Capitolo 34

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CELOSIA

Affronta la tempesta
per vivere le giornate di sole.

Il vino ha avuto l'effetto desiderato sul mio corpo fragile. Assaporo l'ultimo sorso dal calice, ridendo a una battuta di Savannah che non riesco ad assimilare. Non l'ho nemmeno ascoltata, so solo che le bollicine dell'alcool frizzano fra i miei pensieri.
"Mi concedi l'onore di un ballo?" Danny mi porge la mano sorridendomi. Lo osservo un istante, ha la camicia con i primi due bottoni sbottonati e i capelli spettinati. Le gote rosse mi confermano che anche lui è sobrio tanto quanto me.
Prendo la sua mano alzandomi barcollante dal tavolo. Non mi sono schiodata dal mio posto per tutto il pomeriggio, volevo solo evitare delle situazioni spiacevoli. D'altronde non posso permettermi di rovinare la festa a Rhea e Danny.
Il suo corpo massiccio aderisce al mio, non rifletto troppo sui miei passi di danza scoordinati, mi lascio guidare banalmente dalla musica allegra che avvolge tutto lo spazio intorno a noi. Il prato è enorme, il sole sta tramontando e le prime luci a pannelli solari iniziano a illuminare i tavoli.
Una piroetta e due mani mi afferrano per i fianchi. Gli occhi di Daedran mi osservano pensierosi. Lui, a differenza mia, non ha bevuto per niente.
"Stai bene?" Ondeggiamo a ritmo di musica, la sua voce è quasi impercettibile nonostante la vicinanza dei nostri corpi.
"Si, perchè?"
Daedran china il capo, è un'allusione a un lievissimo cenno. Ed nel buio che scorgo due figure animarsi, una litigata in corso. Purtroppo la mia vista è annebbiata, ma decido di incamminarmi verso di loro.
"Devi andartene." La voce di Azzurra mi destabilizza mandando il mio cuore in fibrillazione.
"Scordatelo, mocciosa viziata." Fredda e carica di odio la voce di mia madre mi brucia la pelle.
"Vattene tu." Spontaneamente prendo la mano di Azzurra nella mia, un semplice gesto incenerito da due occhi identici ai miei. Nei suoi però c'è solo odio e negatività.
Azzurra stringe appena la mia mano, un gesto impercettibile e incerto.
"Mi fate schifo." Ringhia, attirando gli sguardi indiscreti delle persone sedute ai tavoli lontani dalla pista da ballo.
"Guardati," lascio che l'alcool scorra nelle mie vene, lo lascio pulsare sulla lingua impedendomi di pensare un secondo di troppo "frustrata dalla tua vita hai solo lo scopo di distruggermi. Devi sapere, mia cara mammina, non mi vedrai mai più crollare." Assottiglio lo sguardo, percepisco l'odio montarmi nell'anima, come un lampo a ciel sereno.
La sua mano mi agguanta, stringendo sul mio polso. Il suo viso a un palmo dal mio.
Azzurra resta imperterrita al mio fianco, pronta a intervenire in caso di necessità.
"Stai crollando proprio ora, mostrandoti per il disonore che sei per la nostra famiglia." La sua voce è alta, lo fa apposta per attirare l'attenzione. Il suo tono persuasivo è dannato, manipolatore e illegale per questo mondo.
"Sono fiera di quello che sono." Sibilo stringendo la mano che tiene vivo il contatto con lei in un pugno.
Brucia. La guancia arde di calore, mi ha dato uno schiaffo. Un piccolo cerchio di persone ci avvolge, parlano fitto fitto. Rimango impassibile, sbatto le palpebre per mettere a fuoco la figura che mi da le spalle. Azzurra mi sta proteggendo dal mostro che mi ha creata.
"Ricordati, Alice, che come ti ho creata ti distruggo." Ghigna.
Il cuore accelera nel mio petto, mi torturo le guance in preda all'ansia. Lascio che le lacrime sgorghino dai miei occhi, anche se quella donna non ne merita nemmeno una. Non merita la gloria di vedere la tristezza sul mio volto.
"Provaci a sfiorarla, avanti. Falle del male qui davanti a tutti." Azzurra la istiga, il tono accusatorio che trapela dalla sua voce mi mette i brividi. Ha tolto la sua corazza per me, per proteggermi dai miei tormenti in persona.
"Merita di soffrire tanto quanto ho sofferto io. Ho vissuto la perdita di una figlia, capricciosa e ribelle. Ne porto ogni giorno il vuoto nel petto."
"Bugiarda. Non mi hai mai voluta, hai cercato di plasmarmi per i tuoi scopi e non ci sei riuscita. Sarò anche il tuo errore più grande, ma tu sei la tua stessa delusione per aver sbagliato con me. Per non avermi mai ascoltata."
Mi brucia la gola, nel petto cresce un fuoco alimentato dalla forza. Perchè posso essere forte, devo essere forte per affrontare le mie paure.
Attorno a noi le persone aumentano, ormai tutti i presenti stanno assistendo alla scena.
Azzurra non si schioda davanti a me.
"Sparisci." Danny prende mia madre per un braccio, strattonandola all'indietro.
La guardo negli occhi sapendo che quello sguardo sarà l'anima dei miei incubi peggiori. In quello sguardo, però, vedo il mio riflesso di donna libera e adulta che sono. Leggo la sua delusione in un bagliore mascherato subito dall'odio. Sono sicura che non si perdonerà mai per i suoi sbagli, in fondo mi dispiace. Non posso nutrire la mia anima con le sue negatività, devo andare avanti. Forse, ora, posso farlo.
Mi asciugo le guance dalle lacrime mentre nel trambusto e nei sussurri più taciturni la folla si disperde. Gli invitati tornano ai loro tavoli, alla pista da ballo e al buffet di dolci.
Danny ha trascinato via mia madre di peso, escludendola dalla festa, e io sono sola con Azzurra.
Guardo i suoi occhi, scuri come la notte che inizia a calare sui nostri corpi.
Percepisco il suo calore, il suo respiro anche se distante mezzo metro da me. Percepisco la sua preoccupazione e, soprattutto, il suo amore. Quel velo di preoccupazione maschera un'anima che lotta ancora per riconquistare la mia.
Le prendo il viso fra le mani e la bacio. È un bacio frenetico, disperato e carico di emozioni non dette. Parole nascoste e gesti repressi sfuggono dalle nostre labbra, regalandoci un momento bisognoso di pace.
"Scusa," mormoro ansimante fra un bacio e l'altro.
Azzurra mi accarezza la guancia, sorride nostalgica.
"Mi sei mancata, bambolina."
Una lacrima scappa dalle mie iridi verde bosco, scivola lungo la guancia rifugiandosi al sicuro nel suo palmo caldo.
"Non mi sono fidata di te, avevo paura di essere delusa per l'ennesima volta."
"Lo capisco, non è facile avere nella propria vita una figura materna così..."
"Cattiva." Finisco la frase al posto suo, apprezzo che non si sia permessa di insultarla nonostante il male che ci ha afflitto.
"Sono stati giorni orribili, il vuoto mi tormentava e gli incubi erano tornati. Qualsiasi colore, gesto o parola mi ricordava te."
"A chi lo dici," sospira.
"Mi concedi un ballo?"
Sorrido. Un sorriso vero, riportato a galla dalla patina di luce che ora mi offusca i pensieri negativi. Dovrò farci i conti più tardi, ma voglio godermi quest'attimo di serenità fuggiasco.
A testa alta cammino accanto a lei, reggendomi al suo braccio destro.
Lo sento, il bagliore di una nuova luce che fiorisce come un bocciolo appena nato. Una forza smisurata che scorre nel mio corpo: il coraggio.
Lo scoprirai nell'attimo più buio della tua vita, ma poi resterà sempre con te.
Le parole della nonna mi regalano un sorriso che rivolgo al cielo tempestato di stelle.
Eccola, Cassiopea che veglia su di me mentre assaporo il momento del primo ballo con la donna che amo. Una donna che voglio davvero al mio fianco.
"Eccolo, il mio raggio di sole." Danny sorride accanto a me, danzando insieme a Rhea.
"Hai la forza negli occhi, proprio come Dorothy." Rhea mi accarezza la nuca prima di allontanarsi da me.
Le mani di Azzurra bruciano sui miei fianchi, si muove assecondando i miei passi lenti e goffi.
Quello che conta davvero è che i suoi occhi sorridono, la tempesta è passata e so che potrò affrontarne altre solo con lei al mio fianco.
La vita è un dono regalato dal cielo, bisogna solo imparare a viverla facendo tesoro di ogni emozione. Anche il cielo piange, ma torna a sorridere sempre.

SPAZIO AUTRICE

Ehiii stelline!
Eccomi dopo tanto tempo con un momento per noi❤️
Scatenatevi nei commenti, rispondo a tutt*
Ho bisogno dei vostri pareri e consigli✨

Baci,
Alice

Unexpected ~ lesbianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora