Capitolo quarantuno

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'Benvenuto a casa, amore mio'
Harry aprì la porta della sua enorme villa, con un enorme sorriso sulla faccia: stava per iniziare una nuova vita, dove aveva qualcuno ad amarlo, qualcuno con cui dividere quell'enorme letto a baldacchino situato in camera, qualcuno che gli dava il 'buongiorno' alla mattina, che lo baciava in ogni momento possibile e lo coccolava nelle giornate più fredde. E chi meglio di Louis poteva svolgere il ruolo di questo 'qualcuno'? Ovviamente nessuno.
Avevano parlato molto, durante le loro giornate all'ospedale, per decidere cosa sarebbe successo una volta che Louis sarebbe stato dimesso. Harry non voleva che il suo piccolo restasse a Doncaster; tra gli allenamenti e le partite, avrebbe avuto pochissimo tempo per vederlo, inoltre voleva toglierlo da quella scuola piena di idioti e voleva trovarselo a casa, quando tornava, fare la doccia insieme per poi rilassarsi davanti a un buon film. Avevano parlato con i genitori di Louis e avevano concordato che il ragazzo sarebbe andato a vivere con il capitano e, visto che comunque Louis doveva ancora finire la scuola, Harry avrebbe anche pagato un insegnante privato, che gli avrebbe permesso di prendere il diploma. Come potrebbe andare meglio di così?
Prese Louis tra le braccia, a mo' di sposa, e oltrepassò l'ingresso, per poi appoggiarlo nell'enorme salotto, decorato da pezzi di mobilio all'estremo del lusso e della modernità.
'Purtroppo non siamo siamo ancora sposati Haz, ma mi piace stare tra le tue braccia' sorrise a sua volta Louis, per poi lasciargli un dolce bacio sulle labbra, una volta messo i piedi a terra. Si sentiva così felice che di nascosto si dava dei pizzicotti sulla coscia, per assicurarsi ad ogni minuto che non stesse sognando e finalmente la fortuna era dalla sua parte, per una volta nella vita.
'Ora, tutto ciò che è mio, sarà anche tuo, piccolo.' Sussurrò Harry ad un Louis impegnato a fissare un enorme quadro astratto, posto al centro del grande salone, abbracciandolo da dietro.
'Non voglio fare il mantenuto e non voglio usare i tuoi soldi, te lo già detto Haz' sospirò il più piccolo, rigirandosi tra le braccia del riccio, per guardarlo negli occhi; 'troverò un lavoro, così divideremo le spese e non provare a dire che non ti sta bene o cazzate varie, perchè non ho intenzione di oziare tutto il giorno sul divano, trasformandomi in un grasso e puzzolente anziano' Harry alzò gli occhi al cielo: il suo ragazzo non aveva ancora capito che prendeva milioni di dollari al mese? E poi, seriamente, quanto era paranoico? Se rappresentassero ancora le tragedie, tipiche dell'antica Roma, Louis avrebbe un lavoro già assicurato.
'Amore, io voglio solo che tu sia felice. A me piace viziarti e vorrei avere l'onore di essere io quello che ti rende felice.' Sorrise Harry per poi dargli un buffetto sul naso.
Louis, d'altro canto, aveva gli occhi lucidi; nessuno gli aveva mai detto delle simili parole e sentirsele dire da una persona che sia ama, rende il tutto più speciale. Però il più piccolo non voleva davvero vivere sulle spalle del proprio ragazzo: se fosse per lui, accetterebbe di vivere in una cantina, se solo avesse Harry con se'.
Così 'Io sono felice, solo se ci sei tu' sussurrò stringendosi nelle spalle, sembrando un cucciolo di cane indifeso. Harry gli prese la mano e la strinse nella sua, per poi, 'ti va di vedere un film mentre ti coccolo?'
Cambiare discorso era decisamente la cosa migliore e Louis non poteva rifiutare.

CONTINUA..

• Footballer •Where stories live. Discover now