Capitolo 11

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«Ti amavo una volta,» lo corressi.
«No.» Ryan scosse energicamente la testa mentre cercavo di liberarmi. «Mi ami ancora. Non importa quanto provi a mentire a te stesso, quel bambino è mio e anche tu lo sei.»
«No.»
Ryan mi sorrise teneramente. «Allora baciami e vedremo.»
«No, non ti bacerò.»
Mi lasciò andare e feci per allontanarmi, ma mi prese la mano tra le sue e mi trascinò con sé prima che riuscissi a capire cosa stava succedendo.
Mi trascinò in un angolo buio della terrazza, lontano dall'angolo con i tavoli e dai salottini privati, e mi spinse con forza addosso al muro dell'edificio. Si appoggiò a me, lasciandomi sentire il suo corpo forte sotto il vestito, e io poggiai le mani sul suo petto per spingerlo via mentre alzavo la testa per dirglielo.
Ryan si chinò per baciarmi, con una mano sulla mia gola, e io dissi di no.
«Perché?» mi chiese, con voce roca e con la mascella serrata.
«Ti interessa solo Charlie. Ti prometto che potrai vederlo.»
«Posso?»
«Certo, è tuo figlio.»
«E tu sei suo padre.»
«Sì.»
«Beh, devo dirtelo, io vi voglio entrambi.»
«Cosa?» gli chiesi, con il panico che diventava sconfitta. «Perché?»
«Perché tutto quello che pensavo della mia vita è stato rivoluzionato oggi.»
«Ryan...»
«Voi due appartenete a me.»
Scossi la testa e, nello stesso tempo, lui si chinò e mi baciò. E in quel momento, quando il cuore mi fece un salto nel petto, capii la differenza tra voler bene a una persona e amare qualcuno. Volevo bene a Nathan, davvero, come un amico, ma non era nulla in confronto alla profondità dei miei sentimenti per l'uomo che era uscito dalla mia vita sei anni prima. Stavo tremando quando si mosse per guardarmi.
Un sorriso gli accese gli occhi e fece un bel sospiro. «Oh, sì, ti ricordo bene.»
«No, io...»
«Giovanni.»
Quando lo guardai, mi baciò di nuovo.
Il primo bacio non avrei potuto prevederlo né fermarlo, il secondo lo restituii. Gli avvolsi le braccia attorno al collo, mi misi in punta di piedi e lo baciai con forza, a lungo, profondamente. Aveva un sapore così buono e il forte gemito che mi sfuggì fu pieno di voglia e di desiderio tremolante.
«Diamine, mi sei mancato.» Sembrava che stesse male. «Non è passato un giorno senza che io non ti abbia pensato.»
«Anch'io,» mi sfuggì.
«Allora lascia che ti abbia.» Mi fece un sorriso malizioso mentre mi prendeva tra le braccia.
Aprii la bocca sotto la sua, mentre mi tenevo a lui come se stessi affogando. Una delle sue mani era dietro la mia testa, per tenermi fermo, mentre l'altra era sul mio fondoschiena.

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«Verrò con te per spiegare le cose a Nathan,» disse allegramente, raddrizzandosi la giacca, sembrando di nuovo perfetto come un modello, senza niente fuori posto, compresi i capelli, di nuovo in ordine dopo che ci aveva passato le dita. 
«Oh, merda, no!» esclamai, arretrando.
«Ma voglio vedere Charlie.»
«Tu...»
«E dopo il matrimonio di domani voglio portarvi tutti a casa con me in Texas.» ridacchiò, con gli occhi che esprimevano amore. «Dio, sei adorabile, vieni qui.»
«Non ti permetterò di...»
«Ti piacerà il Texas.» Ryan fece un enorme sorriso, venendo verso di me. «Mio zio ha un ranch. Quest'anno dovrebbe nevicare a Natale e Charlie potrà fare un pupazzo di neve.»
«Ryan...»
«Gio.» La sua voce era tenera mentre mi si avvicinava, la mano calda sul mio collo. «Non puoi pensare neanche per un minuto che ti lascerò andare.»
«Lasciarmi andare?» Mi girai verso di lui. «Ryan, non ti ho visto per sei anni.»
«Gio, tesoro,» mi calmò, prendendomi delicatamente tra le braccia. «Tu mi appartieni. E anche Charlie. So che pensi di dovere qualcosa a Nathan, ma ti giuro che l'unica cosa che gli devi è dire addio.»
«Non si tratta di Nathan.»
All'improvviso gli sorrisi.
«Che c'è?»
«Tuo figlio ti assomiglia un sacco.»
La mascella di Ryan si contrasse.
«Ha moltissime delle tue espressioni.» aggiunsi.
«Mi stai uccidendo.»
«No, non voglio dire che... è solo che ho cercato in tutti i modi di dirtelo.»
«Lo so. Adesso possiamo stare insieme.»
Mi girai e gli diedi le spalle. «Ma, sai, adesso ho una vita di cui tu non fai più parte e...»
«No.» Afferrò il mio braccio e mi fece girare. «Sono il padre di Charlie. Voglio essere nella sua vita e... nella tua.»
«Ryan, non è così...»
Mi tirò accanto a lui. «Giovanni, non c'è modo che ti lasci andare. Vedere te, vedere Charlie... mi prendi in giro, vero? Pensi davvero che potrei lasciarvi?»
Scossi la testa. Ero combattuto, non sapevo se avrei potuto tornare a fidarmi di lui. A causa di Rick l'avevo perso ed ero andato avanti con la mia vita. Ma dovevo ammettere che in fondo Ryan mi mancava.
«Oh, tesoro.» Sorrise, raddrizzando la testa e chinandosi per baciarmi. «Sono la cosa migliore che potesse capitarvi. Dovrei essere tuo marito. Sono suo padre. Sono la persona che vi è mancata per tutto questo tempo.»
Le sue labbra si sciolsero sopra le mie mentre mi abbracciava ed era una sensazione così bella, così perfetta, così giusta. Rabbrividii. Ero affannato e senza respiro quando mi lasciò andare, facendo scivolare la sua giacca sopra le mie spalle.
«Dai, tesoro, andiamo a prendere Charlie.»
«Io...»
«E poi parleremo con Nathan, okay?»
Mi sembrava di essere stato investito da un camion. Un camion molto attraente, che sembrava amare me e il mio bambino in modo disperato, ma pur sempre un camion. «Dovrei vederlo da solo.»
«No.» Ridacchiò, alzandomi il mento. «Non sarai mai più solo.»
E mi baciò per sottolineare la sua affermazione.

Una seconda occasioneWhere stories live. Discover now