Cap. V - I want to protect you

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"Ben alzato."

Disse il moro bevendo caffè.

Kyle si rigirò nel letto per guardare l'ora.

"Ma è tardissimo! Devo andare a lavoro..."

Esclamò il ragazzo rivestendosi in fretta e furia.

Blake ridacchiava, seduto su una poltrona.

"Lo trovi divertente?"

"Sai che giorno è oggi?"

Gli chiese il moro.

"Oggi è..."

"Sabato. Niente lavoro, ci siamo solo io e te."

Concluse Blake spingendolo sul letto.

Kyle arrossì, il solo pensiero di poter trascorrere il weekend con lui lo rendeva dannatamente felice.

"E' stato bello ieri sera."

Affermò il moro baciandolo con tenerezza.

Rimasero sdraiati l'uno accanto all'altro ancora per un po'. Fuori pioveva a dirotto ma a loro non importava: avevano il sole dentro.

"Sai, stavo guardando il tuo tatuaggio... è veramente bello."

Esordì Kyle.

"Mi fa piacere che sia di tuo gradimento. Tu ne hai qualcuno? In realtà, è una domanda sciocca dopo averti visto nudo."

Commentò Blake.

"Beh... mi sarebbe piaciuto, ma la mia famiglia non voleva."

Disse Kyle arrossendo.

"Sai, c'è una lunga storia riguardo al dragone sulla mia schiena..."

Affermò il moro raccontandogli un altro frammento della sua vita. Quel tatuaggio risaliva al periodo in cui era un adolescente ribelle, alla disperata ricerca del suo posto nel mondo.

"... facevo parte di una gang, ero il loro "boss". All'epoca ero solo un ragazzino, ma ne abbiamo combinate tante. Si trattava per lo più di piccoli furti, bravate di cui non vado particolarmente fiero."

Concluse Blake.

"Tutti commettiamo degli errori. Il passato, a volte, c'insegna ciò che non vorremmo mai diventare."

Affermò Kyle posando la testa sul suo petto.

"Veniamo da due mondi completamente diversi, ma compatibili. Sei così puro e trasparente, a volte sembri un po' ingenuo ma è proprio questo che amo di te."

Confessò il moro.

Stavano per baciarsi, ma il citofono suonò.

Kyle s'alzò per andare a rispondere, ma a causa del maltempo non si sentiva alcuna voce dall'altra parte.

L'ospite inatteso salì le scale, finché non raggiunse la porta dell'appartamento.

Qualcuno bussò due volte.

"Chi è?"

Chiese Kyle. Nessuno rispose.

Blake, nel frattempo, s'infilò una pistola nei pantaloni. L'aveva tenuta nascosta fino ad allora temendo che Kyle, vedendola, si sarebbe spaventato o che, ancor peggio, avesse pensato male di lui.

In un quartiere del genere sapersi difendere era una priorità.

Kyle aprì la porta e si ritrovò dinanzi l'ultima persona che avesse mai voluto rivedere.

"Papà, cosa ci fai qui? Chi ti ha dato il mio indirizzo?"

Gli domandò di getto.

"Sono venuto a prenderti. Piuttosto, chi è quel ragazzo?"

The color of your eyesWhere stories live. Discover now