Parte 17 Rovinarmi la vita

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Cerco di allacciare le scarpe seduta sul letto con qualche difficoltà. La gravidanza procede; il giorno in cui Filippo è partito, prima di accompagnarlo in aeroporto siamo stati dal ginecologo per un'altra ecografia. Il dottore ci ha confermato che le cose stanno filando perfettamente lisce, e ci ha comunicato che avrebbe già potuto communicarci quale fosse il sesso del bambino. Entrambi siamo stati presi alla sprovvista, il che può suonare strano, in effetti. Insomma, ormai sono alla fine del quarto mese di gravidanza, ed era prevedibile che potessimo scoprire se nella mia pancia albergasse un maschietto o una femminuccia. Eppure, siamo rimasti entrambi attoniti. Abbiamo deciso di aspettare ancora un po', prima di scoprirlo. Non ne abbiamo mai parlato in precedenza, e per questo vogliamo prenderci qualche giorno per capire se preferiremmo una sorpresa al momento del parto, o no.

Appunto, la gravidanza procede e la mia pancia cresce vistosamente, motivo per cui fatico leggermente a chinarmi ad allacciare le scarpe. Non avrei mai pensato di avere già un ventre tanto ingombrante, in questa fase. Mia madre sostiene che anche lei si trovava nelle mie stesse condizioni, nello stesso periodo di gravidanza. Ad ogni modo, inizio a sentirmi davvero enorme.

Finalmente termino di allacciare le scarpe, e mi osservo ancora una volta allo specchio: sto per affrontare per la prima volta dopo il nostro ultimo incontro nientemeno che Elena. Non so bene cosa aspettarmi: potrebbe comportarsi del tutto normalmente, senza nessun accenno ai nostri trascorsi. Oppure, potrebbe passare l'intera ora di lezione di yoga a provocarmi. Dopotutto, sono certa che abbia deciso di ingigantire la situazione con Filippo solamente per ferirmi. Quanto deve aver creduto che fosse il momento giusto, questo, per tornare finalmente con lui? Per fortuna, avrò come sempre Carolina insieme a me, pronta a sostenermi. In ogni caso, intendo sfruttare tutto il tempo a disposizione per rilassarmi, meditare, e imparare l'arte dello yoga.

Osservo i miei pantaloncini neri, che iniziano decisamente ad essere un po' stretti, e il mio reggiseno sportivo viola. Ora, senza niente altro indosso, posso distinguere perfettamente la rotondità del mio ventre. Mi porto le mani intorno all'ombelico, immaginando una conversazione con l'esserino lì dentro. Chissà, forse si è già instaurata una specie di telepatia, tra di noi. Un livello di comprensione unico e spirituale che solamente noi due possiamo condividere.

Come un lampo, mi tornano in mente gli occhi di Davide, qualche giorno fa, quando se n'è andato dalla libreria lasciandomi completamente stravolta. Non so cosa mi abbia lasciata così turbata, in effetti. Non è la prima volta che mi capita di rifiutare le attenzioni di un ragazzo. E' però la prima volta che mi capita di farlo perché sono incinta. E comunque, sul mio posto di lavoro. Sì, in effetti è stato fuori luogo. Lui è un cliente, e non gli ho mai dato tanta confidenza da fargli credere che avrei ricambiato il suo interesse. Cosa gli ha fatto pensare che potessimo andare d'accordo, in ogni caso? Gli ho rivolto la parola sì e no un paio di volte, che io ricordi. Comunque, si capisce che si tratti di un bravo ragazzo. E' stato così premuroso, qualche settimana fa, ad assistermi quando sono stata male. Mi imbarazza, ora, l'idea di incontrarlo di nuovo in libreria e vederlo distaccato.

Sono persa nei miei pensieri quando sento citofonare. Eccola, è Carolina. Inspiro a fondo, pronta a mettere da parte i pensieri, affrontare la lezione di yoga e anche Elena. Mi avvicino all'ingresso con passo deciso e alzo la voce affinché la mia amica possa sentirmi mentre apro la porta.

"Finalmente sei arrivata, mi stavo congelando vestita così, si può sapere...-"

Mi blocco. Sono obbligata a fermarmi perché di fronte a me non c'è Carolina. No, questa è l'ultima persona che potevo aspettarmi di trovare fuori dalla mia porta.

E' Laura.

La mia unica reazione è sgranare gli occhi. Sono troppo stupita per qualsiasi altra cosa. Abbasso la mano che stringeva la maniglia, incapace di mantenere la presa, e trattengo il respiro istintivamente. Da quando la conosco ho sempre dovuto stare sulla difensiva, per un motivo o per l'altro. Raramente ci siamo trovate da sole, e sicuramente non l'ho mai vista qui, a casa nostra. Cosa diavolo è venuta a fare?

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