Per un re leone nascono almeno tre iene (12)

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ARLENE

Ci sono tante cose che non ho mai capito della mia vita

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Ci sono tante cose che non ho mai capito della mia vita. Come, per esempio, la mia tendenza all'auto sabotaggio. Come Aiden, di cui non ricordo il cognome ,sia entrato nella mia vita.

Come Mackenzie Hollister appia sempre un confetto rancido. Come Anastasia Ivanov abbia fatto in una settimana quello che io non sono riuscita a fare in tre anni.

Ma ,soprattutto, come mio fratello trovi sempre il modo di rompermi in cazzo. Deve essere un talento,per forza.

«Avevi lo psicologo,Arlene. Che cazzo!»

Se gli dicessi che ero a studiare e non ho visto l'orologio,mi crederebbe? Probabilmente no. Non ci credo nemmeno io. Meglio puntare su qualcos'altro.

«Mi ero addormentata,non farne una tragedia»

Benjamin borbotta qualcos'altro di incomprensibile. Non vuole fare una tragedia davanti a tutti i presenti,che come noi aspettano il loro turno. Tanto l'ha già fatta sia a casa che in macchina,ci mancherebbe solo dallo psicologico, pochi minuti prima di entrare.

«Sei inaffidabile» continua,ma non si stanca mai dire sempre le stesse cose?

«Si,si adesso mi accompagnerai ad ogni seduta e bla bla»

L'ha ripetuto come minimo mille volte. «Possibile che io adesso sia costretto a perdere tempo così». Noia. Cagazzo.La vita non ci obbliga a fare niente,nemmeno a viverla ,e lui parla di essere obbligato a portarmi dallo psicologico. Chi è il vero malato mentale,alla fine?

«Ringrazia Dio che aveva un ora libera, oggi»

«Ma se la paghiamo!E lei che dovrebbe ringraziarci!»

Dovrebbe ringraziare i miei genitori e mio fratello, più che altro,non me. Sono troppo apprensivi,io sto bene. Si ,posso dare l'impressione di essere una mezza depressa,ma sono sempre stata così. L'adolescenza dona le tette,la mascella definita,i peli,la voce,a me invece,ha dato il caratteraccio.

Alla fine la donna dietro la scrivania mi chiama. Mi alzo,senza guardarmi indietro. Andare dalla psicologia è normale,mi ripeto inutilmente. Eppure sono sicura che ne Anastasia ne Mckenzie ci siano mai state.

La porta della dottoressa è aperta,ricambio il suo saluto ,con meno entusiasmo. Non è che non credi in questa scienza, è che davvero su di me, è una perdita di tempo. Nessuno lo capisce. Io non voglio stare meglio,io sto bene gia cosi.

Mi stendo sul lettino fissando il soffitto color crema. È così deprimente.

«Oggi vuoi raccontare qualcosa?» mi chiede gentilmente con un taccuino in mano.

No.«Scusa se ieri non ti ho avvertita» ignoro la domanda. Benji inorridirebbe se sapesse che ho dato del "tu" alla dottoressa,ma a me non piacciono queste forme formali. Soprattutto riceverle.

La morale ha standard estetici Where stories live. Discover now