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Città di Gardenia, 2020;

La signora Marie viene caricata in ambulanza, per fortuna sono arrivato appena in tempo, se avessi tardato un altro poco forse non sarei riuscito a salvarla.

Arya e Franklyn sono state le prime persone che mi sono venute in mente quando ho trovato Marie distesa a terra, non dovrebbe accadere ad una persona come me, ma quando la vidi a terra provai rabbia, rancore nei miei confronti; come se quello che le fosse successo non sarebbe accaduto se io fossi rimasto a casa.

Arya è riuscita a farmi tornare lucido, non grazie al suo tatto sicuramente.

«Non devi essere arrabbiato con te stesso, lei non ti veniva nulla, anche se fossi stato a casa tua, non saresti stato in casa con lei».

«Sicuramente avrei sentito tutti quei rumori».

«Sicuramente, ma magari la persona che ha fatto irruzione vedendoti avrebbe reagito in maniera violenta e non si sarebbe limitato solo a legare la signora ed a farle perdere i sensi».

Arya e Franklyn sono ancora qui con me, nella casa della signora Marie. Franklyn ha portato con sé gli agenti della scientifica nella speranza di trovare qualche traccia organica, tramite questa potremmo risalire al DNA dell'aggressore se dovesse essere qualcuno di già schedato. Arya è nel pianerottolo tra la mia porta di casa e la casa di Marie, è al telefono, a prima vista sembra molto tranquilla, passeggia avanti ed indietro e sembra sorridere.

Dentro la casa della signora Marie trovo un piccolo quadretto a terra, il vetro per la caduta si è rotto ma per fortuna la foto non si è rovinata; la foto in bianco e nero sembra ritrarre la figura della signora Marie quando era giovane, abbracciata ad un uomo, un bell'uomo in divisa. Giro la foto e dietro c'è scritta una dedica:

"Mia cara Marie, con rammarico ti scrivo queste parole nella speranza, un giorno, di potertele dire di persona! Con te è stato amore a prima vista e sono sicuro che anche per te sia stato così. La sera in cui ballammo sotto le stelle capì una cosa. Capii che al mio fianco riesco a vedere solo te e nessun'altra! So che scritto nel retro di una foto non è lo stesso ma prometto di chiedertelo di presenza una volta tornato da questa stupida guerra.

Marie Loredaine Parris, vuoi essere l'umile donna di quest'umile uomo per il resto della tua vita?

Firmato, 12/09/1943

Antoine Samuel Hernandez"

Strano, la signora Marie non mi aveva mai parlato di suo marito. Perlustro tutta la casa, ma appese ai muri non trovo altre foto che rappresentino questa coppia.

Mentre sono impegnato a controllare un cassetto, che è stato buttato a terra sicuramente perché il ladro cercava qualcosa di valore, una mano si poggia sulla mia spalla, una mano grossa e leggermente pelosa. Mi alzo e mi volto, di fronte a me un signore: spalle larghe, carnagione olivastra, era pelato ma questa mancanza veniva compensata da una folta barba bianca, il suo viso era pieno di rughe e i suoi occhi erano azzurri. Mi tese la mano.

«Buon pomeriggio agente Green, sono l'agente Wilson. Sono stato chiamato dall'agente Smith per prendere in mano questo caso».

«Buona sera, ti ringrazio ma posso benissimo lavorarci io».

«No! Non puoi».

Dal fondo del corridoio, come pronta a rimproverarmi come solo una mamma sa fare, c'è Arya che mi guarda e mi fa cenno di andare subito da lei; calo la testa all'agente Wilson e gli faccio cenno di accomodarsi.

Percorro il corridoio e vado sul pianerottolo, Arya mi sta aspettando lì, sembra impaziente.

«Ci avrei messo due secondi a studiare il caso».

Come una MedagliaWhere stories live. Discover now