Capitolo 31

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ESAFOGLIO

La vita è un bagliore di luce,
un fuoco che arde sempre acceso dalla forza.

Le palme perfettamente equidistanti scorrono ai miei lati creando dei giochi di ombre sul viale sterrato. La valigia che trascino ogni tanto si blocca per via dei sassolini, devo darle qualche strattone per incitarla a seguirmi.
Prima di suonare al citofono della casa di Danny prendo un respiro profondo. Il sole caldo mi bacia le spalle scoperte dalla canottiera aderente che indosso. Non vedevo l'ora di fasciare il mio corpo con indumenti estivi. I tatuaggi dipingono la mia pelle di macchie nere. Semplici disegni che rispecchiano la vita della mia anima.
"Ciao," Rhea mi sorride calorosamente mentre varco la soglia di casa. Il borsone emette un tonfo sordo appena tocca il pavimento, solo ora, con la spalla leggera, mi accorgo di quanto fosse pesante.
Mi serve solo una settimana di tregua dal caos del mio appartamento. Ho bisogno di schiarirmi i pensieri, troppi ricordi riaffiorano tra quelle pareti.
In questa villa, invece, trovo la forza che fino a poco fa mi stava abbandonando. Come quando sono atterrata a Los Angeles per la prima volta, vedo speranza nel marmo nero dei pavimenti e nelle pareti bianche che ora mi circondano.
"Grazie Rhea per l'ospitalità."
"Sei a casa e lo sai, di qualsiasi cosa hai bisogno non esitare." Mi accarezza il viso spostando una ciocca ribelle dietro il mio orecchio destro.
La osservo allontanarsi nel corridoio, un abito le fascia la vita evidenziandone le curve sontuose.
Si volta lentamente, osservando il mio viso stanco.
"Sei una stella, non lasciare che gli altri spengano la tua luce." Sparisce dalla porta che da sul retro, lasciando che questa frase si depositi nelle radici del mio cuore.
È sempre così radiosa, vorrei esserlo anche io. Combatto con l'ansia ogni giorno, sperando che non mi divori anche l'ultimo granello di lucidità che mi resta.
Salgo le scale per raggiungere il piano superiore, mi porto dietro il macigno che è la mia valigia.
La mia vecchia stanza è come l'ho lasciata. Profuma di carta appena stampata e fragola, un mix che ho sempre amato. Il letto a baldacchino è al centro, con le tendine bianche stirate a regola d'arte e drappeggiate sui pilastri. Affondo i piedi nel tappeto che nasconde la maggior parte del pavimento, quella pelliccia morbida emana troppo caldo. Il parquet è perfettamente lucidato e la scrivania accanto alla finestra spalancata è come l'avevo lasciata. Un paio di libri impilati, colmi di post-it e un disegno scarabocchiato a matita abitano quella stanza vuota da troppo tempo.
Le tende in lino svolazzano all'aria, la stanza è avvolta dalla brezza marina che il vento trasporta da lontano. Profuma di pulito, di una casa viva e accogliente.
L'ansia blatera nei miei pensieri, si insinua negli angoli più nascosti della mia mente in cerca di turbamento. Io cerco di ignorare il cuore, di non ascoltare i suoi battiti scostanti pulsare sotto le costole.
Mi affaccio alla finestra e non posso fare a meno di cercare la sfumatura dei suoi occhi nell'azzurro del cielo. Quella sfumatura che mi ha incuriosita, luminosa come un diamante grezzo, mi ha fatta innamorare. Nelle onde dell'oceano scorgo lo sguardo cupo con cui mi ha rivelato il suo tradimento. L'oscurità delle ombre del mare è dannatamente pericolosa, io ho corso il rischio e in quelle iridi ci sono annegata senza troppe peripezie. Ho sperato fino a ieri di rivedere quello sguardo cristallino, ma non ho ricevuto neanche un messaggio da Azzurra. È sparita dalla mia vita, ma meglio così.
Ora ho bisogno di concentrarmi sul mio romanzo e su me stessa. Ho bisogno di tempo da dedicare alle mie passioni e ai miei sogni.
Sistemo i vestiti dalla valigia al piccolo armadio sul lato opposto della parete con la finestra. Sono così assorta nei miei pensieri che il mondo circostante non è altro che una nuvola di vapore.
Fra poco ci sarà il matrimonio di Danny e Rhea, sicuramente avrà bisogno di una mano con i preparativi. Sarò lieta di aiutarla insieme a Savannah.
"Come ti senti?" La voce di Danny alle mie spalle è indecifrabile. Un brivido mi accarezza la schiena se penso che quest'uomo sta sacrificando la sua vita per me.
"Confusa," sospiro sedendomi sul letto. Fra le mani stringo un maglione della nonna, quello giallo limone con cui mi accompagnava all'asilo. Da piccola mi metteva di buon umore questo colore sgargiante e insolito. Inspiro, mi sembra di sentire ancora il suo dolce profumo nella stoffa.
Danny toglie i mocassini che indossa sulla soglia della porta della mia camera. Si siede accanto a me.
"Manca molto anche a me." Poggia una mano sulla mia. La sua presa è calda e risoluta, mi regala un briciolo di conforto in questi giorni di caos completo.
"Vorrei fosse ancora qui, al mio fianco, per raccogliere ogni lacrima versata per questo dannato inferno."
"Lo so Alice," sospira "ma lei non c'è più e dobbiamo andare avanti con le nostre forze."
"Mia madre è un mostro Danny, ha manipolato Azzurra pagandole le cure per Firenight. È assurdo che lei abbia accettato di stroncare la mia carriera anche dopo aver capito di provare qualcosa per me."
"L'amore è folle, raggio di sole. Ti spinge oltre ogni limite, soprattutto perchè ti trasmette la forza che nessun altro sentimento può regalarti."
Stringo la presa sul maglione, Danny mi accarezza il dorso della mano con il pollice.
"Una delusione per amore ti rende forte. La complicità con la tua partner ti rende forte. È un sentimento completo che ti scava fin dentro le ossa, rivelando una parte di te che nemmeno tu saresti in grado di conoscere."
"Mi sento tutt'altro che forte in questo momento." Lo guardo. Lascio che i suoi occhi neri come la notte mi scavino fin dentro l'anima. Gli concedo di far parte della mia sofferenza e lui coglie il mio triste bagliore in un attimo. Il suo sguardo dolce mi avvolge, come farebbe un papà con la propria figlia.
"È un insegnamento della vita quello che stai affrontando, ci siamo passati tutti. Ma tu, mio raggio di sole, hai negli occhi una luce che nessun altro può possedere. È la luce della speranza che non si spegnerà mai nella tua anima."
Le lacrime mi rigano il viso, lo abbraccio abbandonando il maglione giallo sulle mie gambe magre.
Ed è in questo momento che l'ansia nel petto si affievolisce, abbandonandosi alla dolcezza di un abbraccio riparatore. La mia mente è ubriaca di pensieri, ma il mio cuore si concede quest'attimo per una boccata d'aria a pieni polmoni.
"È per questo, che mi chiami raggio di sole?"
"Si, perchè il sole non smette mai di brillare anche se nascosto dalle nuvole. Nei momenti in cui la tempesta lo acceca lui protegge la sua luce, sempre più forte senza spegnersi mai. Proprio come te."
"Grazie zio," mormoro con voce tremante. Le sue parole hanno sollevato la mia anima dal peso del dolore, almeno per qualche ora. Hanno rinvigorito la luce dentro di me, quella che temevo si fosse spenta per sempre.
"Ti voglio bene. Te ne ho sempre voluto anche a distanza, fin da quando nonna mi ha avvisato della tua nascita."
"Rimpiango che la mamma ti abbia tenuto lontano da me," abbasso lo sguardo sulle mie mani. Mi mordo l'interno di una guancia per mascherare il disagio della conversazione.
"Anche se è così che abbiamo legato, soprattutto grazie alla nonna che mi ha permesso di riavere una vita mia."
"Questa vita è tua, vivila. Gioca la carta vincente ogni giorno e non pentirti mai della tua scelta, perchè è sbagliando che stai diventando donna."
"Ti voglio bene," la mia voce è un soffio delicato. Il vento ne fa tesoro portandola con sé fuori da queste quattro mura.
Ed è mentre Danny mi bacia la fronte, grato per quelle parole, per poi allontanarsi dalla mia stanza, che la canzone Lights Up riecheggia fra le pareti della mia mente.
Sorrido carica di un'energia nuova e brillante.
Non devo permettere a nessuno di spegnere la luce dentro di me, perchè è proprio questo bagliore delicatamente forte a rendermi viva.

Unexpected ~ lesbianWhere stories live. Discover now