Capitolo 19

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MIMOSA

La forza di inseguire le passioni,
il desiderio di avverare un sogno
sono il motivo per cui il mio cuore batte.
Sono giorni che Danny cerca di parlarmi, ma non posso fare a meno di ignorarlo se non si tratta di questioni lavorative.
Mi concentro sulla pagina bianca, ignorando ciò che mi circonda. Con la coda dell'occhio vedo i suoi capelli biondissimi e la camicia nera stagliarsi di fronte alla mia scrivania.
"Sto lavorando, mi servono altre cartelle per fine mese."
"Non mi interessa, Alice." Il suo tono fermo mi mette a disagio, non so come atteggiarmi sapendo che oltre al mio capo è anche mio zio. L'unica persona che poteva evitare di incasinarmi la vita lo sta facendo proprio ora. Mi chiude il computer sotto il naso, lo guardo innervosita. Non posso e non voglio mancargli di rispetto, ma il suo atteggiamento nei miei confronti è stato da perfetto bugiardo.
Come posso fidarmi di lui?
Prendo un respiro profondo e mi mordo l'interno della guancia.
Si siede di fronte a me, sento il suo sguardo concentrarsi sul mio viso. Se fisso i suoi occhi neri potrei annegare nel buio che il mio cervello evita da giorni, troppo profondo per addentrarcisi da solo.
"Parlami," è una supplica, lo percepisco dalla sua voce.
"Cosa pensi che voglia dirti, Danny?" I miei occhi lucidi si fissano nei suoi. "Oppure preferisci zio?" Sottolineo l'ultima parola, vorrei capisse il peso che ho dentro il petto.
"Dimmi qualsiasi cosa, ma non evitarmi," sospira "volevo solo proteggerti."
Chiudo gli occhi, in queste situazioni mi risulta difficile fare mente locale. Soprattutto se devo mantenere il controllo e l'unico mezzo che ho per farlo è torturandomi le guance con i denti.
"Promettimi che risponderai sinceramente alle mie domande," lo guardo, una goccia calda mi accarezza la guancia, fuggita dalla sua gabbia di dolore.
Fa un cenno rapido con il capo.
"Senti ancora la mamma?" Incandescente come lava quest'ultima parola mi brucia la gola.
"No , tua madre ed io non ci parliamo da quando hai preso l'aereo per l'America. Mi ha odiato quando le ho telefonato per dirle che eri arrivata sana e salva, non le importava nulla. All'inizio la aggiornavo sul tuo nuovo stile di vita sano e genuino, le scrivevo cosa mangiavi e che uscivi spesso con amiche, ma dopo poco mi ha bloccato su qualsiasi mezzo di comunicazione elettronico disponibile."
Mia madre è diventata così da quando le ho detto di essere lesbica, avessi potuto sparire per lei avrebbe solo migliorato le cose. Purtroppo però, è sempre stata maniaca del controllo quindi ero costretta a sanguinare ogni giorno fra le sue grinfie.
Voleva cambiarmi, migliorarmi a detta sua, ma non potevo dire cosa scegliere al cuore.
"Non mi stupisce," sospiro, la rabbia che poco fa ribolliva in me si sta attenuando lentamente.
"Voleva trasformarti nella ragazza che non sei e io gliel'ho impedito, non potrà mai avere il controllo su un'anima come la tua. Ti ricordi il giorno del tuo diciottesimo compleanno?"
Lo guardo corrucciata, certo che me lo ricordo.
Allunga una mano verso il mio polso, accarezza un ciondolo del mio bracciale. Ha la forma di un libro con la scritta I sogni nascono dal cuore - D.
"Hai sempre creduto che la D fosse per Dorothy, vero?"
Faccio cenno di si, interdetta dalle sue parole.
"Questo ciondolo te l'ho spedito io, ma i tuoi genitori non dovevano saperlo altrimenti non ti sarebbe mai arrivato. È stata della nonna l'idea." Sorride nostalgico senza staccare gli occhi da quel minuscolo pezzo di metallo.
Danny mi conosce meglio di quanto pensassi.
"È il regalo più bello che qualcuno mi abbia mai fatto," ed è vero. È adatto a me, perchè mi piace che le cose abbiano un significato.
"Come sapevi della malattia della nonna mentre lei era in ospedale?" Colgo l'occasione di fargli tutte le domande del caso, ho bisogno di risposte.
"Alice," si morde il labbro inferiore "la nonna non l'ho sentita per mesi, solo qualche telefonata. Mi raccontava che tu eri sempre al suo fianco, che passavi le notti con lei, ma quando si è aggravata ha smesso di rispondermi."
"Ho sentito tua madre quando è morta, un semplice messaggio con quella parola così dolorosa. Ho preso il primo aereo disponibile e al mio arrivo ti ho vista per la prima volta. Ti guardavo da lontano, come si guardano le cose belle, ma impossibili."
Lo guardo, la tristezza nei suoi occhi mi spezza il cuore. Però nel profondo della mia anima sono sollevata dalle sue parole, tutto prende senso nelle fila dei miei ricordi.
"Non potevo avvicinarmi a te, ma credimi che avrei voluto abbracciarti con ogni fibra del mio corpo. Così minuta in quell'abito nero, spenta e dolorante. Ero distrutto per Dorothy, ma vedere il tuo viso privo di speranze mi ha devastato."
"Sapevo il valore che avevate per entrambe, volevo che tu trovassi quell'appoggio che hai sempre cercato in me, perchè ho sempre saputo apprezzarti per la ragazza dolce che sei, non per le cattiverie che tua madre dettava alle tue spalle."
"Danny..." esito, non so proprio cosa dire.
"Restiamo uniti almeno noi, realizziamo qualcosa di bello come nonna Dorothy ha sempre voluto."
Con le lacrime che mi rigano il viso mi alzo e lo abbraccio. La sua presa salda mi avvolge mentre singhiozzo fra le sue braccia muscolose.
È bello e terribile quello che le sue parole mi hanno trasmesso, le emozioni si contrastano fra loro impedendomi di pensare lucidamente. Mi accarezza la schiena, sospira.
"Per rispondere alla tua domanda, al lavoro sono Danny. Fuori da queste quattro mura chiamami zio, per favore. È da quando vagavi nella mia villa, a piedi scalzi con il pigiama dagli orsetti rosa, che volevo chiedertelo." La sua voce è sofferente, ammettere la verità gli è costata la mia fiducia.
"Parlare risolve qualsiasi cosa." Intrappolata nel suo calore, assaporo quell'attimo che avrei voluto vivere fra le braccia di mamma e papà.

I sogni nascono dal cuore.
Le parole riecheggiano fra le pareti della mia mente. Ho sempre fatto tutto con amore, dalla semplice camminata per andare al lavoro a una carezza verso una persona amata.
I miei sogni sono rimasti in gabbia per troppo tempo, è ora di liberarli e inseguirli per far si che si avverino. Sono stanca di aspettare il coraggio, più il tempo passa meno sogni ho a disposizione.
Voglio cogliere l'attimo, godermi questo momento di pace nell'anima per realizzarmi come persona.
Sto lavorando al mio romanzo, la possibilità di pubblicarlo ormai è alle porte. Adesso devo ascoltare la fetta di cuore dell'amore. Azzurra è parte delle mie giornate tanto quanto lo è Danny, devo dirle cosa provo. Sento il bisogno di darle il posto che merita al mio fianco.
Allungo la mano sul comodino per prendere il cellulare.

Ci vediamo all'alba in riva all'oceano.
Buonanotte <3

Unexpected ~ lesbianWhere stories live. Discover now