Capitolo 21

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CRISANTEMO

I sogni non possono morire,
il sangue che versiamo per realizzarli
non deve essere la fonte
del nostro dolore eterno.

Azzurra

Deglutisco a fatica e punto gli occhi ovunque nella stanza tranne su di lei. Se mi perdessi a guardare il verde intenso del suo sguardo annegherei nei miei stessi sentimenti. Alice è l'unico pensiero che lampeggia nel mio cervello.
"Non devi innamorarti di lei," sibila a denti stretti, i nervi del collo tesi come corde di violino.
"Non sono innamorata di lei," le parole hanno un sapore sconosciuto sulla punta della mia lingua. Mi sento estranea a questa discussione, ma devo farlo per Firenight.
"Alice sa che Danny è tuo fratello, inizialmente non l'ha presa benissimo," prendo un respiro profondo "ma è troppo legata allo zio per allontanarlo."
"Astuto il bastardo, portarmi via la figlia e illuderla alle mie spalle."
"Sta scavando nel suo passato per scoprire informazioni, come ben sai custodisce gelosamente i ricordi della nonna. Però prova ancora del bene verso di te, mi ha raccontato della stella che le hai regalato."
"Con qualcosa dovevo pur tenere la sua fiducia, quella ragazza va corretta. Tu hai il compito di infrangere i suoi sogni e rimandarla a casa, non di darle il lieto fine con un'insulsa storia d'amore."
Stringo i denti, le due parole si incidono come solchi sulle pareti della mia anima. Il cuore sanguina sofferente per tutta questa cattiveria verso un essere così fragile. Non posso difendere Alice, sua madre andrebbe su tutte le furie annullando i prossimi pagamenti che mi deve.
"Il suo romanzo da quattro soldi? Ho tracciato alcune mail, ma voglio sapere cosa ti ha detto. Sicuramente te ne parla dato che è l'unica cosa a cui aspira quella ragazzina."
Altre lame nel petto, queste sono incandescenti però. Vorrei mi bruciassero la gola così da farne morire le parole che sto per dire. Non sono nessuno per infrangere il suo sogno, ma questa donna mi sta obbligando.
"È prossimo alla pubblicazione, ci sono buoni contatti fra una casa editrice e Danny."
Ride amaramente mentre finisce di sorseggiare il cappuccio. Il rossetto rosso lascia la sagoma delle sue labbra sul bordo della tazza. Quella bocca è stata creata per rovinare la figlia.
"Impediscile di firmare il contratto, è il tuo compito. Quando tornerà a casa piangendo vedrai un numero a sei cifre per curare il tuo cavallo, con il resto," mi squadra teatralmente "rifatti un armadio degno di una donna, ne hai bisogno Azzurra. A Danny ci penso io." Rimango di sasso di fronte a quelle parole, questi non erano gli accordi. Non posso nemmeno ribatterle che è già uscita dal bar, lasciandomi la sua colazione da pagare, ovviamente.
Non sono abituata a una tale cattiveria, sbatto un paio di volte le palpebre e mi prendo la testa fra le mani. Se ne parlassi con Savannah mi odierebbe, ci conosciamo dal college e non posso confessarle una bugia così catastrofica. Soprattutto perché lei e Alice sono molto legate, hanno le stesse passioni e trascorrono tanto tempo insieme.
Alice, il suo nome pulsa fra i pensieri seguendo il ritmo dei battiti del mio cuore.
La prima volta che l'ho vista ero nel nostro posto speciale, sulla spiaggia di Los Angeles. Lei non si ricorda nemmeno, avevo salutato frettolosamente Savannah, ma quei capelli rossi scomposti dal vento avevano catturato la mia attenzione.
La osservavo da lontano, sui social, sempre impeccabile e dagli occhi dolci, proprio come una bambola. Potrà anche detestare il soprannome che le ho dato, ma ai miei occhi è proprio così che la vedo, una bambolina perfetta che sotto la pelle nasconde tante, forse troppe, storie da condividere.
Le bambole non parlano, hanno segni e macchie sulla corazza che raccontano il loro vissuto.
Alice parla poco, ma scrive tanto. Nelle notti che dormo da lei leggo il suo diario, conosco i suoi incubi e le sue emozioni giorno per giorno. Non mi importa di invadere il suo spazio, ho bisogno di lei e ora che il legame ha delle fondamenta posso scavare nel suo cuore chiedendole il permesso. Sono sicura di volerla salvare dai suoi mostri interiori. Devo solo capire come ottenere i soldi e liberarmi dalle grinfie di sua madre senza che lei sappia la verità.
Sua madre è stato il peggior incontro che potessi fare nella mia vita.
Una sera tornavo in moto, sfrecciando sulla costa e Alice stava tornando a piedi con le cuffiette nelle orecchie. Viveva ancora a casa di Danny in quel periodo.
Ricordo ancora la donna alle sue spalle, con il cappuccio e la mano a penzoloni che teneva una pistola fra le unghie laccate di rosso.
Non potevo rischiare di perderla senza averle mai parlato, così mi sono intromessa.
Sua madre ha colto la palla al balzo per sbolognare il suo piano malefico a un'anima buona come la mia. Mi maledico ogni giorno per averle parlato, per l'aiuto che le sto dando per distruggere l'anima che io ora amo. La amo? Si, lei è il mio pensiero costante, il mio raggio di sole nelle giornate grigie.
Si è presa la mia mente, alleviando il dolore che provo per la sofferenza di Firenight.
"Ciao," una mano si appoggia sulla mia spalla, alzo lo sguardo di scatto. Mi rilasso quando gli occhi della mia amica mi sorridono.
"Tutto apposto?" Si siede di fronte a me.
Ho la mente annebbiata dai pensieri, ma cerco di non darlo a vedere. Savannah non deve sapere.
"Si e tu?" Sorrido disinvolta, anche se so benissimo che è una maschera alla mia confusione.
"Si, sono passata a vedere come sta Firenight, le cure sembrano funzionare."
"Benissimo, la gamba va meglio."
"Invece..." esita e mi guarda negli occhi "con Alice?" Conosco troppo bene il suo sguardo indagatore, quello che ti legge nell'anima per scorgere il bagliore della pura verità.
"Stiamo insieme, credo," sorrido per davvero, lasciandomi travolgere dalla bella sensazione di queste parole "vogliamo creare qualcosa di stabile insieme."
Savannah mi prende le mani, entusiasta. I suoi ricci biondi ricadono sul tavolo i ciocche disordinate.
"Lo sapevo fin dall'inizio che siete fatte l'una per l'altra!" La sua voce acuta è troppo alta di una nota, la guardo sorridente.
"D'altronde Sav, te l'ho sempre detto io," guardo la mia amica seria "mai per caso nulla accade."
"Hai ragione."
"A proposito, sai che Alice parte domani vero?"
"Ehm, non mi ha detto nulla," la guardo attonita. In cuor mio sono sollevata che si allontani dalla madre, quella donna è pericolosa e potrebbe farle qualsiasi cosa.
"È la solita, stasera ha bisogno di una mano con la valigia," sbuffa divertita "a te l'onore delle sue crisi isteriche dal titolo non ho niente da mettermi." Ridiamo insieme.
"Va bene, ma dove va?"
"Horsens, in Danimarca per il tour europeo del suo cantante preferito." Alza gli occhi al cielo, senza che il sorriso abbandoni il suo viso.
"Harry Styles?" Ormai lo conosco anche io, Alice ne è ossessionata. Parla spesso di lui e quando le concedo di ascoltare la musica nella mia macchina questo ragazzo è onnipresente.
Savannah fa cenno di si, ridacchiando per il mio viso perplesso su questa passione.
"Non penso andrò mai in capo al mondo per un cantante," rifletto ad alta voce.
"Nemmeno io, neanche fosse mio marito!" Scherza Savannah.
Chiacchieriamo del più e del meno finché non dobbiamo separarci.
Io devo sellare i pony per le lezioni dei bimbi, lei inizia il turno in gelateria.
La mia mente lotta fra la leggerezza che vorrei vivere e il turbamento che mi assilla costante.
Come se non bastasse, il cellulare vibra nella mia tasca. Leggo il messaggio di Alice.

Stasera ci vediamo?
Ho buone notizie sulla call di stamattina :D

Sussulto a quelle parole, sapendo che dovrò smorzare il suo entusiasmo per impedirle di procedere con la pubblicazione. Vorrei piangere per espellere tutta la frustrazione che mi assilla, ma una bimba dallo sguardo dolce e i capelli legati in una coda bassa richiama la mia attenzione.
Sarà meglio se mi concentro sul lavoro, così da zittire i miei pensieri che fanno a botte fra loro.

Unexpected ~ lesbianWo Geschichten leben. Entdecke jetzt