CAPITOLO 9

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Perché esiste la sveglia quando hai due fratelli che, messi insieme, fanno più casino di una mandria di bufali inferociti? Sbadiglio e mi stiracchio per poi darmi una lavata veloce. Oggi ho la terapia e mi vesto comoda: pantaloni della tuta, maglietta a maniche corte e felpa bordeaux.

Non so per quale strano sortilegio, ma da quando Jordan ha fatto il power-up è sempre mattiniero e, di conseguenza, siamo tutti sempre in anticipo. La cosa non mi turba, anzi, mi piace avere il tempo di godermi la colazione con la famiglia, anche se non mangio gran che.

"Aspetta... quindi tu puoi sentire tutti i suoni del mondo in una volta sola?" domanda John a papà. "Si tratta più di sentire tutte le fluttuazioni che si verificano nella frequenza sonora collettiva." risponde lui enigmatico e il mio povero fratello si gira a guardarci con una faccia perplessa. "Facciamo finta che abbia capito..." dice con un sorriso di circostanza. "Come distingui qualcuno che urla perché è in pericolo e qualcuno che urla per chiamare un taxi?" chiede Jordan, questa volta, masticando un biscotto. "Uno che urla per prendere il taxi dovrebbe chiamare: 'TAXI!' Uno che è in pericolo grida: "Aiuto! Qualcuno mi salvi!" o no? " affermo muovendo le braccia in aria in maniera teatrale. "Che c'è? Che ho detto?" domando quando Jordan mi rivolge un'occhiataccia. "La mia era una domanda seria." ribatte mio fratello. "Anche la mia risposta era seria." confermo.

"D'accordo, finitela voi due. Comunque, per rispondere a Jordan, sviluppare il super-udito ha richiesto diversi anni di allenamento alla Fortezza: è stato lì che ho imparato a distinguere quei suoni che caratterizzano le persone in pericolo."

"Aspe, aspe... qual è la cosa più imbarazzante che tu abbia mai sentito?" lo stuzzica John mentre io e Jordan ci sporgiamo in avanti tutti orecchi. Papà sta tranquillamente inzuppando il suo biscotto nel latte ma prima che possa anche solo fiatare mamma gli arpiona il braccio. "No! Non è appropriato!" lo riprende con una delle sue occhiate alla Lois Lane. "Sii onesto, c'entra la nudità, vero?" continua con un sorriso diabolico. "Forse quando sarete più grandi." taglia corto papà finendo di mangiare e scappando letteralmente dal tavolo mentre noi esprimiamo il nostro disappunto. "Un'altra volta ragazzi, un'altra volta...".

"In ogni caso, preferirei il super-udito piuttosto che degli occhi sparalaser..." commenta Jordan. "Ehi! Atteniamoci a chiamarla vista calorifica, per ora, ok? E, non esserne così sicuro: ogni potere si porta dietro il suo fardello..." risponde papà seriamente "e responsabilità..." aggiunge mamma. "Intendi regole..." ribatte Jordan. "Che sono fatte per proteggerti." dice papà. "Sì, non usare i miei poteri, non attirare l'attenzione su di me..."

"Oh! Non nutritelo dopo mezzanotte." John fa la sua battuta guadagnandosi un'occhiataccia della mamma. "Ehi, è importante non attirare attenzione non necessaria sulla nostra famiglia. Se qualcuno scoprisse la verità su di me, cambierebbe tutto." papà parla seriamente guardando ognuno di noi negli occhi. "Non è che siamo preoccupati che lo postiate su Facebook..." inizia mamma. "Sì, non siamo idioti." ribatte John e lei lo guarda di nuovo storto, due volte in meno di 5 minuti: il ragazzo ha fegato stamattina. "Il punto è che dovete essere responsabili nelle vostre azioni: sono le cose più piccole a far nascere il sospetto."

"Quando avevo la vostra età, mio ​​padre era molto severo. A quel tempo, pensavo fosse ingiusto ma, più tardi, ho realizzato che mi ha dato una vita normale ed è questo che voglio anche per voi. Vi sto solo chiedendo di fate attenzione, ragazzi: io non potrò esserci sempre." papà ci guarda e noi annuiamo all'unisono.

Oggi accompagno anche io i ragazzi a scuola: abbiamo appuntamento presto in ospedale.

La mia catena del coraggio si sta allungando velocemente e l'infermiera Maggie ha già aggiunto un nuovo pezzo di filo, per i ciondoli che verranno.

Dopo avermi attaccata mi dà, come al solito, una carezza ma, questa volta, le rimane in mano una piccola ciocca di capelli: ho iniziato a trovarli sul cuscino, la mattina, qualche giorno fa e li ho puntualmente buttati nella pattumiera; da fuori non si vede ancora e so che deve succedere ma non voglio pensarci.

Natalie KentWhere stories live. Discover now