37 - Dal paradiso all'inferno

44 8 11
                                    

28 febbraio

Ups! Ten obraz nie jest zgodny z naszymi wytycznymi. Aby kontynuować, spróbuj go usunąć lub użyć innego.

28 febbraio

Spalancai la porta della stanza d'albergo e lasciai il trolley nell'ingresso. Mi diressi al mobiletto bar e mi versai un goccio di Jack Daniel's. Sprofondai sul divano e sorseggiai il liquido ambrato con la speranza che cancellasse via stanchezza, pensieri caotici e irritazione, fino a non farmi sentire più niente. In qualche modo, dovevo pur affogare il dolore che continuava a tormentarmi. Dovevo assolutamente scordare il sapore di Ivy, il gusto del paradiso che avevo scoperto leccando la sua pelle, giocando con la sua lingua. Amandola.

Dal paradiso all'inferno.

Non ero più tornato sull'isola, ma avevo lasciato che fosse il team di ricercatori internazionali della Van der Berg Underwater and Marine Agency, dell'organizzazione no-profit Oceanographic Institution e del Maritime Archeology Consultants a pianificare la spedizione e a seguire i lavori di recupero. Non mi andava di interpretare i panni di un moderno Indiana Jones.

Hans mi aveva riferito che l'analisi geologica e archeologica non lasciavano dubbi: avevano stabilito che si trattava proprio del Santo Cristo de Burgos. La datazione al radiocarbonio aveva confermato che l'albero di Anacardiaceae, varietà di legno duro tropicale che si trova in Asia, era stato abbattuto nel 1650.

La maggior parte del carico era andata dispersa o distrutta, ma ciò che restava ora si trovava in un museo per altri test, compresi i 116 scrigni pieni di smeraldi, i sette milioni di pesos e i trenta milioni di monete d'oro, il cui valore si aggirava intorno ai venti miliardi di dollari.

Era anche stata fatta domanda di includere il sito nel Registro nazionale dei luoghi storici. Nel frattempo, chiunque poteva osservare il relitto tramite un modello fotogrammetrico 3D pubblicato sul sito dell'agenzia di Hans.

Ero stanco, sfinito, distrutto. Per resistere alla tentazione di vederla, mi ero buttato sul lavoro che Hans mi aveva costretto ad accettare, e avevo acconsentito a più trasferte possibili. Per me, ogni incontro con gli esponenti del governo, con gli sponsor o potenziali tali era una sfida, uno scalino da superare. Le controversie legali e diplomatiche sulla rivendicazione della proprietà del tesoro andavano pure gestite da qualcuno.

Come un naufrago alla deriva, gli affari mi portavano in giro per il mondo: Sidney, Hong Kong, Dubai, viaggi nazionali e internazionali. Non contava dove mi trovassi. Riunioni, incontri, nuovi contratti, strette di mano; mi stava bene tutto, pur di motivarmi e sfiancarmi.

Pur di non pensare a lei.

In sostanza, la mia valigia era sempre pronta e, con il passare delle settimane, il mio passaporto elettronico era passato davanti a decine di lettori ottici e la Van der Berg Underwater and Marine Agency si era arricchita di nuove e vantaggiose collaborazioni.

E il mio cuore di altre crepe.

Mi massacravo di lavoro, accumulavo soldi su soldi, pur sapendo che non era di altro denaro che avevo bisogno, ma di sentimenti veri. Nel tempo libero, sfogavo la rabbia nella palestra dell'albergo; facevo di tutto, pur di tenere la mente occupata e ridurmi allo stremo delle forze. Cancellarla dalla mia mente era la mia nuova missione.

Per dimenticarla, avevo anche cominciato a uscire con delle donne, però, puntualmente, finivo la serata da solo, davanti a una bottiglia di bourbon, con un cerchio alla testa e uno sgradito senso di colpa. Una barba lunga e trasandata era tornata a coprirmi la faccia.

Come cazzo mi ero ridotto?

Mi guardavo allo specchio e vedevo un coglione disperato. Un essere ripugnante che aveva saputo ferire la persona che amava. Un idiota smarrito e disorientato, che aveva distrutto ciò che di più bello gli era capitato nella vita.

Per quanto ancora durerà questa sofferenza?

Non potevo continuare così. Conoscevo tutte le regole del gioco. Nessuna distrazione. Niente sentimenti. Non innamorarmi mai, e posi l'accento su mai più.

Con lei, le avevo infrante tutte.

La verità era che mi mancava più di quanto avrei creduto possibile. Ivy era sempre nella mia mente, giorno e notte. Era nei miei sogni, nei miei incubi, nei miei pensieri. Non riuscivo a scollarmela di dosso. Lei era aria per me, e mi sentivo come se, da un mese, avessi smesso di respirare.

La amavo.

Mi ero innamorato di lei, tra un battibecco e l'altro, mentre eravamo sull'isola. O forse, era successo prima, quando le avevo permesso di salire sul mio catamarano. Non ricordavo quando avessi iniziato a pensare a lei seriamente. Sapevo solo di essere sicuro che si trattasse di quella giusta. Lei era quel tipo di ragazza che vorresti sempre avere al tuo fianco e che non smetteresti mai di fissare, che sogni giorno e notte di baciare, quella con la quale vorresti passare tutta la vita.

Grazie a lei, finalmente, mi ero sentito normale, e meno solo. Ivy aveva il potere di farmi sentire qualcuno d'importante. In sua compagnia, per la prima volta, ero stato in grado di essere ancora vivo.

Potevo sorridere alla vita con lei.

Oh sì, lei era speciale.

Amavo lei e non la donna con la quale stavo.

Avevo odiato Jessica, quando ero venuto a sapere il suo stato.

L'avevo odiata, perché era riuscita a prendermi per i fondelli e aveva cercato di irretirmi, prima di attribuirmi il colpo di grazia. La odiavo, perché era riuscita a spezzare un legame che credevo indistruttibile.

Con quei ricordi ben piantati nella testa, io non potevo andare avanti, potevo solo ricadere nell'oscurità.

Dovevo immaginarlo. La storia tra noi due era sempre stata destinata a finire, e Ivy a diventare un altro fantasma nella mia mente. L'ennesimo cratere nel mio cuore.

Che crudeltà.

Avevo fatto una scelta. Forse, quella sbagliata. Ma com'è che si dice? Una cattiva decisione è meglio di non farne nessuna.

Secondo Max, mi stavo comportando da stronzo. Per me, però, cambiava poco. Dovevo stare con la donna che mi stava per dare un figlio. Ivy, avrei dovuto amarla a distanza, in silenzio. Tuttavia, i pensieri di Max avevano assalito anche me, ed ero arrivato alla conclusione che la mia idea fosse figlia dell'angoscia e della disperazione.

Rivolevo indietro Ivy.

Cazzo, se la rivolevo!

Cazzo, se la rivolevo!

Ups! Ten obraz nie jest zgodny z naszymi wytycznymi. Aby kontynuować, spróbuj go usunąć lub użyć innego.
Forbidden tripOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz