Capitolo 8

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«Nate-Nate-Nate!»
Charlie fece lo slalom tra le persone e vidi che tutti facevano delle facce dolci e meravigliate mentre il mio piccolino correva verso un uomo che adorava in maniera così palese.
Nate si chinò quando lo raggiunse e lo prese subito in braccio stringendolo a sé. Charlie gli avvolse le braccia attorno al collo e gli baciò la guancia. Nate lo baciò a sua volta e si mise a parlargli mentre ci raggiungeva.
«Chi è quell'uomo?» chiese Stacy freddamente, avvicinandosi per mettersi accanto a Ryan.
«È un mio amico.» risposi.
«Solo un amico?» volle sapere Ryan, con voce di ghiaccio.
«Sì.»
«Non vivi con lui,» si assicurò Ryan.
«Oh, santo Dio.» M'irritai subito, stanco di essere lì, a parlare con lui e con la sua famiglia. «Devo andare.»
Stacy sembrava addolorata. «È il padre di Charlie?»
«No,» la rassicurai.
«No,» mi fece eco Ryan. «È mio, mamma, ti basta guardarlo.»
«Sì.» Stacy annuì, con le lacrime che le inumidivano gli occhi, e allungò la sua mano verso la mia, stringendola con forza. «Lascerai che lo veda?»
«Ma certo.» Le sorrisi, mentre Nathan e Charlie si avvicinavano.
Le mani di Stacy mi carezzarono sulle guance. «Grazie, Giovanni. Non sapevo nemmeno di avere un nipotino.»
E di questo mi dispiaceva. «Ho cercato di mettermi in contatto con Ryan.»
Lei annuì. «Non ho dubbi su questo, tesoro.»
«Aspetta, ti do il mio numero,» la calmai.
«Lo prendo io,» le disse Ryan. «Sistemeremo le cose.»
Vidi che mio figlio aveva il braccio attorno al collo di Nate, felice di essere alla stessa altezza di tutti gli altri.
«Cosa ci fai qui?» gli chiesi, facendogli un sorriso. «Pensavo che io e Charlie saremmo dovuti venirti a prendere alla stazione.»
«Non ce la facevo ad aspettarvi.» Nathan mi sorrise. «Dovevo vedere le mie due persone preferite al mondo.»
E in quel momento, più di ogni altra cosa volevo che quel sentimento fosse biunivoco. Era un uomo talmente dolce, così genuino, e adorava mio figlio come nessuno, cosa che già di per sé era una tentazione. Le persone che lo amavano, che lo vedevano per la meravigliosa persona che era adesso e che sarebbe sicuramente diventata, si piazzavano subito in cima alla mia lista.
«Chi è questo?» mi domandò sommessamente, con gli occhi che guardavano nella direzione di Ryan, l'unica minaccia che poteva vedere. Il suo tono era gelido e basso.
«Chi sono io?» gli fece eco Ryan duramente.
«Abbiamo gli stessi occhi,» disse Charlie a Nate, indicando Ryan.
«Davvero?» domandò Nate, insistendo quando invece non avrebbe dovuto.
«Sì, davvero.» Il mio ex sorrise a suo figlio, ma quegli occhi che condivideva con lui erano freddi quando puntarono su Nate.
Sapevo che la cosa sarebbe andata a finire male, perciò feci scivolare la mano sul braccio di Nate e dissi a Ryan che alloggiavamo in un hotel non molto lontano.
«Fammi uno squillo e faremo due chiacchiere, okay? Rimarremo qui tutto il weekend,» gli feci sapere spontaneamente, con voce più dolce. «Il nome che ho dato per la stanza è Martini.»
«Me lo ricordo, Martini,» replicò Ryan di scatto, con voce chiaramente gelida. «Me lo ricordo.»
«Bene.» Gli sorrisi e poi salutai la sua famiglia. Stacy ed Harry fecero un saluto con la mano a Charlie mentre noi ci allontanavamo e io vidi gli occhi di Michael inumidirsi. Non guardai Ryan.

Una seconda occasioneWhere stories live. Discover now