Capitolo 3

522 11 2
                                    

Al suo rientro a casa, Luca trovò di fronte a sè la visione più bella di tutte: Azzurra era proprio davanti a lui; indossava un lungo abito nero dalla scollatura alquanto eccitante, lungo i fianchi era trasparente, il che permetteva di intravedere le sue sinuose forme. Ella lo aspettava accanto al tavolo ricco delle migliori pietanze.

"Sorpresa!"

"Amore, sei una visione celestiale." Disse baciandola. "E questa romantica cena a lume di candela?"

"La giornata deve concludersi in bellezza."

"Vedo che manca qualcosa in quel tavolo, magari un bel mazzo di rose?" Suggerì porgendole il mazzo che finora aveva tenuto dietro la schiena.

"Ora è tutto perfetto, mangiamo."

"E se rimandassimo la cena giusto di qualche oretta? Non ho molto appetito, bisogna far sì che mi venga." 

"Credo di sapere in quale stanza possa venirti l'appetito."

E in un batter d'occhio erano in camera da letto. Le mani di Luca andarono dritte sul collo dell'amata e, mentre la riempiva di piccoli baci, le abbassava la cerniera. Azzurra appoggiò la testa sulla sua spalla e gemendo di piacere la chinò all'indietro.  Ora era completamente svestita, Luca la prese in braccio e la distese sul letto. Si sfilò la maglietta e si insinuò tra le sue gambe. La riposta di Azzurra fu quella di inarcare i fianchi andandogli incontro; con le mani gli accarezzò la schiena e scese giù, sempre più giù arrivando a slacciargli i pantaloni e ad intravedere la sua eccitazione. Lui affiorò dentro di lei quasi come un toro scatenato; sotto di lui Azzurra gemeva sempre di più e questa volta fu lei la prima a lasciarsi andare emettendo un grido.

L'indomani mattina la sveglia non suonò alle 05:30. Era venerdì, il giorno libero di Azzurra, e in quello stesso giorno poteva permettersi di saltare pure la sua corsa. Luca era già andato via e aveva deciso di non svegliarla. Sul cuscino trovò un  suo biglietto: 

"Buongiorno amore, stavi dormendo così beatamente che non ho voluto svegliarti. Oggi passo a ritirare la macchina per cui puoi riprendere ad usare la tua. Grazie ancora per avermela prestata. Ti amo. Ps. Ho un pò di tempo libero verso le 11:00, perchè non ci vediamo per un caffè all'Alternativa? Così vediamo com'è la nuova gestione."

Tra una faccenda e l'altra la mattinata volò. Erano quasi le 11 quando Azzurra entrò nel bar.

"Ma che bella sorpresa!" Disse qualcuno.

Si trattava del giovane che nei giorni trascorsi si era seduto accanto a lei sull'autobus. 

"Il mondo è davvero piccolo. Così è lei il nuovo gestore." Rispose.

"Esattamente. Cosa posso servirle?" Chiese gentilmente.

"Sto aspettando una persona."

"Bene. Nell'attesa posso chiederle di farmi da cavia? Questo è un nuovo cocktail che ho inventato personalmente e vorrei un suo parere. Le andrebbe di aiutarmi?"

"Se proprio devo."

"Grazie. Le chiedo ancora un attimo di pazienza, ci vuole una fettina d'arancia. Ahi!" 

Nell'affettare l'arancia si tagliò.

"Accidenti!"

"Poteva usare un coltello più piccolo e meno affilato." 

"Era l'unico nei paraggi e poi non volevo farla aspettare."

"Su mi faccia vedere." Disse usando un tono gentile.

"Non è niente, è solo un graffio."

"Sono un medico e mia dia retta, non è solo un graffio, con quel coltello poi! Su mi faccia vedere."

Il ragazzo porse la mano ad Azzurra. Quest'ultima la prese delicatamente e ne scrutò il taglio.

"Avevo ragione, non è solo un graffio, è piuttosto profonda. Prenda delle asciugamani pulite, ago, filo e delle bende."

"D'accordo, ma prima aspetti, metto il cartello con scritto "chiuso", così non entrerà nessuno."

Nel frattempo Azzurra ricevette un messaggio da parte di Luca:

"Amore perdonami, ho avuto un contrattempo e non posso muovermi, ci vediamo stasera a casa."

"Allora, cominciamo. Mi dia la mano e cerchi di stare fermo, sentirà un pò di dolore."

Ella senza rendersene conto medicò quella mano il più delicatamente possibile, quasi la sfiorava appena. Sperava che il giovane non sentisse alcun dolore. Spesso alzava lo sguardo, le veniva d'istinto farlo e ogni qual volta incrociava i suoi occhi azzurri. Era davvero bello visto così da vicino, pensò. Non aveva mai notato i lineamenti ben definiti del suo viso, i suoi occhi; aveva la barba, ma dovette ammettere a se stessa che gli stava bene, gli conferiva quell'aria da uomo protettore. 

"Chi l'avrebbe mai detto che per attirare la sua attenzione avrei dovuto ferirmi?"

Ancora una volta i loro occhi si erano incrociati: verde smeraldo vs azzurro mare.

"Io spero di non averle fatto troppo male." Disse fasciandogli la ferita.

"No, è stata meravigliosa. Ora mi permetta di ricambiare il favore? Cosa posso offrirle da bere?"

"Non doveva farmi assaggiare il suo nuovo cocktail?"

"Va bene senza arancia?"

"Direi di sì." Disse ridendo di gusto.

"Ecco a lei."

"Grazie."

"Devo togliere il cartello,  altrimenti la persona che stava aspettando penserà che sia chiuso."

"Oh non verrà nessuno."

"Devo toglierlo lo stesso, altrimenti resto senza clienti, non le pare?"

"Sì certo."

"Così lei è un medico."

"Sono un chirurgo per la precisione. Lavoro all'ospedale Santo Spirito."

 "Un chirurgo! Wow, deve avere una grossa responsabilità."

"Sarà meglio che vada adesso. Grazie per il suo cocktail, era davvero buonissimo."

"Grazie a lei per avermi medicato."

"Si ricordi di cambiare e lavare la ferita almeno una volta al giorno."

"Lo farò senz'altro, ma prima posso sapere il nome del mio medico?"

"Azzurra Castelli."

"È stato un piacere Azzurra, io sono Marco Alibrandi."

Marco tese la sua mano verso di lei, che subito ricambiò il gesto stringendogliela. 

Il destino aveva messo Marco sulla strada di Azzurra per la terza volta. Lui aveva manifestato sin da subito il suo interesse per la sconosciuta ragazza, interesse che lei non aveva ancora notato. Il pensiero che dall'uscita del bar aveva invaso la mente della giovane era quello del suo matrimonio, e più precisamente dell'abito: era arrivato il momento di andare a comprarlo. Prese di corsa il telefono e chiamò Maria Luce. Le due si diedero appuntamento proprio davanti al negozio.

"E così ti sei decisa! Direi di cominciare a provare." Urlò l'amica.

"Sono tutti così belli, è difficile decidere da dove cominciare!" 

"L'aiuto io signorina e non si preoccupi, qui abbiamo tutto il tempo del mondo, può provare tutto ciò che più le piace." Disse sorridente una commessa."

Si provò un'infinità di vestiti prima di trovare quello giusto. Era bianco, senza spalline con una leggerissima apertura a V sul petto. Stretto in vita e andava pian piano ad allargarsi lungo i fianchi; sul lato sinistro presentava delle pieghe e sull'intero abito vi erano dei ricami sempre in bianco.

"Allora che te ne sembra?"

"Azzurra non ho parole, sei uno splendore!"












Il tuo cuore ha compreso il mioTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang