𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟗

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"Sirius!"

Il suo padrino sollevò lo sguardo, poi accorciò la distanza tra loro due e infine lo abbracciò. L'uomo odorava di cuoio, di sicurezza e, sebbene si sentisse in colpa nei confronti di James Potter per averlo pensato, qualcosa di simile a un padre.

"Harry." mormorò. "Stai bene, ragazzo?"

"Mi stai chiedendo se sto bene?" chiese incredulo. "Sei tu quello che quasi si è imbattuto nella morte!"

Sirius emise una debole risata, come un latrato, prima di indietreggiare di qualche passo per fissarlo con un'espressione seria.

"Harry... quel tuo amico." iniziò a dire.

"Tom?"

"Tom." ripeté attentamente Sirius. "Io-"

"Non osare dirmi di smettere di stargli vicino." ringhiò, sentendosi infastidito. 

Sirius appoggiò le mani sulle spalle di Harry.

"Non lo farò." promise. "Stai solo attento, okay? 
Non fare... promesse che non sei disposto a mantenere."

Harry guardò il suo padrino: il suo sguardo era duro. 
Lui lo sapeva. Sapeva chi era veramente Tom.

"Va bene." disse tranquillamente, anche se dentro di sé era convinto che avrebbe fatto tutto il necessario per tenere al sicuro i suoi cari.

"Dico sul serio. Io... non voglio perderti."

Distolse lo sguardo, incapace di sostenere quello sguardo familiare. Sapeva che Harry non aveva intenzione di stare lontano dall'altro, al sicuro. 
L'uomo sospirò.

"Usa lo Specchio Gemello per chiamarmi se mai avessi bisogno di me."

Lo sapeva... eppure non stava scappando, disgustato da ciò.  Non lo chiamava traditore dei Potter.
Harry sentì una piccola e calda sensazione al petto, seguita poi dalla confusione. 
Specchio? 
OH! 
Il regalo che Sirius gli aveva dato prima del trimestre. Sentendosi in colpa, si ripromise mentalmente di aprirlo immediatamente.

"Va bene." disse. 

Rimasero in silenzio per un momento, osservandosi l'un l'altro con reciproca comprensione.

"FUORI! Signor Potter, lei è stato qua a sufficienza! Fuori! Il mio paziente ha bisogno di riposo!"

Sorrise timidamente.

"Ciao, Felpato."

***

Il mattino seguente, sentendosi un po' nervoso e chiedendosi come lo status quo potesse essere cambiato, si sedette al tavolo dei Serpeverde per fare colazione.
Il serpente che era sul suo braccio iniziò a prendere vita non appena si avvicinò a Tom.
Non poté fare a meno di tremare leggermente, ottenendo un piccolo sorrisetto dall'erede di Serpeverde in questione.

"Cosa c'è?" chiese, prendendo di malumore una tazza di caffè.

"Dovresti davvero mangiare di più." disse Tom con nonchalance. 

Ci fu una pausa, poi lui inarcò un sopracciglio.

"Non abbiamo già avuto questa conversazione?" chiese con una voce stanca.

"Sì, ma non mi ascolti mai. Prendi un toast."

Volle ribattere quando la sua mano sinistra iniziò a formicolare. Le sue dita si strinsero sotto il tavolo, mentre la sensazione cresceva... stava diventando fastidioso. 
D'istinto prese un toast. I suoi sospetti furono confermati quando il formicolio scomparve e si accigliò quando vide l'espressione compiaciuta di Tom. 
Bastardo.

Lasciò il toast intatto sul piatto, osservando il Serpeverde con un'aria di sfida.

"Lo sapevi che oggi arriva la nuova professoressa di Difesa Contro le Arti Oscure?" chiese Zevi, mentre mangiava i cereali. 

Il corvino sollevò lo sguardo, ma non disse nulla, continuando a ignorare esplicitamente il pezzo di pane che era nel piatto. 
Durante la mattina non aveva mai fame e con i Dursley poteva cavarsela abbastanza facilmente con solo del caffè a colazione, senza pranzo e poi con un pasto per cena.

"Oh?"

Alphard sembrava interessato a ciò.

"Calmati, ragazzo." disse Abraxas, sorridendo compiaciuto. "È una donna di nome Alecto Carrow..."

"...Alecto Carrow?" ripeté Harry. 

Non era mica...? 
Era abbastanza sicuro che fosse una dei Mangiamorte che non era mai stata condannata e mandata a Azkaban.

"Sì." lo sguardo di Abraxas si posò su di lui. "La conosci?"

Serrò la mascella. 
Bene, almeno la Mangiamorte conosceva le Arti Oscure e avrebbe imparato nuovamente a difendersi.

Fantastico. 
Semplicemente fantastico.

Tom sogghignò, mentre beveva un sorso di succo d'arancia.

"Personalmente non vedo l'ora di incontrarla."

Eh.

"Studenti!" tuonò Silente, con un tono che fece capire che voleva il silenzio. "Il Ministero della Magia ci ha trovato una sostituta per la posizione di professore di Difesa Contro le Arti Oscure... spero che tutti voi la farete sentire la benvenuta." 

Sembrava che avesse mangiato un sorbetto al limone un po' troppo acido. 
Harry non lo biasimava. Il Ministero era davvero così stupido? 
In realtà era una domanda stupida: certo che lo era!

Alecto Carrow si alzò in silenzio. Il corvino aveva voglia di graffiare qualcosa o qualcuno... molto probabilmente Tom. Aveva l'impressione che la sua nuova insegnante fosse una Furia.
Aveva i capelli scuri e arruffati, un'orribile faccia e nei suoi occhi vi era un velo di follia.
Poco dopo si udì un applauso forzato e esitante. 
Chiunque fosse del Mondo Magico sapeva esattamente da che parte stava veramente Alecto Carrow.

Improvvisamente si irrigidì leggermente: poteva avvertire lo sguardo di ogni Serpeverde presente nella sala su di lui. Una Mangiamorte e il Ragazzo-che-visse-per-avere-un-nome-ridicolo-che-gli-hanno-dato (?) era una reazione chimica destinata a avere come finale un effetto esplosivo, proprio come Neville durante le lezione di Pozioni.

"Grazie, preside." sogghignò la donna. "Sono sicura che gli studenti avranno un anno interessante... ricco di informazioni."

Ella mostrò un piccolo sorriso malvagio.

Harry si chiese se l'insegnante gli avrebbe permesso di abbandonare il corso e permettergli di iniziare invece uno studio autonomo. 
L'aria pullulava di adrenalina.  Ne dubitava. 
Strinse i pugni: perché non poteva MAI avere un anno normale?! 
Posò con attenzione la tazza di caffè, prima di gettare la bevanda addosso a qualcuno... cioè a Tom e alla sua espressione intrigante, compiaciuta, così vuota e innocente.

"Oh."

Carrow si alzò nuovamente, come se avesse dimenticato di dire qualcosa. 

"Signor Potter, o Evans... qualunque sia il suo nome, non si prenda nemmeno la briga di presentarsi alla mia lezione a Halloween. Non voglio davvero avere a che fare con le abbondanti pratiche burocratiche e le esperienze di pre-morte che la seguono quel giorno." disse dolcemente.

Silenzio assoluto.

"Non ha tutti i torti."

Era stato Tom a parlare.

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐞𝐟𝐞𝐫𝐢𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐅𝐚𝐭𝐨Kde žijí příběhy. Začni objevovat