bisogno...." Disse Mattia.

"Grazie, ma....ma per adesso sto bene così. Emh posso offrirvi qualcosa? Un caffè magari."

"Il caffè va benissimo, grazie."

"Povera ragazza, era così giovane." Disse Maria Luce in lacrime.

"Lo so amore, ma adesso sta bene, ha finito di soffrire."

"Azzurra non è un'assassina, se ha voluto operare è stato solo per...."

"Shhh lo so, lo so."

"Lei mi odia e ha ragione, se avessi parlato prima..."

"No, non ti odia, e non è colpa di nessuno, adesso basta parlarne, su, calmati. Non ti fa bene agitarti nelle tue condizioni."

Azzurra aveva chiesto ospitalità ad Agata, la sua amica parrucchiera, amica anche di Margherita e di Marco. Le aveva raccontato ogni cosa e per la prima volta aveva trovato qualcuno che non la criticasse per l'accaduto. Agata l'aveva ascoltata e le aveva donato la sua più sincera comprensione. Erano passati quattro giorni dalla morte di Margherita, da quando aveva lasciato Luca, da quando non vedeva il suo Marco. 

"Ho sentito che oggi ci sarà la veglia." Disse Agata.

"Io non verrò." Rispose Azzurra.

"Ma Azzurra, Margherita era tua amica."

"Marco non vuole vedermi, credi che mi farebbe entrare? Verrò domani al funerale."

Salì in macchina e vagò per ore, aveva bisogno di schiarirsi le idee. Si fermò ancora una volta fuori dalla stazione e fece luce sui suoi veri sentimenti. Adesso sapeva cosa voleva veramente, sapeva che finora aveva vissuto in tal modo solo per compiacere la sua famiglia, da sempre rinomata e stimata dall'intera città. Era arrivato il momento di voltare pagina e ricominciare a vivere, ma questa volta avrebbe seguito il suo cuore. Tornò in macchina e si diresse in ospedale. Aveva addosso gli occhi di tutti i presenti e udiva i pettegolezzi riguardo la sua presenza dopo quanto accaduto. Andò dritta nello studio del direttore; restò in piedi davanti a lui con sguardo deciso.

"Dottoressa Castelli.....cosa ci fa qui?" Chiese.

"Sono venuta a presentarle personalmente le mie dimissioni, da questo momento io non sarò più la dottoressa Castelli, ma semplicemente Azzurra, una donna che ha deciso finalmente di vivere la sua vita."

"Dottoressa lei è ancora molto scossa per l'incidente, la prego si sieda e parliamone con calma."

"No, ho preso la mia decisione e non tornerò indietro."

"Mi sta dicendo che ha intenzione di buttare anni e anni di carriera e di enormi successi?"

"Enormi successi che sono stati subito dimenticati, ebbene sì."

"Io non voglio licenziarla, è vero, ha commesso un grave errore per essere un medico, ma lei è uno dei migliori e credo che la si possa perdonare, in fin dei conti è quello che ha detto anche il signor Alibrandi."

"Come scusi? Marco Alibrandi è venuto a parlare con lei?"

"Subito dopo il decesso della sorella, mi ha pregato di non licenziarla, nè di farle causa. Ripeto, non ne avevo nessuna intenzione, ma egli ha voluto ugualmente accertarsene."

Il tuo cuore ha compreso il mioWhere stories live. Discover now