15

3 0 0
                                    

Città di Gardenia, 2020;

Non appena metto piede in ospedale il telefono mi squilla, lo afferro e guardo chi è.

«Arya?».

«Agente Green ho bisogno di lei, le invio le coordinate. Mi raggiunga al più presto!».

«Veramente io...».

«Agente Green, capisco la sua situazione ma c'è del lavoro da fare! Se non si sente di poter portare a termine il suo incarico si prenda dei giorni di malattia; fino a quando è in servizio lei deve correre».


Arya interrompe la chiamata; mentre mi parlava, Abbie mi è passata davanti senza voltarsi. Avrei voluto chiederle scusa ma non ho avuto l'opportunità di farlo.

Mi arriva un messaggio da Arya.

"Mi raggiunga al più presto a queste coordinate".

Esco nuovamente dall'ospedale dirigendomi in macchina. Prima di salire provo a chiamare l'agente Wilson per informarlo che la signora Marie è morta.

«Pronto?».

«Agente Wilson, sono Lucas. Lucas Green».

«Agente Green, come sta la signora? Ti ho visto uscire di gran fretta dalla stazione».

«Ti chiamo proprio per questo. Non ce l'ha fatta».

«Lucas, mi dispiace molto, se posso fare qualcosa dimmelo».

«No. Nulla, grazie. Volevo informarti personalmente, dato che sei stato tu a farmi avere l'autorizzazione per entrare la prima volta».

«Figurati. Senti Lucas, adesso devo lasciarti che vado di corsa. Se vuoi uno di questi giorni ci vediamo e ci prendiamo una birra».

«Va bene agente Wilson».

Salgo in macchina e collego il telefono via Bluetooth con la radio della macchina, apro il messaggio di Arya ed imposto la destinazione.

Poco prima di partire apro la conversazione di Abbie.

"Abbie, ciao! Scusami, sono stato proprio uno stronzo. Non volevo trattarti male, ma in quel momento non capisco cosa mi sia preso; non sono riuscito a controllare la mia rabbia e l'ho sfogata tutta su di te! Non meritavi questo trattamento, ti prego di perdonarmi. Non so, magari domani a cena?».

Poso il telefono sul sedile dell'auto e mi avvio verso la destinazione inviatami da Arya.

La morte della signora Marie mi ha distrutto, non mi sentivo così da anni. Ho come la sensazione che mi manchi qualcosa, come se mi fosse stata strappata, rubata; un senso di vuoto che mi accompagna per tutto il viaggio.

«La tua destinazione si trova sulla destra»

Alla mia destra vedo una villa imponente circondata da una folta siepe, l'unico punto accessibile è un grosso cancello in metallo dipinto in nero, con due grosse lettere dipinte in oro: R e P.

Parcheggio di fronte il cancello poiché all'interno non c'è posto; la scientifica è arrivata prima di noi.

Un uomo con indosso il camice della scientifica mi viene incontro.

«Agente Green ben arrivato».

«Leo?».

L'uomo toglie il cappuccio e la mascherina scoprendosi il volto.

«Ti hanno messo sul campo adesso?».

«Franklyn aveva bisogno di me sul posto. Il caso beacon ha una nuova vittima».

«Non sono molto convinto per il nome del caso. Chi è la vittima?».

Leopold indossa nuovamente cappuccio e mascherina e mi fa cenno di seguirlo. Prima di entrare dentro la villa mi porge una mascherina.

Come una MedagliaWhere stories live. Discover now