25 - Beccato!

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«Cos'è che speravi di vedere?» Amavo metterla in soggezione

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«Cos'è che speravi di vedere?» Amavo metterla in soggezione. Mi dava un brivido di potere.

«Cosa?» Si voltò verso di me, sbatté le ciglia e il suo sorriso scomparve, presa alla sprovvista. D'altronde le ero arrivato alle spalle come una furia.

«Prima, nascosta dietro a una palma come una scimmietta curiosa» la ammonii. «È stato di tuo gradimento lo spettacolo?»

Un breve lampo di sgomento attraversò i suoi occhi. «Non so di che parli.»

«Sapevo che eri lì» ammisi, il fiato ancora corto per la nuotata, il godimento successivo e la recente camminata per raggiungerla.

Tentò una timida reazione. «Ti sbagli, sono sempre stata qui. Forse ti sei confuso con un uccello.»

«Uno bello grande» la derisi, fissandole gli zigomi che avevano cambiato colore. «Perché mentirmi? Non sei in grado di ammettere la verità?»

La scrutai con attenzione, affamato proprio come un lupo che punta la sua preda prima di cibarsene. Il suo imbarazzo era palese e il suo sguardo, ora sfuggente, si posava su tutto tranne che su di me. «Non sta bene spiare le persone. Non avevi meglio da fare?»

Ivy sobbalzò, ma si sforzò di nascondere l'attrazione intensa che provava per me. «Come facevi a sapere che ti stavo guardando?»

Non risposi alla sua domanda. «La prossima volta...»

«Non ci sarà una prossima volta» mormorò, facendo una smorfia.

Distolsi subito lo sguardo dalle sue labbra arricciate, o avrei rischiato di perdere il controllo e di commettere una follia. Sarebbe stata l'ennesima, e avevo già diversi motivi per farmi perdonare. C'erano donne che avrebbero soddisfatto il mio appetito sessuale, mi bastava riuscire a tornare da loro.

«Eccome se ci sarà, io continuerò a farlo, ma senza spettatori curiosi dei fatti privati altrui.»

Le mie parole la fecero sobbalzare e mi venne l'idea che fosse più pura di quanto volesse far intendere. No, impossibile, aveva ventidue anni, sarebbe stato quasi un miracolo che nessuno avesse ancora colto il suo fiore. Riuscii a nascondere l'irritazione che quel pensiero mi suscitò.

«Non ti spierò più, lo prometto» dichiarò con tono sconfitto, e una traccia di pentimento comparve sul suo viso.

«Ottimo, era quello che volevo sentirti dire.» Non credetti neanche alle mie parole, e mi assalì la voglia di stringerla tra le braccia e cancellare quella smorfia di rammarico a furia di baci.

Piccola, sarà meglio per te sparire dalla mia vista se non vuoi che finisca male. Ora!

Ivy sospirò, forse di sollievo, si voltò e mosse qualche passo sulla sabbia, ma poi tornò a girarsi dalla mia parte e sollevò i suoi grandi occhi sul mio volto. «Se sapevi che ero lì, perché non ti sei fermato?»

Forbidden tripWhere stories live. Discover now