Capitolo 33

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FIOR D'ARANCIO

L'amore è fatto di promesse eterne,
dolore condiviso,
felicità smisurata.

Il manto di raso del vestito rosso cremisi mi scivola lungo le cosce, accarezzandomi la punta delle dita scoperte dalle scarpe con il tacco. Il corpetto mi fascia il petto, i lustrini di cui è rivestito riflettono la luce a ogni mio movimento. La parrucchiera mi ha raccolto parzialmente i capelli con due trecce alla francese con morbidi boccoli che ricadono alle mie spalle.
Mi affaccio alla finestra per assorbire i raggi del sole che brillano in cielo. Chiudo gli occhi e inspiro la serenità di quest'attimo.
Aspetto Daedran, ieri abbiamo trascorso il pomeriggio insieme. Ho scoperto che è un correttore di bozze e lavora per Danny. Vive a qualche isolato da me e ama fare surf.
Il cuore si scalda al pensiero della gioia che mi ha donato una giornata con lui. Mi sono sentita lontana dai miei problemi, distante anni luce dalla patina di sofferenza che spesso mi avvolge l'anima. Un velo di corde e spine, che mi soffoca il respiro.
"Andiamo, splendore?" Daedran mi sorride porgendomi la mano. Lo smoking nero e la camicia rossa sono perfettamente stirati, mettono in risalto i suoi muscoli nascosti dal tessuto.
Non lo avevo nemmeno sentito entrare nella stanza. Lo raggiungo, l'unico rumore è il ticchettio tremolante dei miei tacchi sul parquet.
Ai piedi della navata non posso ignorare quanto sia splendido il luogo scelto. Ogni ornamento è così semplice ma perfetto, specchio di un amore puro e stabile. Sicuramente, se fossi stata io al posto di Rhea, tutto sarebbe stato avvolto da una sensazione di caos.
I presenti ci guardano mentre percorriamo la navata. Tanti occhi ignoti ci scrutano, stringo il braccio di Daedran per farmi forza. Ignoro l'impulso di mordermi l'interno guancia, almeno oggi devo resistere a quella dannata tentazione.
Sull'altare, in piedi alle spalle dello sposo, l'angoscia mi colpisce a schiaffi.
Mi mordo il labbro inferiore per trattenere le lacrime, non voglio rovinare il trucco perfetto che mi hanno fatto stamattina.
Due diamanti perfetti attirano la mia attenzione, Azzurra ha i capelli sciolti e perfettamente lisciati che le incorniciano il viso. È seduta in seconda fila accanto a...
Il cuore si spezza, distrutto dalla presenza oscura al suo fianco. Mia madre torreggia su di lei, con quel sorriso perfido che mi ha regalato notti insonni per mesi.
Due labbra rosso sangue spiegate all'insù verso di me. Una scarica di brividi mi percorre il corpo e se non fosse per il leggero strato di cipria ora apparirei bianca come un cadavere.
Deglutisco e mi concentro su Rhea che percorre la navata a braccetto di un uomo anziano. È il nonno di Savannah. Osservo le gemme rosse sul suo vestito bianco, punteggiano il tessuto del corpetto, sfumando in dimensione verso la vita e lasciando spazio a una gonna a sirena bianca. Lo strascico è ricoperto da petali di rose rossi, così fiabesco da incantare chiunque. Rhea ha gli occhi che sorridono di amore.
Cerco di concentrarmi sulle loro parole, sulla musica e sulle accortezze nei gesti. Mi è impossibile, la mia mente si agita in presenza di quell'essere indistruttibile. È troppo orgogliosa per mostrare amore verso di me, troppo fiera dell'oscurità che la abita per essere compassionevole.
L'ansia mi logora il petto, Daedran deve accorgersene perchè poggia immediatamente la sua mano sulla mia. Con l'indice disegna delle lettere sulla pelle scoperta, dallo spacco vertiginoso, della mia gamba. Sono qui.
Prendo un respiro profondo, inalo tutta l'aria possibile per non cadere in un attacco di panico proprio ora.
La cerimonia finisce in fretta, ma dentro di me sembra essere durata un'infinità.
Danny e Rhea percorrono a ritroso la navata insieme, mi affretto ad allontanarmi per rifugiarmi nella baita dove poco fa venivo agghindata.
"Dove pensi di scappare?" Una mano fredda mi afferra per un polso. Abbasso lo sguardo e le sue unghie laccate di rosso mi fasciano il polso minuto. Quel polso che stamattina ho deciso di scoprire dai braccialetti. Il contatto brucia sulle ferite ormai guarite. Le mie cicatrici pulsano in quella presa ferrea e minacciosa. Ingoio un groppo di saliva, decisa ad affrontarla.
"Vattene." Sibilo reggendo il suo sguardo. In quegli occhi smeraldo vedo il mio riflesso, realizzando che quel mostro mi ha messa al mondo ventitré anni prima.
"È il matrimonio di mio fratello e vuoi che me ne vada? Inutile ragazzina." Ride amaramente e mi squadra.
"Guardati, così debole e incapace ad affrontare la vita se non fuggendo."
Le sue parole sono come veleno in circolo nelle mie vene. Mi prosciugano le forze, annientando la mia lucidità di pensiero.
"Almeno non distruggo le vite che tocco." Il mio tono di voce è flebile, si disperde con il chiacchiericcio delle persone invitate al matrimonio.
"Perchè sei il mio più grande errore. E gli errori vanno eliminati." Lascia il mio polso con fare teatrale, come se si fosse scottata al solo contatto.
Si allontana con fierezza nel suo tailleur cipria, lasciandomi sola e svuotata da quelle frasi di odio.
Tutto questo solo perchè le ho detto che mi piacciono le donne. Tutto questo solo perchè sono uno spirito libero in cerca della sua arte. Lei sa le mie capacità e le teme, è solo una maschera in silicone quella che indossa. Nasconde la sua pelle impura sotto l'acido che sgorga da ogni poro della sua corazza.
Nel piccolo bagno, mi sciacquo i polsi con l'acqua fredda. Devo annientare le sue negatività nella mia anima. Mi guardo allo specchio e sotto quella luce vedo la donna che abita in me. Una donna forte in un corpo da ragazza, è giunto il momento di togliere gli artigli.
Sciolgo le trecce, smuovendo i miei boccoli per renderli più vaporosi. Ora si che si ragiona.
Raccolgo le ultime forze rimaste dopo le sue parole e mi sorrido allo specchio, prima di uscire da questo spazio angusto.
Raggiungo Savannah e Daedran al tavolo in cui spicca un palloncino a elio con il mio nome. Ieri Daedran mi ha aiutata a legarli a ciascuna sedia, cento ventidue palloncini, uno per ospite.
I nomi li ha scritti Rhea, ha insistito per occuparsi personalmente delle tavolate.
Sorrido a entrambi, mascherando il pizzico di dolore che è rimasto arenato sul fondo del mio stomaco.
"Eccoti, iniziava a mancarmi la tua presenza," scherza Daedran.
"Due giorni insieme e già fate combriccola?" Savannah gli tira un pugno leggero sulla spalla, sicuramente si conoscono.
"Molto probabile." Mi accomodo accanto alla mia amica, grata di questa atmosfera frizzante che si è creata. Un ragazzo del catering mi versa dello champagne nel calice apposito. Ne prendo immediatamente un sorso, sperando che l'alcool faccia effetto velocemente.
"Non abusarne." Una mano calda si appoggia sulla mia spalla. Percepisco una presenza così famigliare dietro di me, il cuore accelera martellando sullo sterno.
Mi volto per guardare Azzurra in faccia. Una rabbia inaspettata libra le sue ali in me, si libera dalle catene con cui era bloccata nei miei abissi più bui.
"Non sono affari tuoi." Assottiglio lo sguardo, ai suoi occhi dolci sta volta non abbocco.
"Va bene," alza le mani in segno di resa "ma permettimi di-"
"Permettimi un cazzo, Azzurra. Gira alla larga da questo tavolo."
Con gli occhi sbarrati, velati da un cipiglio di sorpresa per la mia reazione, mi indica dove è seduta con un cenno del capo.
Daedran e Savannah fingono di farsi gli affari loro, ma so che stanno ascoltando la nostra discussione. È impossibile ignorare la bomba che è esplosa in me.
Le mi guance si imporporano, stringo i pugni.
"Non vuoi parlarmi? Va bene, lo accetto."
"No che non lo accetti!" La mia voce è più alta di qualche ottava. Alcuni occhi indiscreti ci osservano curiosi, altri ci ignorano continuando le loro interazioni umane.
Uno sguardo cattura la mia attenzione: quello di mia madre seduta accanto a mio padre. La lussuria di fronte a quella litigata mi fa tremare la carne.
Azzurra si siede al tavolo, al nostro tavolo, non curante della rabbia che mi ribolle dentro.
Danny mi scruta da lontano sorridendomi con gli occhi.
È solo questione di ore e tutto questo sarà solo un lontano e terribile ricordo.

Unexpected ~ lesbianWhere stories live. Discover now