[Capitolo 16]

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Mara's pov

Sono passati circa 4 giorni da quando ho visto David.
Dall'ultima volta,al ristorante nel quale é risultato piuttosto freddo e arrabbiato, fino adesso, non ho mai ricevuto un suo messaggio.
Adesso sono in macchina e tra meno di 20 minuti arriveremo a casa.

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Sono sul letto a leggere il libro "Città di carta", visto che non ho avuto il tempo per finirlo tutto.

Sono arrivata a casa da ben 5 ore ed é quasi ora di cena, ho disfatto la valigia e ho persino fatto la doccia.

Bussano alla porta e urlo un semplice "Avanti"

"La cena é pronta" mi avvisa Mirko aprendo la porta.

"Arrivo" dico alzandomi da letto.

Sta per richiudere la porta ma la riapre. "Ah, stasera usciamo,preparati"

"Non ne ho voglia" sbuffo.

"Ti trascinerò con la forza" ride.

"Uff" rispondo.

Scendiamo giu e mangiamo. Io mi limito a mandare giu qualche wurstel e patatine fritte.

Finisco e vado in camera a prepararmi. Mi cambio e indosso dei pantaloncini corti strappati con qualche paillettes e una camicia bianca semplice con qualche fiore azzurro.
Metto le mie vans nere e decido di truccarmi un pochino.
Un pó di rossetto rosso,sulle mie  labbra carnose,come al solito; un pò di matita nera ed eyeliner del medesimo colore; un pò di blush rosa e infine il mascara nero per le mie folte ciglia.

Metto in carica il cellulare così da poterlo usare fuori; e mi butto nuovamente sul letto a pensare. A lui ovviamente.
In questo momento però, i miei pensieri sono quasi tutti negativi.

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"Forza andiamo" dice Mirko entrando nella camera senza bussare.

Sbuffo. Prendo il cellulare, la borsa e mi dirigo giu con lui. Sono già le 22 e preferirei rimanere a casa sul letto, piuttosto che uscire e sbuffare.

Mirko accende il motore e partiamo.

"Dai su non fare quella faccia" dice "Tra qualche ora torniamo a casa" continua.

Non rispondo e mi limito a guardare fuori dal finestrino.

"Dai cazzo,non fare così,non puoi stare tutto il tempo rinchiusa in camera a leggere libri e ascoltare musica, o quella robaccia li" dice facendo una smorfia.

Lo fulmino con lo sguardo e gli urlo contro: "Quella robaccia lì, come la chiami tu,é purtroppo, l'unico modo che ho di sfogarmi" le lacrime minacciano di scendere,Mirko ferma l'auto e mi fissa.
"Quel maledetto incidente mi ha portato via la mia migliore amica" dico piangendo "E nessuno vuole capire che ogni giorno soffro sempre di più" continuo tra i singhiozzi "A voi non ve ne importa un tubo di me" urlo sfinita ed esco dall'auto battendo la portiera con forza.

Ancora piangendo mi diriggo per le strade buie di questo piccolo paese. Sto malissimo, ma almeno mi sono sfogata per metà, l'altra metà la concluderó domani.
Ormai il dolore é l'unica cosa a cui sono abituata. E la verità é che, soffrire non serve a nulla.

Mi appoggio ad un muretto, vicino ad un luogo isolato, e piano piano mi accascio a terra, e do inizio a un pianto disperato.

Quando all'improvviso due braccia mi avvolgono e sento sussurrare: "Su non piangere,ci sono qui io"

#SpazioAutrice

Chi sarà a consolarla?

Il segreto che mi ha uccisa (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora