2 - Sensi di colpa

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Evan Morgan Vento

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Evan Morgan Vento


-12 giorni al Middle Ground

«Alcuni impazziscono.»

Nell'oscurità della notte la pianura affollata di siepi ci sovrasta come un gigantesco monolite incombente.

«Dico sul serio, Mister, diventano pazzi» insiste Bert 29, chino accanto a me.

Con la mano premuta sulla sua spalla faccio in modo che si abbassi, la sua testa riccia da quindicenne inesperto sbuca oltre la recinzione.

«O almeno così si dice» si acquatta finendo in ginocchio.

Se perdessero il lume della ragione, mi dico, sarebbe più facile riportarli indietro.

La recinzione che circonda la radura segna il confine tra Pangea città e le tratte dei treni che conducono a Ingranaggio. Nessuno è mai evaso per tornare a Pangea, di solito si rifugiano a Vadis o ai confini con Stallo. Ma questo posto è blindato e pullula di IA 4, mi sfugge la ragione per cui quest'uomo abbia deciso di condannarsi da solo.

«Chi lo dice?» concedo.

Con una leggera pressione del braccio forzo Bert a salire sui talloni, non deve stare per terra, impiegherebbe troppo per saltare fuori.

«Quando impazziscono diventano pericolosi» si sbilancia e col palmo frena una caduta di sedere, e il suo corpo sottile adesso trema in modo visibile.

Soffio fuori un respiro annoiato. «Hai paura, Bert?»

«No, Mister, io? Ma quando mai.»

Un movimento sospetto fa guizzare le mie pupille a destra, sono dilatate al punto che anche nell'oscurità noto che le foglie fuggono insieme alle ombre.

«Io... ho bisogno di questo lavoro, Mister... altrimenti finisco al...»

Con una mossa fulminea gli chiudo la bocca e premo il palmo perché la sigilli una buona volta.

Il disertore si avvicina. Osservo lampi di luce tenue che svicolano tra le fessure delle siepi. Sono passi rapidi e senza suono.

«Non è impazzito» concludo, sul punto di scattare in avanti.

Bert sussurra tendendo la voce: «Come lo sa?»

«Mi sento in colpa.»

Balzo fuori e corro fino all'agglomerato di fogliame. All'ultima falcata utile effettuo un salto diagonale che perfora un ammasso intricato di rovi nell'esatto momento in cui la figura passa, e con la punta dello scarpone picchio la sua nuca costringendolo a emettere un gemito di dolore prima di sbilanciarsi. Disarciono il fogliame e gli piombo alle spalle, lo agguanto al collo serrando il braccio intorno alla sua gola e ci catapultiamo a terra, ma prima che torni supino premo il ginocchio contro la sua schiena e gli schiaccio la faccia nella ghiaia.

Middle Ground Chronicles - SELINAWhere stories live. Discover now