DALL'ALTRA PARTE

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<<Non posso stare a guardare
ferma e immobile. Non
conosco nemmeno una
sensazione. Vorrei toccarti
per vedere di cosa sei fatto>>

Amburgo (Germany) 1992

<<Non voglio andarmene via da qui!>>

<<So che sarà difficile per te, ma Victoria è il posto migliore dove andare. Ti troverai bene.>>

Presi di forza tutto ciò che mi era rimasto della mia vecchia casa e lo strinsi più forte che potevo per l'ultima volta. Tra una settimana saremmo partiti e non c'era modo di rimanere qui.
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Fin da piccola ho avuto una sensibilità molto forte con le persone(anche se loro non lo sanno). Non fa niente. Da mia madre ho preso la mia immensa educazione e sensibilità.
Da quando non c'è più porto i suoi dettagli come fossero tatuaggi.

Da bambina la mia vita è stato cambiata per sempre. Mia madre... era Incredibile!

Ogni tanto balliamo ancora, non più nello spazio libero della cucina, circondanti dai piatti ancora da lavare, con la musica che ti accarezza. Sentivo le sue mani strette alle mie, mentre giravamo fino a farci venire il mal di testa, tra un sorriso ricambiato l'una con l'altra. Ora non posso più riaccendere le emozioni in cucina, ma ogni tanto balliamo ancora sull'immenso spazio ancora vuoto nel mio cuore.

Mi ricordo dei tuoi occhi impressi su di me, della tua voce delicata che mai mi ha fatto un rimprovero, delle tue carezze, avvolte da un senso di responsabilità verso gli altri. Fisico da modella, lineamenti perfetti e capelli che arrivavano fino alla nuca. Eri perfetta. Sto cercando di essere come te, senza sapere bene come fare.
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Houston (Texas) 1992

Il primo passo in America. Il mio primo passo verso una nuova vita. Non avrei più potuto vivere nella riconquista dello Stato Germanico. Almeno qui la gente era migliore. Sognano tutti. Credono nella fortuna e nei miracoli. Dovevo diventare in grado di sognare anche io.

La casa a Victoria era enorme, non arredata, ma mio padre aveva già pensato a tutto. Sapeva gestire bene la situazione, arrivavano imballaggi ogni giorno. Appena entrai notai subito il pavimento in parquet sottilissimo, una sala enorme con un divano magnifico.

La mia camera si affacciava su un parco, li vicino riuscivo a vedere i bambini che giocavano accompagnati dai genitori. Un po' mi ricordavano me da piccola, quando potevo cosa essere contenta. Sarei stata solo una ragazza che guardando quel parco potrà ritrovare solo i vecchi ricordi di quando sua madre la portava li. Senza vittimismo, con la delicatezza che ho assimilato, distolsi lo sguardo e sperai che quei bambini rimanessero così, senza soffrire come me.

Il primo giorno di scuola mi svegliai due ore prima per prepararmi. Non mi importava di cosa pesassero le persone di me, però allo stesso tempo volevo arrivare nella versione migliore di me stessa. Mi feci una doccia fredda alle sei del mattino, (dolorosa). Non sono mai stata una che preferisce l'inverno o le temperature basse. Quando faceva freddo in Germania, mi rintanavo in due coperte addosso, girando per casa.

Dopo essermi asciugata il corpo, iniziai a truccarmi, forse un dei trucchi più pesanti della mia vita. Nascondevo perfettamente ogni particolare di me che non mi piaceva. Per fortuna i miei lineamenti era come quelli di mia madre e ogni volta che mi preparavo non dovevo nemmeno impegnarmi più di tanto.

Mi accolsero Mia e Emma. Due ragazze che non rispecchiavano il mio modo di essere. Avevano qualche peccato di passaggio che ne aveva distrutto la purezza. Furono gentili con me e feci altrettanto.

ᦓρꪊᛕWhere stories live. Discover now