I will try to fix you

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I giorni passarono veloci. Quella mattina pioveva ed a Eren non dispiaceva la pioggia. L'odore e l'atmosfera che creava erano qualcosa di spettacolare per lui. Girava vicino le palazzine della scuola col suo ombrello rosso, ascoltando qualche canzone prima che suonasse la campanella siccome ancora mancava tanto. Ad un tratto sentí della puzza di fumo provenire da dietro il palazzo. Era Levi che stava fumando una sigaretta.
"Dovresti buttare quella roba,è inutile dirti che fa male" gli gridò da lontano per farsi notare
"Sta zitto"
"Non era mia intenzione ferirti"
"Non mi hai ferito. Senti non iniziare ad offenderti per la minima cosa perché non mi piace far rimanere male la gente"
I capelli del ragazzo erano bagnati e se li portò dietro con la mano, scuotendoli un po'.
Eren , che era alla sua sinistra , gli porse l'ombrello in maniera orizzontale.
"Guarda che se prendo l'ombrello poi tu rimani senza e rischi di prenderti un raffreddore"
Eren rimase zitto e si appoggiò alla sua spalla in modo da far entrare entrambi nell'ombrello.
Era fermo a guardare un po' più in basso gli occhi color ghiaccio di Levi che erano molto più della pioggia tanto amata da lui.
"Se pensi che ti offriró una sigaretta , ti sbagli. Questa roba fa male"
"No... ti ho già detto che non mi . Piuttosto vorrei chiederti una cosa... tu che sei più grande di me, cosa ci facevi nella mia scuola?"
"Vedi, Eren, non dovrei dirtelo così alla svelta ma quei ragazzi presero di mira mia sorella. Una ragazza molto vivace, dagli occhi verdi, come i tuoi. Un angelo direi."
"Mi piacerebbe tanto conoscerla"
"Eren... un angelo in entrambi i sensi..." abbassò la testa.
"Oh...mi dispiace. So che vuol dire perdere qualcuno. I miei genitori mi abbandonarono in tenera età. Ti capisco."
"Vedi, lei morì per motivi ingiusti. Non doveva morire. CAZZO NON DOVEVA! Si suicidó all'età di 14 anni e io vorrei solo uccidermi per non averglielo impedito. Sono stato un pessimo fratello durante la mia adolescenza."
"SMETTILA DI DARTI LE COLPE!" Lo prese dal colletto della giacca e lo sbatté al muro. Eren aveva tanta forza, anche se non sembrava.
"LA COLPA NON È TUA. COSA PENSI CHE DIREBBE TUA SORELLA NEL SENTIRTI DIRE QUESTE COSE?! NON NE SAREBBE FELICE. SAREBBE CONTENTA SE TU LA SMETTESSE DI FARTI DEL MALE, INIZIANDO DA QUESTE STUPIDE SIGARETTE E FINENDO DALLE PAROLE CHE DICI A TE STESSO CONVINCENDOTI DI NON ESSERE ABBASTANZA. TU SEI ABBASTANZA!"
La sigaretta per terra in un gesto che sembrava volontario.
Eren staccò le mani dal colletto ed era furioso ma ad un tratto abbracciò Levi che rimase a bacco aperta. Scesero delle lacrime dai volti di entrambi. Come se in quell'abbraccio non avessero maschere. Levi notò nel profumo di Eren qualcosa che lo fece sentire al sicuro. Eren, si sentiva come se dovesse proteggere tanta fragilità in un corpo così morbido che all'apparenza non sembrava così fragile; fragile e rotto. Ed era come se con quell'abbraccio carcasse di rimettere insieme i pezzi rotti per creare qualcosa di bello.

Si sentì la campanella suonare ed Eren lasciò l'ombrello a Levi, ricordandosi che aveva dimenticato di stare con Armin e Mikasa e corse via.
Levi raccolse l'ombrello e lo chiuse. Aspettando un po' per entrare a scuola poiché puzzava ancora di fumo ed una sospensione non gli faceva comodo.
Voleva fidarsi di Eren. Voleva fidarsi di quel :"non lo farò mai" detto pochi giorni fa nel bagno. Qualcosa simile all'affetto stava crescendo in lui.
Si toccò il petto e sentí il cuore battere forte. Tuttavia non capiva il perché e non sapeva dare un nome a quel sentimento. Oppure non voleva farlo

why are you my clarity?Where stories live. Discover now