Parte 4 Stiamo costruendo qualcosa di bello

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Everyday, it's a-gettin' closer

Goin' faster than a roller coaster

Love like yours will surely come my way.

Canticchio insieme a Buddy Holly mentre sistemo le banconote in cassa. Quello che amo di questa libreria è proprio l'atmosfera fuori dal tempo: in sottofondo c'è sempre musica anni '50, ai muri c'è carta da parati rosa, le lucine di Natale sono ancora tutte accese e intermittenti lungo i lati degli scaffali, grandi cartoncini colorati indicano i nomi degli autori con una grafia infantile, disegni dei piccoli clienti e ritagli di giornale, locandine di film, copertine di libri famosi e album sono appesi alle pareti qua e là, generando un simpatico caos. Poco prima di Natale qui era sempre molto affollato, nella frenesia degli acquisti e dei regali natalizi, ma oggi per fortuna prendiamo un po' di respiro. A vagare tra gli scaffali ci sono tre o quattro persone, tra cui un paio di ragazze ridacchianti che probabilmente si godono gli ultimi giorni di vacanza dalla scuola.

Everyday, it's a gettin' faster

Everyone said, Go ahead and ask her

Sorrido mentre canto le ultime parole della canzone, sistemando la cassa, quando mi accorgo di un'altra voce che sta coprendo la mia. Alzo gli occhi e di fronte a me c'è un ragazzo che quasi nasconde il viso dietro a un grosso volume dalla copertina rossa.

Love like yours will surely come my way.

Abbassa il libro e mi sorride. Io, un po' imbarazzata dall'essere stata beccata a canticchiare completamente sovrappensiero, arrossisco immediatamente. Lui allarga ancora di più il suo sorriso e mi soffermo a osservarlo. Lo riconosco, è un cliente più o meno abituale che mi capita di incontrare qualche volta qui in libreria. Ripesco dai cassetti della memoria un paio di titoli che gli ho imbustato e venduto nelle settimane precedenti: "Le affinità elettive", un paio di libri per bambini, un recente romanzo rosa. Ha capelli castano scuri, le orecchie un po' a sventola, le labbra sottili.

"Sei allegra, questa mattina." La sua voce è più profonda di quanto mi ricordassi.

"Vuoi dire che di solito sono burbera e scorbutica?"

Il ragazzo ride stringendo maggiormente a sé il libro.

"No, assolutamente. Sono Davide." Allunga la mano verso di me facendosi spazio tra una pila di libri e un mare di nastrini sul bancone. Sono presa un po' contropiede, ma gliela stringo con entusiasmo: la sua pelle è caldissima.

"Io sono Marta."

"Lo sapevo già."

Alzo un sopracciglio, scrutandolo meglio. Lui alza l'indice a indicare il mio badge appeso al collo, dove campeggia in caratteri rossi il mio nome.

"Giusto. Che sciocca. Allora, prendi solo questo?"

Afferro il volume, digito il prezzo e ricevo una banconota. Un classico della letteratura gialla. Che strani gusti: gialli, romanzi rosa, classici, penso mentre gli porgo una busta in carta con il suo libro.

"Grazie, allora, Marta. E buon lavoro." Mi rivolge uno sguardo indecifrabile, guardandomi negli occhi un po' troppo a lungo.

"Torna presto!" Gli rispondo assumendo il tono da cortese-impiegata-che-saluta-meccanicamente-i-clienti-tutti-nello-stesso-modo. Il ragazzo alza una mano in segno di saluto in direzione di Miriam, che come suo solito risponde con un grugnito. La porta si richiude dietro di lui facendo impazzire il campanellino.



Quando entro nel locale e mi lascio alle spalle il freddo pungente, finalmente mi sento meglio. E' stata una giornata tranquilla, ma anche piuttosto complicata. Il ritorno alla routine lavorativa dopo le vacanze, e soprattutto il fatto che ne sia tornata decisamente diversa, mi ha un po' scombussolata. E anche fare la conoscenza di Davide mi ha lasciato una strana sensazione addosso.

Dentro il CuoreWhere stories live. Discover now