MILE HIGH

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<< Tra le mie braccia, avvolto.
Non so da dove inizi e da dove
comincio. Come se avessi trovato
un amico immaginario e quando
rimango solo mi manca tutto>>

Dovrei lasciare tutto e scappare nel peggior locale di Houston, dove non mi troveranno mai.
È l'unico modo che ho per fuggire dall'euforia che scorre nelle vene di Pap e Kid per questa serata.

Quasi a notte tarda sento bussare alla porta. La mia speranza era tutta sul demonio. Speravo fosse venuto per prendere la mia anima, oppure propormi qualcosa di interessante.

Tirata giù la maniglia, con tutta la calma del mondo, mi ritrovo davanti a Kid con le tre cacciatrici di alcool dietro. Credo che non vedessero l'ora di bere e dimenticare le mille ansie e i brividi che la mattina ci aveva messo addosso.

<<Dai, potevi almeno metterti una camicia!>> Disse Kid

<<Questa felpa è la peggiore che ho travato.
Ho cercato in ogni modo non farvi sfigurare ma niente, siete orrendi lo stesso.>>

Eravamo in un Hotel che si interfacciava con il centro.

Arrivati sopra aprimmo la porta e, prima di mettere piede fuori...

<<Finalmente!>> improvvisamente sbucò Pap con delle bottiglie misteriose.

<<Ho procurato solo una bottiglia di whisky e lo spumante che avevano portato a tavola.>>

<<Noi abbiamo i bicchieri e tramezzini presi alla fermata questa mattina.>>

<<Perfetto!>>

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Quello che provo mettendo piede fuori è incredibile.
Sentì il vento accarezzarmi i capelli. Appena alzai la testa vidi quei grattacieli illuminati. Mi sembravano cristalli affiancati da gru che continuavano a costruire futuro.

Il vento che sentivo attraversarmi i capelli faceva ormai solo da comparsa. La luce di quella città immensa mi sovrastava gli occhi, togliendomi il respiro e stringendomi il cuore. Per quanto potessi cercare di demoralizzarmi, in quel momento non potevo fare a meno di sorridere. Avevo regalato ai miei occhi una notte abbagliata da tutto ciò che fino a quel momento potevo solo immaginare.

Sono stato per troppo tempo a vivere le mie emozioni con il buio e l'ambiente di casa Jones. La musica ci ha trascinati a ballare e il ritmo che saliva dava la stessa carica di una sostanza stupefacente . Avevamo trovato il sistema per una dose senza alcun effetto collaterale. Anche se poco dopo si fece trascinare anche la bottiglia di whisky. (Giuro che non ho idea di come fosse arrivata in mezzo a noi)
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<<È la cosa più disgustosa che abbia mai bevuto!>> Mika non sembrava una ragazza adatta a queste situazioni. Mi fece uno strano effetto vederla bere.

<<Sì, è sempre così la prima volta>> Emma confermò che non aveva mai provato a bere whisky.

<<Prendi Scott!>>

Normalmente preferisco rimanere sobrio o almeno lucido, però decisi comunque di bere quella sera, senza preoccuparmi troppo. Mi piaceva sentire l'alcool che mi curava. Non era la prima volta e non sarebbe stata l'ultima. 
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Capitava insieme a Pap di andare ad alcune feste con quelli dell'ultimo anno.

Sapevamo contenerci, a differenza di altri, anche se la sensazione di sballarsi è indescrivibile. Gli scienziati dicono che siano mutamenti nel sistema nervoso, ma non credo ci siano studi o parole per descriverlo.
Alcuni vivono letteralmente in un altro mondo.

Ci sono persone che sono morte a causa di droghe o sostanze, tutto per un secondo di più. In un mondo che non ricordiamo, ma che ci prova a tirare verso di sé con ogni strato di pelle che abbiamo, alcuni lo fanno per divertimento, forse è la cosa migliore. Io comprendo di più la tristezza e lo stare male, forse perché sono triste anche io, ma sicuramente non abbastanza triste da arrendermi.

In alcuni casi la sofferenza prende il sopravvento e anche se sai che farai male alle persone attorno a te o che apparirai come una vittima, vai lo stesso nell'altro mondo, perché la tristezza di questo ti ha schiacciato, sconfitto e tolto ogni speranza che avevi. Anche questo fa parte delle mutazioni e quando prende qualcosa di più profondo nel cervello è difficile ritornare sobri. Rischi di rimanere anni intrappolato nella distruzione a cercare l'unica cosa che possa farti vivere ancora, che possa donarti quel briciolo di sorriso e coprire le ferite che sono troppo profonde ormai per cercare di curarle.
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Nel caos delle risate sono riuscito a sfiorare gli occhi taglienti di Mia, che mi fissava con antipatia da molto tempo.

<<Cosa c'è? Perché mi guardi in quel modo?>> Non mi sono più trattenuto.

<< Voci dicono che tu e Katrin state assieme da due mesi ormai. Non è strano?>>

<<Carina come provocazione comunque non so perché ti interessi tanto.>> Preferisco non parlare di Katrin in questi momenti e poi parlare a Mia della mia situazione non avrebbe portato a nulla.

<<Una volta finito con lei riuscirai a stare da solo?>>

<<Non lo so. Visto che qua c'è qualcuno che conosce meglio me di chiunque altro, perché non me lo dici tu?>>

<<Non ce la farai a stare da solo, è quello il tuo problema, ma ti ci abituerai dopo un po' non ti vorrà più.>>

Questa volta mi faceva più male, non per lei, ma perché ci aveva preso.

Avevo veramente paura di rimanere da solo.
Alcune persone hanno bisogno di ubriacarsi per dirti quello che pensano.

Ero pronto ad indirizzare i miei occhi nelle sue iridi e rispondere nel modo peggiore possibile.
Ma poi...

<<Avanti andiamo a ballare!>> Aggiunge Mika con un tono da leader mentre ci fissava, la sua voce era meno delicata del solito.
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Ormai la festa era finita, gli altri stavano raccogliendo le bottiglie e andando in camera.

<<Scott, non vieni?>>

<<No!>>
Kid era l'unico a sapere quanto sognassi ogni notte questi posti.

<<Capisci perché voglio rimanerne, vero?>>

<<Certo!>>
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Mentre gli altri se ne vanno, mi ritrovo a esplorare la parte più intima di me stesso. Seduto a fluttuare su un tetto, con i piedi sospesi a contemplare i silenzi innumerevoli che mi cullavano.

Poco dopo sento qualcuno che stava arrivando. Appena si apre la porta penso a tutti i mille modi in cui potevo rimanere fottuto rischiando di essere beccato li.

<<Mika... Sei pazza! Stavo per avere un infarto dalla paura.>>

<<Scusami, volevo restare cinque minuti a guardare.... Ecco, tutto.>>

<<Lo so, capisco che vuoi dirmi.>>

In quel momento il tempo inizia a scorrere più lentamente. Eravamo in due a fluttuare con i piedi su Houston, senza sapere nulla l'uno dell'altro. Eppure qualche filo ci aveva portati lì.

<<Io non penso che quello che ti ha detto Mia sia vero. In realtà non capisco questo accanimento verso di te. Credo che tu ti senta molto incompreso.>>

Questa ragazza mi fa sempre più paura, sembra un passo avanti a me. Io non riesco a capirla, eppure lei riesce a leggermi senza avere alcuna informazione.

<<Vedi, è solo un po' ubriaca. Non voglio condannare una persona che beve.>>

<<Però penso che forse ha ragione. Dovrei stare da solo.>>

Quando ce ne andammo porsi la mia mano e con una timida risata la afferrò.

ᦓρꪊᛕWhere stories live. Discover now