12 - Evasione

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Selina 16


-10 giorni al Middle Ground


L'improvviso calo di tensione fa sfarfallare le luci della cabina. L'onda sonora fa vibrare ogni cosa intorno, anche la mia pelle, devono aver disattivato la bolla elettromagnetica che protegge il convoglio.

Mi avvicino alle porte, serro le mani intorno alle maniglie dello zaino ancorato sulle spalle, non devo perderlo, è tutto quello che mi resta. Non appena saremo fuori, con la barriera elettromagnetica disattivata darò fondo a tutte le mie energie fisiche per essere più veloce della squadra di cacciatori che avranno mandato a prelevarmi. Sono pronta.

«Portami con te, ti prego! Devi dirgli che sono la tua assistente di gestazione!» urla oltre la parete Lauta 4.

Com'è testarda, questa donna. Non si rende conto che con me infrangerebbe ogni regola del codice, mentre senza di me vivrebbe nella legge. E poi, io non sono nemmeno sicura di riuscire a schivare controllori umanoidi e cacciatori tutti in una volta, figuriamoci se potrei occuparmi anche di trovare per lei un'identità di copertura. Fisso la porta. Il treno si è fermato. Da un momento all'altro un controllore la spalancherà.

«Ti prego, aiutami!» urla ancora Lauta.

Il cuore accelera, il respiro si fa convulso. Devo calmarmi o l'adrenalina consumerà le mie riserve e rallenterà la spinta dinamica delle gambe.

Chi sarò? Come mi chiamo? Da dove vengo?

Sarò costretta a mentire.

«Ragazza, mi senti? Portami con te!» ripete Lauta, oltre la parete.

Possibile che questa donna non capisca? Io non approvo chi infrange le regole, sto rischiando tutto per risolvere un problema che ha colpito tanti miei coetanei, ma se avessi potuto agire nel lecito, lavorare al sicuro nei laboratori, non sarei mai evasa. Non sono una disertrice e non renderò disertrice Lauta 4, che tra l'altro non ha motivo di fuggire. Le leggi sono leggi, a quarant'anni si va a Ingranaggio, deve accettare... un momento: la sosta è iniziata da oltre due minuti e nessuno è ancora venuto a prendermi. La mia mente sta andando nel panico per questo ennesimo imprevisto.

Che succede? Cosa aspettano?

A un tratto la sirena cantilenante di allarme spacca di nuovo il silenzio e invade il vagone. Faccio un passo indietro, ascolto: Allerta. Allerta. Evasione in atto. Richiesto supporto tattico. Iniziato procedimento di messa in sicurezza del convoglio.

Urla sovrapposte provengono dai convogli. Sembra che là fuori stia succedendo qualcosa di grave.

«Che succede?» chiamo inutilmente.

Afferro la leva di apertura, la tiro, la strattono ma la porta è bloccata dall'esterno. Non posso uscire. Nell'aria risuonano colpi di arma da fuoco. Conto sei spari. Decine di voci si moltiplicano. Questa maledetta sirena assordante non si placa e inizia a stordirmi.

«Che succede! Tiratemi fuori di qui! Mi sentite?»

«Sta' lontana dalla porta!» urlano.

Dicono a me?

Non finisco di chiedermelo, quando due colpi potenti si scagliano contro la superficie metallica. Indietreggio sconvolta mentre osservo la porta deformarsi. Qualcuno cerca di buttarla giù a colpi d'ascia. Ascolto altri spari sovrapposti.

Gridano: «Fuori! Saltate!».

Uno squarcio netto sfonda la superficie, e una lama di luce esterna mi ferisce gli occhi. Altri colpi e la lamiera si lacera guadagnando lo spazio sufficiente per oltrepassarlo. Resto immobile, col respiro fermo e il terrore addosso. Questa è un'evasione?

Middle Ground Chronicles - SELINAWhere stories live. Discover now