16 - Frustrazione

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Il tono rauco e smarrito con cui Ivy pronunciò quelle parole, ma soprattutto la sua riluttanza a dormire insieme con me, mi disse che non si fidava del sottoscritto

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Il tono rauco e smarrito con cui Ivy pronunciò quelle parole, ma soprattutto la sua riluttanza a dormire insieme con me, mi disse che non si fidava del sottoscritto.

E faceva bene.

Tipa intelligente, pensai, mentre mi sdraiavo a pancia in su e mi coprivo gli occhi con un braccio, determinato ad addormentarmi.

La vedo dura...

Ivy respirava piano nella camera, mentre io fissavo il soffitto e sospiravo frustrato. Il ginocchio mi doleva un po' e mi costringeva a girarmi più volte sul materasso in cerca di una posizione comoda. Nella mia testa mulinava la storia della ragazza che mi dormiva accanto, e stentavo ancora a credere a quello che ci era successo.

Cosa diavolo mi è saltato in mente...

Voltandomi su un fianco, pensai di aver gestito male tutta la situazione. Avevo commesso un errore dopo l'altro, correndo dei rischi enormi. Per primo quello di non controllare se il telefono satellitare fosse sempre al suo posto. Ma chi avrebbe mai immaginato che qualcuno me lo rubasse?

Imprecai mentalmente a quel pensiero. Mi ero fidato di quel ragazzo. Mi ero fidato del mio istinto anche in passato e avevo fatto un grosso buco nell'acqua. Com'era andata con Jessica ne era un triste esempio.

Ripensare a quella donna mi costrinse a frugare nei ricordi, a riaprire vecchie ferite e risentire quel dolore profondo che non dava requie. Mi ero innamorato di lei perdutamente, anche se sapevo che era una ragazza problematica. Ai tempi in cui l'avevo conosciuta, Jessica sniffava ogni tanto, non si faceva ancora di coca. Pensavo che il mio amore sarebbe bastato per entrambi, speravo di cambiarla e a un certo punto, idiota che ero, credevo anche di esserci riuscito. Lei mi aveva detto di essere pulita e io mi ero convinto che fosse la verità. Che stupido ero stato! Come avevo potuto essere tanto ingenuo?

Ero un povero illuso che credeva nel potere del sentimento, nella forza della coppia unita. Infatuato dalla sua bellezza, confidavo nell'amore e nella capacità di recupero.

Per mesi ero rincasato tardi, le mie giornate erano intense e faticose, il lavoro duro e impegnativo, le riunioni stancanti ma necessarie. Lei non c'era quasi mai quando rientravo, diceva che usciva con le amiche e che avrei dovuto adattarmi alla sua vita notturna, accettare i suoi orari sballati, il suo impegno di influencer super gettonata. Che ottuso che ero stato a crederle, a fidarmi, a non interrogarla sui soldi che sparivano, a non parlare delle situazioni che m'infastidivano.

Ma l'amore è cieco, si sa. Dovetti sbattere la testa contro la dura e cruda realtà per accorgermi quale vita stesse conducendo la mia compagna.

E quando lo scoprii...

Il sonno, per fortuna, mi raggiunse prima che il ricordo riaffiorasse del tutto.

Il sonno, per fortuna, mi raggiunse prima che il ricordo riaffiorasse del tutto

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Quella notte riuscii a dormire solo poche ore. Il mio passato che tornava a trovarmi, l'angoscia per la situazione precaria nella quale ci trovavamo, e il pensiero che i soccorsi non sarebbero mai arrivati in tempo, non mi avevano permesso di rilassarmi. Mi svegliai di soprassalto, con il clangore di una porta sbattuta che mi risuonava ancora nelle orecchie e per un attimo non riuscii a rendermi conto di dove fossi.

Avevo sognato di essere ancora in carcere, disteso sul materasso stretto e sottile, nella mia cella buia e fredda, con l'oscurità che pareva colmarmi l'anima, le mani ancora sporche di sangue e la consapevolezza di essere un uomo distrutto. Inspirai più volte, lentamente, cercando di placare il nervosismo che mi attanagliava ogni volta che pensavo a quella fottuta storia.

La stanza era ancora immersa nel buio e pensai che fosse ancora notte fonda. Controllai la sveglia e vidi che erano le sei e dieci del mattino. Mi strofinai il viso e mi misi seduto, mentre un grosso sbadiglio mi sfuggiva dalla bocca. Non dormivo mai molto, ma quella notte avevo dormito poco e male, mi ero addormentato sul far dell'alba e non avevo fatto altro che pensare prima a quella ragazzina e poi a cosa fare. L'incubo era stato la ciliegina sulla torta.

Ancora non so come gestirò la situazione, mi dissi, mentre osservavo Ivy che dormiva rannicchiata vicino a me.

Osservai i suoi capelli lunghi e setosi, sparsi sulla federa di cotone in una massa caotica, la bocca imbronciata dal sonno, il corpo tonico in posizione fetale, con le gambe affusolate, lasciate esposte dall'abbondante t-shirt che le arrivava a mezza coscia e dai pantaloncini di cotone morbido che usava come pigiama.

Era passato un sacco di tempo dall'ultima volta che avevo dormito con una donna.

Pensarlo mi fece venire un brivido lungo il corpo, del tipo che non provavo da qualche tempo. Indugiai su quelle labbra grandi e rosate, le immaginai mentre pronunciavano il mio nome e subito avvertii un guizzo alle parti basse e uno strano calore al corpo.

Sbuffai, irritato. Avevo ben altri guai da affrontare, un casino da risolvere, una vita da ricostruire, non dovevo perdere la testa per una donna, peraltro portatrice di problemi. In quel fronte avevo già dato ed ero anche rimasto scottato.

Mi alzai prima di avere dei pensieri proibiti su di lei, o che Ivy si svegliasse e mi trovasse in quelle condizioni: in tiro e a fissarla come un depravato.

Non capivo perché, la sera prima, me la ero presa con lei. Ivy aveva solo rimarcato che eravamo in una brutta situazione, non mi aveva incolpato di niente. Eppure mi ero arrabbiato lo stesso, neanche fosse la causa del nostro naufragio.

Naufragio. Quella parola oscura continuava a sbattermi nella testa come una pallina del flipper. Neanche il fatto che fossimo illesi, e che il localizzatore fosse acceso riusciva a rassicurarmi. Poteva accadere di tutto mentre aspettavamo di essere soccorsi.

Di tutto.

Di tutto

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Avete mai immaginato di naufragare su un'isola deserta insieme a uno sconosciuto? Se sì, su chi avete fantasticato? Il vostro cantante o attore preferito? Il compagno di classe figo ma stronzo? Il vostro insegnante o il vicino di casa?


Forbidden tripDove le storie prendono vita. Scoprilo ora