Capitolo trentadue

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Harry arrivò alla centrale di polizia, dieci minuti dopo. I suoi compagni avevano insistito per accompagnarlo, ma Harry aveva preso la sua auto ed era andato da solo, dopo aver comunque ringraziato i compagni per la loro disponibilità. Appena arrivò fuori dalla centrale, Jeremy lo invitò ad entrare in un furgone dove alla guida c'era il fidanzato di quest'ultimo. Era una di quelle macchine grandi e scure, quelle che si vedono in ogni film poliziesco, quando gli agenti si devono spostare per le strade di New York, pronti per un'irruzione. Non erano soli ed Harry lo poté notare dalle cinque macchine, dello stesso colore e delle stesse dimensioni, che seguivano la sua: la situazione era davvero così disperata per far muovere tutti quegli agenti? Harry sperava vivamente di no, anche perché non avrebbe potuto sopportare di perdere Louis: insomma, non aveva ancora avuto la possibilità di abbracciarlo, baciarlo e coccolarlo e poi era fermamente convinto che non sarebbe più riuscito a vivere senza di lui, accanto a se'. E fu in quel momento che il riccio si pentì di non aver rivelato subito la sua identità al ragazzo dagli occhi azzurri, perchè sapeva che sarebbe stato tutto più semplice, che se si fosse svegliato prima, adesso non si trovavano in questa situazione e sapeva inoltre che Louis lo amava, non perchè era l'Harry Styles, capitano del Manchester United, ma perchè era solo Harry Styles, ma aveva avuto bisogno di tutto questo tempo per capirlo.
Ed Harry si stava facendo così tanti complessi mentali, che non si accorse nemmeno che erano arrivati di fronte alla casa, quella casa di cui Stan gli aveva tanto parlato. Il riccio si guardò attorno, ed effettivamente da lì si poteva vedere il bosco, proprio come nella foto e sembrava anche abbastanza simile a quello che per ore ed ore aveva analizzato dallo schermo del suo cellulare, assieme ai compagni.
'Allora ragazzi' Parlò il fidanzato di Jeremy, che si presentò come Fred. Era alto, con dei lunghi capelli biondi che gli toccavano le spalle e che svolazzavano a causa del leggero venticello che lo colpiva in pieno viso. Non era una di quelle bellezze ammalianti, soprattutto se nella mente del riccio c'era costantemente la figura di Louis; ma questo non era il momento adatto per fare simili confronti, anche se Harry stava cercando in tutti i modi di pensare ad altro, prima che la sua mente ritornasse per la millesima volta sul pensiero che quella storia, sarebbe potuta finire nel peggiore dei modi.
'Voglio la squadra A e B a circondare la casa. Quando avremo controllato che è accessibile, la squadra A farà il suo ingresso, mentre la B terrà d'occhio la situazione all'esterno e in caso di pericolo, interverrà, ma non prima del mio ordine. Jeremy e Harry starete qui fuori con la squadra B e se questa dovrà intervenire per aiutarci, voi starete comunque all'esterno dell'edificio. Non vogliamo mettere in pericolo anche voi. Per precauzione vi lascio questi: sono degli apparecchi elettronici molto potenti e che, in caso di aggressione, paralizzeranno il vostro avversario, stendendolo al tappeto. Allora, è tutto chiaro?'
Harry non si perse nemmeno una parola ed annuì, mostrando al capitano di aver capito tutto quello che doveva fare. Si posizionò in un angolo insieme a Jeremy, girandosi nelle mani ormai tremanti l'apparecchio elettromagnetico che gli avevano dato, mentre vedeva Fred e tutta la squadra A, sparpagliarsi tra la porta d'ingresso e quella sul retro, mentre la squadra B, copriva ogni finestra o comunque ogni possibile punto di fuga.
'Squadra A, si entra'
Ed Harry sentì solo il tonfo di una porta che veniva sfondata e dopo un lasso di tempo indecifrabile, il rumore di uno sparo provenire dall'interno della casa.

• Footballer •Where stories live. Discover now