𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟓

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Harry scese a fare colazione e nel frattempo sbadigliava e discuteva con Ron sull'innegabile fallimento dei Cannoni di Chudley.
Avevano perso a tutte le partite della stagione e il suo migliore amico ANCORA insisteva sul fatto che erano fantastici.
Davvero.
Alcune persone semplicemente non sarebbero mai cambiate.
Quando entrarono nella Sala Grande, salutò il suo amico e si diresse al tavolo dei Serpeverde.
Amava tantissimo Grifondoro e Ron, ma non sopportava di vedere delle maniere così orribili a tavola di mattina presto.
In ogni caso funzionava in entrambi i modi.
Colazione con i Serpeverde, cena con i Grifondoro e pranzo con chiunque avesse voglia di prendersi la briga di mangiare.
A volte si prendeva semplicemente del tempo per allenarsi.

Si sedette al suo solito posto, ovvero quello tra Tom e Zevi e poi si servì del caffè.

"Sai, non è proprio salutare bere solo caffè di mattina." fece notare Tom.

Il corvino inarcò un sopracciglio, bevendo deliberatamente un altro sorso di tale bevanda. Alphard si limitò a alzare gli occhi al cielo.

"Da quando ti preoccupi della mia salute?" domandò. "C'è un'occasione speciale di cui non sono a conoscenza?"

"Deve esserci per forza un'occasione speciale perché io possa preoccuparmi di te e della tua salute?"

Il Grifondore fissò l'erede di Serpeverde con un'espressione strana.

"Sì." disse dopo un momento.

Quasi si mise a ridere quando la sua affermazione fece andare di traverso Zevi la cialda che stava mangiando in quell'attimo.

"Harry!" sibilò furiosamente Abraxas.

Gli occhi argentati del biondo lo imploravano di stare zitto, per timore di infastidire l'erede di Serpeverde in persona, ma lui ignorò quello sguardo.
Salazar sapeva di quanto ne avesse buscate dai suoi compagni Serpeverde: Tom, Imogen e Roger... okay, da tutta la scuola, più volte di quanto riuscisse effettivamente a contare.
Aveva preso in considerazione l'idea di tenere a mente il conteggio, ma dopo milleventitré volte aveva lasciato perdere.
Per non parlare del fatto che Tom, in un impeto di rabbia per via della sua testardaggine, aveva strappato il foglio su cui aveva fatto il conteggio e non voleva di certo rifarlo... ma quella era un'altra storia.
Tom rise piano, attirando e ignorando l'attenzione di una certa Daphne Greengrass. Harry si accigliò.

"Ero serio. Vuoi qualcosa? Se vuoi cercare di convincermi a unirmi a te in un altro dei tuoi diabolici e folli piani, non funzionerà..."

Tom sorrise.

"Rilassati, piccolo grifone." lo prese in giro l'erede Serpeverde, mettendogli un braccio intorno alle spalle per un momento. "Sei così paranoico."

"Non è di certo paranoia se tutti ce l'hanno davvero con me!" dichiarò, cercando di scrollarsi di dosso il braccio.

Alphard sogghignò, lanciando nella sua direzione una cosa che sembrava un chicco di mais.

"Caro Harry, si tratta ancora di paranoia se la gente ce l'ha con te. Ricorda la regola d'oro: Tom ha sempre ragione."

A quell'affermazione, negli occhi di Tom si lesse compiacimento.

"Ragazzi, non incoraggiatelo e non parlarmi nemmeno della regola d'oro!"

"Sul serio." iniziò a dire Tom, mentre lo fissava intensamente. "Hai bisogno di mangiare."

Harry sospirò e poi rubò il toast dal piatto di Tom, ignorando gli sguardi di totale orrore e i versi indignati degli altri, per infine iniziare a mangiare.
Successivamente fissò Tom.

"Contento?" chiese.

Riddle si accigliò.

"C'è un intero piatto di toast sul tavolo e tu hai dovuto prendere proprio il mio."

Offrì innocentemente il cibo morso a Tom, sorridendo allo sguardo di repulsione del futuro Signore Oscuro.

"Di certo non lo voglio dopo che te lo sei messo in bocca!"

"Non vuoi cosa dopo che è stato messo in bocca di chi?" chiese Lestrange, avvicinandosi al tavolo, finalmente alzatosi dal letto.

"Il toast di Tom dopo che Harry l'ha morso." disse Alphard con un tono di voce pacato. "Qui ti stai perdendo un bel po' di dramma familiare."

Il giovane Black impallidì leggermente quando Harry e Tom si voltarono per guardarlo.

"Non che... voi due... voglio dire..." balbettò per un momento.

Harry decise di avere pietà del ragazzo e distolse lo sguardo.

"Casomai quelli che fanno un dramma familiare sono Cygnus e Tom." sorrise, prima di gemere. "AHI! Tom!" disse e istintivamente si massaggiò la testa. "Potresti uccidere qualcuno con quella borsa piena di libri."

"Ben fatto, prescelto, hai appena scoperto il mio... che cos'era? Ah, sì... il mio diabolico e folle piano." commentò il Serpeverde, continuando a fare colazione.

"Non chiamarmi così." sibilò.

Tom alzò leggermente lo sguardo verso il Rettilofono.

"Smettila di piagnucolare, è disdicevole." rispose.

Nel complesso il momento della colazione fu tranquilla.

Successivamente Cygnus, accidentalmente gli versò addosso del caffè bollente.

"Merda." sibilò mentre il liquido marrone gli bruciava la pelle.

"Linguaggio!" sbottò Tom.

Il ragazzo fissò il futuro Signore Oscuro per un breve momento: si stava irritando per il suo linguaggio?!?
Sicuramente si concentrò sul caffè bollente che gli era caduto addosso.

"Ops." sogghignò Lestrange. "Mi dispiace tanto, Harry!"

Sì, come no. Bastardo, lo aveva fatto apposta.
Rimosse il caffè di dosso con un movimento della bacchetta. Pareva che non ci fossero problemi, a parte il suo malumore e apparentemente anche quello di Tom. 

"Certo." disse freddamente.

Il resto dei Serpeverde era rimasto completamente immobile. Era da molto tempo che Lestrange non aveva il coraggio di giocare con lui quindi perché proprio adesso?
Fa nulla. A Cygnus non importava.
Tuttavia, sentendosi leggermente a disagio dalla pura minaccia presente nello sguardo dell'altro ragazzo, egli afferrò la sua borsa e proprio in quel momento la campana suonò, avvisando che la colazione era terminata e che dovevano iniziare le lezioni.

***

"Cosa c'è che non va, Harry?" chiese Hermione.

Il corvino la guardò, abbastanza sorpreso, poi si era reso conto che stava fissando la stessa pagina del suo libro di testo di trasfigurazione da due minuti.
Egli scosse la testa e sorrise alla sua amica.

"Non è niente. Sono solo stanco e ho a che fare con qualche scherzetto dei Serpeverde."

Hermione lo guardò preoccupata.

"Dai un pugno in faccia a Riddle, amico." commentò distrattamente Ron.

"In realtà, almeno per una volta, non è con Tom che ho un problema." sospirò.

"Allora trasforma Malfoy in un furetto."

Non sapeva se ridere o irritarsi per le supposizioni del suo migliore amico.

"Si tratta di Lestrange, Ron." disse.

Non ero proprio sicuro del motivo per cui il rosso si fosse intromesso nella conversazione.
D'altronde Ron non poteva di certo comprendere i giochi di potere che c'era tra i Serpeverde.
La storia del caffè era stato fastidioso, ma nulla di significativo.
La vita era così semplice quando non era con i Serpeverde.
Quando era a Grifondoro sapeva se qualcuno aveva un problema con lui, in quanto tendevano a dirgli direttamente le cose in faccia. Dai Serpeverde, invece, la storia era completamente diversa.
Sospirò.
Improvvisamente avvertì la cicatrice bruciargli in un modo insopportabile.

E in quell'attimo un falco nero piombò nell'aula, passando attraverso la finestra.

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐞𝐟𝐞𝐫𝐢𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐅𝐚𝐭𝐨Where stories live. Discover now