Capitolo 14

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DELPHINIUM

Sinceramente tua,
conquistata un po' alla volta,
come i chicchi di una spiga
nelle mani di un bambino.                                                              

Azzurra

Il suo respiro regolare mi tranquillizza, sta bene.
Le accarezzo la schiena nuda, il suo viso a pochi centimetri dal mio.
Il cielo mi ha mandato un angelo meraviglioso. È bella da vivere, con i capelli disordinati e il trucco sbavato. La fronte corrucciata anche nel sonno mi permette di capire che è costantemente tormentata, ma da cosa?
Le sposto una ciocca rossa dal viso, la sua pelle mi scotta le dita. Sono pronta ad assorbire il suo fuoco infernale pur di concederle la calma nell'anima. A quel contatto il mio cuore precede i pensieri, mi sussurra amore allo stato puro.
Il nodo in gola che mi ha impedito di dormire per tutta notte si stringe.
Voglio davvero incasinarle la vita?
Mi alzo cauta, allontanandomi da quel corpo colmo di fragilità a me ignote. Devo resistere all'impulso di non stringerla al mio petto, non posso lasciarmi coinvolgere dalle mie debolezze.
Dopo essermi vestita, mi assicuro che lei dorma ancora prima di uscire dal suo appartamento.
Le prime luci dell'alba si insinuano fra i grattacieli di Los Angeles. Il mio cellulare vibra in tasca.
"Hai fatto come ti ho detto?" Quella voce mi fa rabbrividire ogni volta.
"Mi serve più tempo," sbuffo. Mi farà impazzire la sua insistenza, vorrei non mi avesse mai trovata.
"Azzurra, sono mesi che attendo con pazienza la mia vendetta, mi sto innervosendo."
Quel tono mi riempie di ribrezzo verso questa donna, non capisco come una mamma possa odiare la figlia a tal punto da distruggerle i sogni.
"Tua figlia non è una ragazza frivola come credi, abbi pazienza e avrai la tua vendetta." Non so come riesco a mantenere la calma, soprattutto ora che conosco Alice di persona. Quando ho sottoscritto il patto con il diavolo non avevo la minima idea di quanto fosse fantastica. Non ci voleva che mi rubasse il cuore, eppure l'ha fatto con la sua spensieratezza.
Ripenso alle pieghe corrucciate della sua fronte, a quante volte ho notato che si morde nervosamente le guance ignara di chi la circonda. Questa ragazza ha bisogno di amore, ma non posso innamorarmi di lei finché sono in questa terribile gabbia.
"Muoviti." Sibila e riattacca. Ho bisogno di staccare la spina dal mio cuore e la mia mente.
Il ranch sarà la soluzione a questa mattinata iniziata con il piede sbagliato.

Alice

La sveglia trilla sul comodino, allungo la mano per zittirla.
Apro gli occhi infastidita dalla luce che filtra dalla tapparella della finestra. Fare le ore piccole non mi fa bene, mi sento la testa pesante e i pensieri annebbiati.
Mettendomi a sedere avvolta nel lenzuolo noto che Azzurra non c'è. Non capisco perchè quella donna ama abbandonarmi nel mistero, vorrei delle spiegazioni che a quanto pare non posso conoscere. È come se stessi naufragando chissà dove, senza un approdo saldo nella mia vita. Non ho bisogno di essere il gioco di nessuno, soprattutto io non sono la sua bambolina. Allungo le braccia sopra la testa, sollevata che stanotte nessuna paura nascosta nel mio cuscino mi abbia torturata. Temo i miei sogni tanto quanto temo di perdere le persone che più amo. Azzurra purtroppo sta entrando nella categoria 'persone importanti' e non sono capace di evitarlo.
Posso solo sperare di non pentirmene, di non soffrire per l'ennesima donna. Una volta mi è bastata nella vita.
Mi preparo ed esco di casa per andare al lavoro.
"Buongiorno raggio di sole," Danny sorride appoggiato alla macchinetta. Ha il viso stanco, di chi è stato sveglio tutta notte per lavorare.
"Buongiorno," ricambio il sorriso e mi avvicino a lui.
"Nel mio ufficio, subito." Indica serio la porta in fondo al corridoio con un cenno del capo. Questo cambio repentino di umore non promette nulla di buono.
Entro nel suo studio e mi accomodo sulla poltroncina di fronte alla scrivania in legno massiccio.
Lui si siede impeccabile, le spalle dritte e la mascella contratta gli conferiscono l'aria da duro.
Congiunge le mani e sospira un po' troppo teatralmente per le mie abitudini.
"Cosa succede?" Mi mordo la guancia, nervosa per la situazione che aleggia nella stanza.
"Nulla, volevo spaventarti," ride e si rilassa immediatamente.
Rilascio il respiro che avevo trattenuto, l'agitazione in me si affievolisce.
"I capitoli che mi hai mandato questa settimana funzionano, Alice voglio che a fine mese il romanzo sia finito," mi guarda con i suoi pozzi neri, mi agito sulla sedia "abbiamo delle proposte editoriali, ma vogliono il manoscritto completo." Sorride.
È così bello leggere negli occhi di una persona l'orgoglio per il prossimo; negli occhi di Danny vedo quanto è fiero di me.
"Non mi sembra vero," i pensieri distanti, ma il corpo presente. Mi sento catapultata in un altro universo, tutto questo non può essere reale. Il sogno di una bimba di soli sette anni che ora sta diventando realtà.
"Lo so, sono contento per te. Ora riprendi a scrivere." La sua mano calda si appoggia dolcemente sulla mia. Non sarò mai in grado di trasmettere quanto io sia grata a quest'uomo. Mi ha presa per mano dal mio naufragio, riportandomi a galla in un oceano a me sconosciuto.
Interdetta dalla notizia torno in ufficio.
Il cursore sulla pagina bianca lampeggia, i miei occhiali spessi soppesano le parole che il cuore detta alla tastiera. Sento il bisogno di raccontarmi, quella che sto scrivendo è la mia storia. Ogni capitolo merita un posto speciale nel mondo, merita una casa e un amore incondizionato da chi se ne può prendere cura. Le mie parole non sono per tutti, sono per le anime fragili. Per le persone forti che vengono troppo spesso travolte dalle turbolenze della vita, ma il macigno che portano nel petto le terranno sempre ancorate a terra. Scrivo per l'amore di donare alla gente una storia in cui immedesimarsi, in cui trovare l'ancora di salvataggio nel mare nero in cui naufragano.
Il pomeriggio trascorre troppo velocemente fra parole non dette e pensieri messi alla luce del sole.
Mi soffermo a guardare quante cartelle ho creato. Custodiscono le radici del mio futuro, quel pezzetto di vita al quale lavoro da anni.
Mi sgranchisco le gambe. Stasera sarò ospite a casa di Danny, sono pronta a conoscere Rhea.
Guardo il cellulare, nessuna traccia di Azzurra, praticamente gli unici messaggi che ricevo sono dei miei genitori. Rispondo sempre vaga e minimizzando le loro parole, d'altronde è colpa loro se sono oltre oceano. Forse dovrei ringraziarli, perchè con l'odio mi hanno permesso di riscoprirmi e amarmi da sola, per quello che sono. Non perdo nemmeno tempo a spendere pensieri per loro, non meritano la mia attenzione.
Azzurra... quel nome risveglia tutti i miei sensi. Sospiro triste, vorrei fosse più presente nelle mie giornate, ma non posso tormentarmi anche per lei.
Posso aspettarla, darle tempo, ma nel frattempo devo vivere la mia vita al meglio. Al pensiero gli occhi pizzicano e lo stomaco frizza terribilmente.
Sono così rotta dentro che queste parole, fra qualche ora davanti allo specchio, saranno solo un vago ricordo sciupato dalle lacrime.

Unexpected ~ lesbianWhere stories live. Discover now