Cap. VIII - Don't Dig Deep In The Shallow

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Avrei voluto dirgli molte cose, ma avevo un nodo alla gola.

Lo baciai, incapace d'esprimere a parole ciò che provavo nel profondo, dopodiché Victor mi liberò dalla sua morsa e uscì dal camerino, dirigendosi verso il suo prossimo set.

Inizialmente avevo paura di cosa lui potesse farmi ma poi, tutto d'un tratto, avevo iniziato a desiderare che lui mi stringesse a sé. Appartenevo ad una specie diversa dalla sua, ma non lo temevo.

Rimasi sola nel suo camerino, se ripensavo alle sue parole avvertivo una fitta al petto. Scoppiai in lacrime, finché non iniziai a sentirmi un po' più leggera.

Dopo ricordo che entrarono tre donne, senza nemmeno prendersi la briga di bussare. Ero talmente scossa da essermi dimenticata di chiudere la porta a chiave: chiunque sarebbe potuto entrare.

"Finalmente c'incontriamo!"

Esclamò la capobanda, una ragazza dai capelli di fuoco.

"Non credo di conoscervi."

"Noi sappiamo bene chi sei."

Affermò la seconda, bionda con i tacchi a spillo, gettandomi una rivista dinanzi agli occhi.

Sulla copertina c'era una fotografia di me e Victor mentre ci baciavamo.

Sulla copertina c'era una fotografia di me e Victor mentre ci baciavamo

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"Sei una sgualdrina. Una lurida sgualdrina!"

Urlò l'altra ragazza.

A quel punto decisi di alzarmi e di raggiungere il corridoio, non avevo alcuna intenzione di discutere con loro, in primis non volevo infangare la reputazione di Victor. Preferivo passare per codarda, piuttosto che sollevare un polverone.

"Dove credi di andare? Non abbiamo ancora finito con te."

Disse la capobanda.

"Lasciami passare."

Replicai.

"Altrimenti cosa fai? Ti daremo una bella lezione!"

Esclamò la bionda.

Cercai di dimenarmi e di difendermi, ma erano pur sempre in tre contro una.

Mi picchiarono senza alcuna pietà, finché non mi diedero un colpo in testa e caddi riversa sul pavimento.

Fuggirono subito dopo lasciandomi lì, priva di sensi.

"Margot! Riesci a sentirmi?"

Sentivo la voce di Victor, ma per qualche strano motivo non riuscivo ad aprire gli occhi. Stavo forse sognando?

"Chi ti ha fatto una cosa simile?"

In quel preciso istante pensai che la mia vita fosse appesa ad un filo.

Avevo superato la soglia fra il mondo dei vivi e quello dei morti?

Continuavo a sentire la sua voce, mentre chiedeva al medico delle mie condizioni di salute stringendo le mie mani fra le sue.

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