Parte 10 Qualcosa è cambiato

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Cammino il più in fretta possibile a passo accelerato, la borsa che dondola e batte al ritmo dei miei passi sul mio fianco, l'aria gelata che mi fa arrossire gli zigomi. Sento bruciare il naso mentre inspiro forte per cercare di regolarizzare il mio respiro. Il pensiero di Davide e di quello che ci siamo detti poco fa continua a bussare alla parete del mio lobo frontale. Cosa intendeva dire? E tutta quella strana tensione, di cosa si è trattato? Perché ho provato tanto imbarazzo quando mi ha toccata cercando di sostenermi, e quando abbiamo parlato alla panchina?

Avanti, Marta. Non arrovellarti il cervello, e rallenta un po' il passo, o rischierai di svenire di nuovo. Sono quasi arrivata davanti al palazzo di casa quando trasalisco colpita dal suono prepotente della mia suoneria. Il nome di Filippo seguito da una faccina gialla con cuoricini al posto degli occhi troneggia al centro dello schermo. Bene, si starà certamente chiedendo dove sia finita.

"Ehi, sto tornando a casa proprio ora, scusami, c'è stato..."

"No, Marta, ascolta." Sono immediatamente zittita dal suo strano tono. Sento un gran vociare di sottofondo. "Non posso proprio raggiungerti. C'è stata un'emergenza, una riunione improvvisa, e dovrò fermarmi per tutto il pomeriggio."

Ha pronunciato le parole con una velocità tale che non sono certa di aver colto esattamente tutto quello che voleva dire. Sento un colpo allo stomaco: sono un po' delusa.

"Oh... capisco." Vorrei chiedergli se non ha proprio modo di liberarsi per nessuna ragione al mondo: dopotutto io ho preso apposta il pomeriggio libero per poter fare acquisti per il bambino. Ma non voglio essere pressante, tutto sommato sta vivendo un periodo lavorativo difficile e non voglio pesargli ulteriormente. "E quando...-"

"Non so dirti quando mi libererò. Ora devo proprio andare."

Ammutolisco, sorpresa. Il suo tono è così distaccato che quasi non lo riconosco. Sfodero comunque un sorriso e mi preparo a salutarlo cercando di dimostrargli tutto il calore di cui sono capace, dopotutto sarà sicuramente dispiaciuto anche lui, e dovrà trascorrere un pomeriggio terribile al lavoro...

"Ok, volevo solo farti sapere che prima ho avuto un mancamento, uscendo dal lavoro. Ora, però, sto...-"

Ma improvvisamente mi accorgo che il brusio di sottofondo che sentivo all'orecchio è svanito: Filippo ha già messo giù.


"Marta, guarda questo! E' splendido!"

Sono frastornata da tutti questi scaffali, questi neon fortissimi, le voci stridule delle tante donne intorno a me. Questo negozio - ma che dico, negozio? questo è un intero villaggio!- è decisamente molto più di quello che mi aspettassi. Ovunque mi giri, sono circondata da file e file di tutine, con manica corta o lunga, di colori pastello o vivaci, con le scritte più disparate, espositori carichi di calzini - davvero esistono tante varietà di calzini da meritare un espositore tanto vasto?- interi reparti di passeggini di qualsiasi dimensione, colore e forma.

Mia madre sembra aver guadagnato dieci anni di vita e zampetta da uno scaffale all'altro entusiasta. Mi sento un po' in colpa per averla chiamata all'ultimo minuto. In effetti, avevo comunque in programma di fare qualche acquisto, anche se contavo proprio sulla presenza di Filippo che di bambini ne sa qualcosa più di me. Ad ogni modo, la mamma è stata felicissima di accettare il mio invito e mi ha raggiunta a casa nel giro di un paio di minuti. Probabilmente era già vestita e pronta di fronte alla porta in attesa della mia chiamata.

Mi sto divertendo moltissimo: l'atmosfera di attesa e fibrillazione è palpabile, tutte queste future madri che volteggiano tra i reparti mi lanciano sguardi di complicità e beatitudine, facendomi sentire parte del club. Allo stesso tempo però mi è capitato di captare parte dei dialoghi tra le avventrici del negozio e i dipendenti che mi hanno enormemente preoccupata. Sembrano tutte così esperte! Parlano con tanta disinvoltura di passeggini ultraleggeri o modulari, tutine pagliaccetto in fibre naturali, seggiolini per l'auto. D'un tratto, lancio uno sguardo globale al negozio e rabbrividisco. Quante cose occorrono ad un neonato? Una cosa così piccola come un bambino appena nato!

Dentro il CuoreWhere stories live. Discover now