CAPITOLO 13

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Mamma e papà ci svegliano di buon mattino per aiutarli con gli ultimi preparativi per la festa del raccolto.

"Quindi è per questo che hai fatto Superman per tutta la settimana? Per avere tempo per la festa?" domanda John.

"È una tradizione, risale al 1949 quando fu fondata Smallville: una delle cose migliori di qui!" spiega papà entusiasta. "Vostro padre me ne parla da quando abbiamo iniziato a frequentarci." afferma mamma. "Una storia per farti addormentare?" il lato sarcastico di Jonathan non si vedeva da qualche tempo. "Comunque non sembra una festa: c'è un sacco di gente che vende cose." commenta Jordan. "Non vende! Condivide. Tutto quello che può con chi ha più bisogno." lo corregge subito papà.

"La versione di Smallville del festival di Burning-man!" esclama mamma divertita. "Meno i fuochi e i pazzoidi spero." ride John.

"Vostra nonna ci teneva particolarmente a questo evento." afferma papà e ricordo bene quanto fosse importante per nonna Martha questo particolare periodo dell'anno. "Impiegava settimane a stilare gli elenchi e fare le tabelle per organizzare tutto quello che poteva donare: quando venivo qui, alla fine dell'estate, passavo pomeriggi interi a riempire gli scatoloni." affermo mentre finisco di sistemare il mio ramo di granturco. "Esattamente!" papà mi dà man forte. "Vostro padre ha imparato molto sul donare e aiutare gli altri: lui non è Superman soltanto perchè ha i poteri, sapete?" interviene mamma principalmente rivolta a John e Jordan. "Grazie tesoro..." papà si sporge per lasciarle un bacio. "So che non siete convinti, ma quando vedrete tutti riunirsi così, capirete il senso di comunità che è la vera essenza di Smallville." continua papà.

"Comunque non sembra tanto una festa." ribadisce Jordan. "C'è anche quell'aspetto: le bancarelle di cibo, le frittelle, il formaggio fritto e oh! I Fisher! Ogni anno hanno un loro stand di dolci: fanno il beacon al cioccolato!" esclama pregustando quella prelibatezza. "Beacon con cioccolato? Voglio assaggiarlo!" mi lascio contagiare dall'entusiasmo di papà. "Eliza è vegetariana, perciò..." ribatte John. "Beh, sono sicura che ci sarà qualcosa di buono anche senza carne." provo a rimediare. "Sentite, la Festa del Raccolto è qualcosa di speciale, ok?" chiosa papà. "Eliza sarà entusiasta!" si rivolge a John. "Tu sarai entusiasta!" dice alla mamma. "Tutti lo sarete!" i miei fratelli sembrano ancora poco convinti ma io non vedo l'ora. "Sì! Festa del Raccolto, evvai!" esclamo ignorando gli sguardi scettici dei miei fratelli.

Più tardi, i gemelli vanno a scuola e io a seguire le mie lezioni.

Quando i ragazzi tornano per pranzo mi precipito in corridoio: mi piace sentirli raccontare le loro giornate, mi dà una parvenza di normalità; la scuola da casa e le terapie in ospedale, purtroppo, non sono una buona combinazione per fare amicizia e il mio primo incontro-scontro con i ragazzi di Smallville non è stato dei migliori.

"Ciao John!" saluto entusiasta mio fratello che però mi sorpassa per raggiungere la sua camera sbattendosi dietro la porta.

Scendo le scale e raggiungo la cucina trovando mamma, papà e Jordan attorno ad una pizza formato famiglia. "Che è successo a John?" chiedo preoccupata. "Eliza l'ha lasciato." mi risponde piatto Jordan. "Oh cavolo... mi spiace, proprio ora che, finalmente, poteva venire a trovarci."

"Fossi in te non mi farei vedere da lui per oggi."

"Perchè? Che c'entro io, scusa?"

"Ne avrà fin sopra i capelli delle ragazze in questo momento." lo guardo sconcertata. "Natalie, Jordan si è espresso male: intendeva dire che è meglio lasciare un po' di spazio a John; ha bisogno di stare da solo." interviene papà. "Guardate che lo so che sta male, non sono mica stupida, eh?"

"Lo sappiamo tesoro." dice la mamma. "Solo, non bombardarlo di domande sulla sua giornata come fai di solito." commenta Jordan. "Se vi dà fastidio potete anche dirmelo. Scusami tanto se sentirvi raccontare di quello che succede a scuola è il culmine della mia giornata: l'unico momento in cui mi sembra di essere ancora normale! Con permesso." mi alzo da tavola senza toccare cibo. "Natalie..." ignoro il richiamo della mamma per tornare in camera mia.

Natalie KentWhere stories live. Discover now