Parte 14

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Dal diario...

Emendare per vivere meglio.

Raggiungere la purezza dell'essenziale

togliendo le futilità.

Eliminare

le imperfezioni,

le perdite di tempo,

i rumori inutili che

ostruiscono la mente,

le informazioni in eccesso.

Selezionare

quello che si interiorizza,

gli ambienti in cui si vive,

le persone attorno a sé.

Emendare

per essere lieti e beati

nella dimensione della realtà

fatta di pacifici silenzi

colmi solo di ciò che è

fondamentale.

È una questione di equilibrio

per amor proprio.

Avevo ancora spazio nell'altro diario, ma ho deciso di comprarne un altro. Quello che scrivo oggi è troppo diverso da quello che scrivevo ieri, non sono più la stessa persona. Inizio oggi una nuova fase della mia vita, per questa ragione ho voluto cambiare il posto in cui i miei pensieri vengono impressi nella tela della storia del mondo.

Comincia il mio anno sabbatico con speranza nel cuore e grovigli nella mente. Il filo che connette un secondo ad un altro, un avvenimento ad una lettura, un insegnamento ad una prova, esiste veramente. Ho appena cominciato a percepirlo, è appena palpabile, e ho allungato la mano per afferrarlo. Ho preso un lembo a cui era aggrappata una tessera di un puzzle, poi un'altra e un'altra ancora. Non so come mettere insieme i pezzi, ma ho capito cosa manca: lucidità. Ho bisogno di ritirarmi, raccogliermi e concentrarmi, vado a caccia, a caccia della verità che si nasconde dentro di me. L'universo mi aiuta con l'impresa, è destino che io la compia e che faccia molte altre cose. Quali? non lo so. Lo scopriremo insieme.

Quest'estate ho lavorato in una gelateria e ho faticato molto, non solo a lavorare ma soprattutto a mantenere la calma. Ero ad un passo dal diventare pazzo, quel posto mi ha distrutto. Per tre mesi non avevo più una vita ed ero immerso in un inferno fatto di coppe gelati, lamentele e litigi. Delle volte avrei voluto mettermi ad urlare e tirare coni gelato a destra e a manca, come se fossero stelle ninja. Ci è mancato poco in alcune occasioni, occasioni in cui mi sono lamentato a mandare a quel paese clienti o colleghi. E' stata la peggior esperienza lavorativa di sempre e penso che sia impossibile averne di peggiori.

Tutti i miei ex-compagni di classe sono all'università, mentre io mi cerco e mi riprendo dall'estate terrificante che ho passato. Mi sono ritirato in una vita contemplativa che probabilmente durerà solo pochi mesi, perché sono sicuro che le risposte che cerco arriveranno a breve.

Che cosa intendeva lo psicologo militare quando mi ha mandato a casa per motivi attitudinali? Io non capivo proprio e lui mi disse che dovevo fare ancora un pezzetto di vita, che ero ancora troppo giovane per loro. Io gli chiesi cosa intendesse dire, se fosse, per caso, una questione di maturità. Lui mi disse che no, non era per quello. Era una questione attitudinale, non volle aggiungere altro se non un "capirai tra qualche mese e se sarai ancora intenzionato ad entrare nell'esercito fai la domanda per il terzo blocco, sono sicuro che ti prenderemo". Uscii dalla caserma confuso, amareggiato, sconfitto. Ancora non avevo capito che lo psicologo mi aveva fatto un gran favore. Non avrei mai potuto fare il militare, ho l'animo ribelle e il mio destino è un altro, sono legato alla filosofia di sicuro, come anche alla scrittura, ma non so dove mi porteranno.

In questo periodo ho anche caricato dei video su YouTube perché non ce la facevo a stare con le mani in mano e mi sentivo ispirato. Che io acquisisca popolarità o meno non importa, quello che mi interessa è riuscire ad esprimere la mia opinione senza problemi. Ho sempre avuto paura di farlo per via del giudizio degli altri ma penso che ora io mi stia sbloccando.

In questi mesi in cui non ho scritto nulla ho anche riscoperto l'importanza di avere un significato nella propria vita, ma da un altro punto di vista, ovvero quello di una persona che lo sta trovando. Non so ancora che mestiere fare, anche se sono sempre più predisposto ad intraprendere la carriera di filosofo e scrittore, però riesco a vedermi in un futuro e ho qualcosa che mi muove nella direzione giusta. Provo un senso di appartenenza al mondo e a me stesso, è una cosa difficile da spiegare.

Sofia, invece, l'ho lasciata un po' di tempo fa, ma ogni tanto penso a lei. Non sono sicuro della scelta che ho fatto, però sentivo di doverlo fare per continuare il mio percorso. Sentivo che era arrivato il momento di chiudere quella storia, perchè saremmo andati avanti per inerzia. Non lo so se mi manca lei oppure avere qualcuno vicino che ti dà affetto e amore. Qua torniamo al discorso del bisogno... Forse è più la seconda che la prima. 

Un'aspirante qualcunoWhere stories live. Discover now