𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟔

230 21 0
                                    

Harry si morse il labbro, mentre percorreva il lungo e familiare corridoio giungendo poi alla Sala Comune dei Grifondoro. La testa gli martellava e tutto a causa di Tom che gli aveva fatto del male in tutti i modi possibili - letteralmente, figurativamente e metaforicamente. Era così... confuso. Tom ea più pericoloso di quanto Voldemort lo fosse. Era più sano e intelligente. La cosa peggiore di tutte? Si poteva dimenticare chi fosse realmente. Harry chiuse gli occhi quando ebbe la sensazione di perdere l'equilibrio. Leggermente tremante, salì sui gradini che portava al dormitorio. Il suo letto era l'unica cosa presente lì che gli desse pace. Solo che un letto non era più un santuario. Niente sogni. Solo incubi. Ogni notte. Sospirando pesantemente, si mise sotto il piumone, chiudendo poi le tende intorno al letto. La luce dell'esterno si eclissò, calmando i suoi occhi e la sua testa. Il piumone era freddo. Sistemò leggermente i cuscini con un'espressione accigliata sul viso e infine chiuse gli occhi. 

***


La mattina dopo si alzò presto. Dovevano essere circa le quattro del mattino. Harry sapeva che non sarebbe più riuscito a dormire ancora e dunque, sospirando, aveva indossato i vestiti e poi si era diretto verso la Stanza della Necessità. 

***

"

I tuoi amici ti stanno cercando."

Harry inclinò la testa quando udì la voce familiare di Zevi Prince. L'adolescente dai capelli color cenere si era fermato accanto a lui, appoggiandosi al muro. Nell'aula di pozioni le pareti erano tetre, avvolte nell'ombra: l'inverno aveva sempre reso i sotterranei più bui.

"Mh." disse in risposta. 

Zevi gli sorrise.

"Eloquente come sempre, vedo."

"Zitto, Zev." gli rispose dolcemente, non proprio così infastidito. 

Ci fu un momento di silenzio.

"Siete molto attaccati l'un l'altro." fece notare Zevi.

"Già, lo siamo." sospirò. "O lo eravamo. Non sono sicuro che lo siamo ancora." 

"Probabilmente Tom mi ucciderebbe se mi sentisse dirti questo, ma non dovresti respingerli." disse Zevi con un'espressione illeggibile.

"Tom?" chiese. "Cosa c'entra lui?" 

In quel momento Zevi sembrava un po' infastidito.

"Non essere così ignaro, Evans. Credi davvero che il mio sign- Tom viaggi nel tempo per la maggior parte delle persone?" sbottò. 

Harry sollevò di scatto la testa.

"Suppongo che tu non possa elaborare?" 

Zevi era sempre stato un suo alleato quando era in 'guerra' con Riddle, forse con una certa riluttanza, ma pur sempre un alleato. Tuttavia, in questo momento, avrebbe scelto di stare dalla parte di Tom. Anche gli altri lo avrebbero fatto.

"E rischiare l'ira di Tom? Stai scherzando?" ribatté seccato Zevi, confermando il suo pensiero. 

La conversazione si interruppe quando arrivarono altre persone per la lezione di pozioni, incluso Tom. Il futuro Signore Oscuro lanciò a entrambi uno sguardo scrutatore, ma non disse nulla. Zevi lo afferrò per un braccio, prima di raggiungere gli altri. 

"Stai solo attento, ok?"

***


"Harry!" gridò una voce alle sue spalle. 

Dentro di sé sussultò, poi, facendosi coraggio, si voltò.

"Hai intenzione di dirmi cosa è successo tra te e Prince?" chiese Tom, fermandosi davanti a lui e Harry fece finta di pensarci su.

"No."

"Allora andrò a cercare Zevi." 

Tom continuò a fissarlo con uno sguardo di sfida. Harry si limitò a alzare un sopracciglio, non credendo al bluff del futuro Signore Oscuro... Quando però Tom fece spallucce e se ne andò, iniziò a maledire il suo complesso di eroe. Dubitava che Zevi se la sarebbe cavata di fronte ai metodi di interrogatorio di Tom.

"Riddle." lo chiamò a bassa voce. 

Tom si voltò, un po' compiaciuto. Harry si trattenne a malapena dal roteare gli occhi e poi, con nonchalance, gli si avvicinò per fissarlo dritto negli occhi. 

"Mi ha semplicemente informato che i miei amici mi stavano cercando." 

Sogghignò leggermente all'espressione di Tom e poi, ancora una volta, si allontanò. Oh, adorava stuzzicare Tom: era così divertente.

"La tua mancanza di fiducia nei miei confronti mi ha ferito." gli urlò dietro Tom.

"E come ti riprenderai da ciò?" lo derise leggermente, senza però mai voltarsi.

"Zitto, Prescelto!"

"Touché, Tommy. Touché."

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐞𝐟𝐞𝐫𝐢𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐅𝐚𝐭𝐨Where stories live. Discover now