Cap. V- Words are failing

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Il mattino seguente Victor andò a lavoro senza di me lasciando a Violet, la mia cameriera personale, il compito di accudirmi fino al suo ritorno.

"Siete così fortunata, il padrone vi adora."

Affermò Violet, mentre pettinava i miei lunghi capelli.

"Puoi darmi del tu. A cosa ti riferisci?"

Quel Mondo per me era del tutto sconosciuto, era come se fossi nata ieri.

Fino ad allora ignoravo l'esistenza dei vampiri.

Mi sentivo come la protagonista di un sogno bizzarro.

"Il padrone ha scelto te. Il tuo sangue ha un sapore diverso."

Commentò la cameriera.

"In che senso?"

"Siete vergine, non è vero?"

Rispose alla mia domanda con un'altra domanda.

"Come fai a..."

"Intuito femminile. Il padrone sapeva che saresti entrata da quella porta."

Mi sentivo ancora più confusa di quanto già non fossi.

Avrei voluto chiederle molte cose, ma Violet uscì dalla stanza e non tornò più.

Al castello tutti si occuparono di me in assenza di Victor, dal maggiordomo alle cameriere. Qualsiasi cosa desiderassi finiva tra le mie mani in uno schioccare di dita... mi sentivo una principessa. Non ero abituata a tutto quello sfarzo.

Mi trovavo lì per via del patto che avevo stretto con un sangue puro, non dovevo dimenticarmelo.

"Sono tornato, Margot."

Disse Victor entrando nella stanza.

"Come ti senti? Hai ancora la febbre?"

Domandò posandomi un palmo sulla fronte.

"Sto recuperando le forze..."

Risposi.

"Molto bene, non scotti più."

"Dov'è andata Violet?"

"L'ho licenziata. Ho saputo che bramava alle mie spalle."

Rispose Victor con freddezza.

"E' tutto vero? Sapevi che sarei entrata da quella porta?"

Victor mi guardò e annuì.

"Credevo che m'avresti odiato se te l'avessi detto. In realtà è vero solo in parte, non sapevo che saresti entrata nel mio camerino senza nemmeno bussare."

Affermò senza esitazione.

Dentro di me iniziarono ad affollarsi sensazioni contrastanti... non sapevo se credergli o meno.

"Sei libera di dubitare di me, ma ti prometto che con il tempo ti dimostrerò che sono sempre stato sincero... soprattutto quando ho detto di volerti al mio fianco."

Affermò Victor.

"Quando sarò sul tuo stesso livello, solo allora potrò fidarmi di te."

"Siamo molto più simili di quanto tu possa immaginare, Margot."

Concluse.

Il giorno seguente ero già guarita, così decisi di tornare a lavoro.

Durante il tragitto in macchina, Victor rimase in silenzio... scrutandomi di tanto in tanto con la coda dell'occhio.

Chissà cosa gli passava per la testa.

"Pensi che sia un mostro, non è così?"

Mi chiese all'improvviso.

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