IN MY EYES

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<<Non sono poi così triste.
Ti prego, puoi vederci l'amore?
Puoi cambiare il mio destino?
Ancora non ho trovato chi lo fa.
Rimani dentro!
Non sbattere le ciglia.>>

Sono sui trampoli. Se questa volta sbaglio cadrò nell'abisso. È una tortura guardarti piangere, ma la pioggia si è attenuata e ha finito di scorrere sulle mie guance.

Mentre mi avvicino a lei, i suoi occhi diventano più profondi, ancora bagnati, ancora speranzosi che qualcuno arrivi a salvarla.

E appena sono arrivato li i nostri occhi si sono chiusi per non vedere più il passato.

Baciarla mi fa capire che devo ancora assaporare tutto il meglio.

Tu mi stringi più forte che puoi. Io ti accarezzo le guance delicatamente, sapendo cosa si prova a stare dall'altra parte.

Le sue labbra sanno ancora di lacrime, le miei di pioggia. E mischiamo qualcosa di così simile.

Sono fuori da tutto. Finalmente ce l'ho fatta ad andare via da qui.

Muovi le labbra con una sottigliezza travolgente, ci passi la lingua nervosamente perché sei ancora arrabbiata. Io non ho mai baciato Modelle o Star, ma da queste labbra non mi stacco di sicuro.
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Non capivo che in molti momenti avevo la felicità affianco, non riuscivo a vederla fino a questo momento.

Non è da pazzi rischiare di aggiustare le cose?

La verità è che la scelta non è mai stata mia. E cercando di accettare ciò che non era mio, mi sono accecato.
Cadendo in un mare di illusioni e vizi che non mi sono mai appartenuti.
Mi odio per essere stato una marionetta. Mi odio per aver fatto come mi era stato detto. Mi rammarica aver ceduto alle pressioni.
Non sapevo di poter prendere le mie decisioni. Mi è sempre stato detto che non avevo scelta. Che non avevo la capacità di decidere cosa fosse meglio per me. Era tutto sbagliato.

La mia solitudine è senza volto, ma è simile a quella di una donna dai capelli corti e l'educazione celestiale. Altri fantasmi che provano ad assomigliarti hanno l'arroganza di fare un passo indietro quando si sentono autodeterminati, di invocare benevolenza, assecondare il vittimismo e seguire l'adulazione.

La mia solitudine mi ha portato fin qui. La mia solitudine non parla per sentito dire, parla della mia profondità. Amo questa solitudine.

Io e te viviamo nella stessa solitudine, ma ora possiamo prenderci per mano.
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<<Il giorno che ci siamo conosciuti c'era un sole meraviglioso. Era una giornata splendida. Però mi hai baciata in una giornata di pioggia. Adesso stiamo andando da te mentre il cielo è buio e l'unica cosa che lo illumina è una luna piena. È stato strano, ma ho apprezzato che sia stato così.>>

<<Troverò il modo di farti vivere le stesse cose con una giornata simile a quella.>>

<<No. Non funziona così con te. Tu hai bisogno del buio per trovare la luce. Non ti sta bene addosso se non sbuca da qualcosa di oscuro. Voglio che sia come ti ho conosciuto.>>
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Apro la porta lentamente. Questa volta con una persona vicino a me (possibile?).

Jones è probabilmente a letto da un ora. Lei mi mordicchia nervosamente l'orecchio.

Non posso importunare il sonno di Jones. Mi beccherebbe in un momento troppo imbarazzante.

La prendo per mano e iniziamo a salire silenziosamente ogni gradino delle scale. L'eccitazione è un demone che cammina in punta di piedi. Spero di aver lasciato la camera sotto la veglia del Diavolo.

Inutile dire che stavamo correndo? Sì! Correvamo per il brivido di farlo. Ora lei è nella mia stanza. Le sue mani mi sfilano via la maglia tra quel poco spazio che c'è nel mio letto.

Dovrei perdonarmi per aver fatto cose che non mi piace dover raccontare. Faranno parte delle mie cicatrici. Sempre. Questo momento non piacerà alle altre.

C'è così tanto fascino in Mika che non riesco a vedere più nessuna. Le sue dita mi tengono vivo nello spogliarci. Tra un po' finiranno tra i miei capelli. Sto andando tra le sue cosce a salvarmi.
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Partendo dalle labbra, passando per la tua schiena, perdendo il senso di gravità con le mie mani sulle tue gambe, vedendo la luce nelle cose che si fanno al buio. Sto disegnando con le dita le coordinate per aggiustare le mie paranoie sulla strada del tuo corpo. Se l'amore fosse un rituale, ora potremmo evocare gli Dei. Questa notte c'è il tutto esaurito in camera mia.

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