L'Ultimo Canto Di Kim Dooyoung

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Prima parte





"ETCIU'!"
Il potente starnuto di Erlin si sparse, tramite eco, per tutta la foresta. Alcuni corvi, tra i rami degli alberi, si spaventarono e uscirono volando all'aperto.
"Sarà almeno il decimo starnuto che fai."
Ridacchiò Namjoon.
"Mi dispiace, ho un po' di raffreddore."
Erlin si pulì il naso, parlando con la sua voce ovattata, provando il fatto che non stava tanto bene.
"Mi addoloro per la tua salute, ma a causa tua, oggi non siamo riusciti a vedere un cervo, un'aquila e un coniglio. Ci eravamo vicini, ma li hai spaventati."
Namjoon ora al posto della caccia, preferiva vedere gli animali da lontano e studiarli. Era molto meglio che ucciderli senza motivazione, ancora meglio quando poteva accarezzarli e farci amicizia.
"Ve l'avevo detto di non portarmi con voi."
Si lamentò la maga, non volendo sentire le sue lamentele. Anche a lei dispiaceva non aver visto gli animali da vicino, ma era raffreddata, starnutire era normale.
"Da solo non mi andava di andarci."
"Potevate portare Adeoga, Jimin o gli altri cavalieri."
"Ma con te mi diverto di più."
Namjoon fece il labbruccio verso Erlin per farsi perdonare. Diventava irritabile più facilmente quando non stava bene e voleva farla divertire, anche se al momento avrebbe dovuto essere a letto per riposarsi. La maga gli diede un pugno nella spalla, non nascondendo un sorriso. Un urlo terrificante echeggiò nella foresta. Erlin e Namjoon alzarono le loro teste, pensando che fosse stato un animale.
"Che uccello fa questo genere di rumore?"
Chiese Namjoon, alquanto impaurito.
"Non credo fosse un uccello."
Rispose la maga. L'urlo venne di nuovo. Proveniva da est e non molto lontano da loro, Namjoon e la maga fermarono i loro cavalli, si lanciarono un'occhiata con un chiaro messaggio. Scesero dai loro cavalli, presero le loro spade e seguirono la provenienza delle urla, non cessavano, continuavano ad aumentare. La maga e il re uscirono dalla foresta, ma rimasero nascosti dietro a degli alberi, si sporsero per vedere cosa stava succedendo. C'era un piccolo villaggio e una fila di persone stava seguendo un uomo che portava una fiaccola a capo-fila, mentre due dietro di lui stavano tenendo il soggetto da cui provenivano quelle urla. Era una vecchia donna, sciupata, magra e debole, si stava divincolando per liberarsi, ma senza risultati; veniva trascinata verso una pira.
"E' una persona magica, vogliono darle fuoco."
Disse Erlin con orrore. Eppure credeva che queste usanze ormai fossero sparite. La maga non aspettò la risposta del re, corse verso quella parte, con Namjoon dietro di sé. La vecchia donna venne legata alla pira, l'uomo che teneva in mano la fiaccola la guardò con disgusto e poi si girò verso le persone, alzando il bastone di legno con il fuoco. Le persone urlarono e applaudirono, incitando il vecchio a fare fuori quella strega.
"Lasciate andare quella donna!"
La folla si ammutolì e rivolse la propria attenzione verso il re Namjoon, guardandolo in malo modo per aver interrotto il loro rituale preferito.
"Questa donna è condannata per stregoneria, non è affare vostro."
Rispose il vecchio con la fiaccola in mano.
"Sono Kim Namjoon, re di Camelot e il vostro villaggio è nel mio regno e le leggi che ho emesso parlano chiaro."
"La sua stregoneria ha portato malattie e scarsità per il villaggio, si merita questa punizione!"
Esclamò il vecchio, agitando la fiaccola.
"Ma non mi dite signore, non è per caso colpa di qualche animale che avete toccato o cibo avariato che avete mangiato?"
Chiese Erlin, quasi in maniera ironica. Lì non c'era traccia di magia, quella donna non aveva fatto niente.
"E il cibo scarseggia perché siete in una posizione sfavorevole. Quindi non date la colpa a questa donna per le vostre sfortune, sarebbe meglio chiamare un medico per debellare la malattia e cercare dei nuovi campi per coltivare, no? Vi assicuro che bruciare questa donna, non risolverà i vostri problemi."
Erlin era partita alla riscossa, togliendo la fiaccola di mano al vecchio. Vedere ancora praticare queste punizioni sulle persone magiche le dava il volta stomaco.
"Come ti permetti-"
"Può eccome, è una persona come te, se non più intelligente, ha il diritto di esprimere ciò che pensa. E ora liberatela."
Namjoon indicò la povera donna sofferente nella pira.
"Vostro padre non avrebbe esitato a farla fuori."
Namjoon roteò gli occhi. La gente proprio non capiva che erano due persone diverse, eppure lo si vedeva da come regnava, da come agiva, come potevano solo paragonarlo a suo padre?
"Io non sono Dooyoung."
Il vecchio ringhiò, sputando a terra vicino alle scarpe del re.
"Non metterò a rischio la vita delle mie persone per una vostra stupida credenza!"
Il vecchio del villaggio prese la propria spada e provò ad uccidere la donna, ma la spada di Namjoon lo precedette, sviando il colpo e puntò l'arma alla sua gola.
"Ho detto...lasciala andare."
La voce del re si abbassò di due tonalità, diventando minacciosa e oscura. Il vecchio del villaggio tremò, ma ordinò alle sue guardie di fare come richiesto. Erlin prese la donna sotto braccio, non si reggeva nemmeno in piedi ed era pelle e ossa.
"Tra qualche giorno vi verrà inviata una multa da pagare e mi aspetto che imparerete da questa lezione, altrimenti sarò costretto io a punirvi. Trattate tutti con rispetto, anche chi è diverso da voi. E fate quello che la mia amica ha detto, vi assicuro che così starete di nuovo meglio."
Namjoon ed Erlin se ne andarono, lasciando i paesani e il loro capo con il broncio. Insieme riportarono la donna dai loro cavalli, non poteva viaggiare, era troppo stanca, perciò, crearono un accampamento con del fuoco, cure e cibo.
"Tu pensa a lei, io vado a raccogliere altra legna."
Disse il re, dopo aver finito di mangiare un pezzo di pane. Erlin annuì e coprì la povera donna, aveva tenuto gli occhi chiusi e respirava a malapena, non c'era bisogno di un medico per dire che era sull'orlo della morte. Probabilmente era stata maltrattata e picchiata, i lividi e ferite nel suo viso e braccia parlavano chiaro e sicuramente nemmeno nutrita, le sue ossa erano troppo visibili. Avevano provato a darle da mangiare, ma non riuscirono a svegliarla. La maga le toccò la fronte, era fredda come il ghiaccio, se ne sarebbe andata di lì a poco. Namjoon ritornò con la legna e la mise nel fuoco, le fiamme tornarono ad ardere come prima.
"Non possiamo fare altro per lei?"
Chiese il re con rammarico. Ridurre una persona in quelle condizioni era da mostri, come facevano quei paesani a non sentirsi minimamente in colpa?
"Non supererà l'alba."
Rispose Erlin con tono mogio. Avrebbe potuto usare la magia, ma era difficile tenere qualcuno in vita quando era sull'orlo della morte, richiedeva grandi poteri che andavano al di là della sua conoscenza. Namjoon poi si sarebbe insospettito se fosse guarita tutto un tratto.
"Facciamola stare il più comoda possibile, cerchiamo di rendere i suoi ultimi attimi di vita sereni."
Erlin annuì, coprendo la donna ancora di più, sperando che servisse a qualcosa. Namjoon sobbalzò quando una mano della donna lo prese delicatamente per l'avambraccio, non aveva ancora del tutto aperto gli occhi.
"Grazie..."
Sussurrò con voce debole. Erlin e Namjoon si guardarono ancora più tristemente di prima, almeno era riuscita a parlare. Il re le strinse la mano con la sua libera.
"Non potevo permettere che ti facessero del male."
"Avete un cuore buono, Namjoon...ma il mio tempo ormai è giunto."
La donna prese vari respiri profondi, parlare le stava prosciugando le ultime energie.
"Quando hai vissuto così a lungo, non temi il viaggio nell'al di là."
I suoi occhi raccontavano più delle sue parole. Erlin lo sapeva, perché molto probabilmente aveva vissuto come lei anni prima che Camelot diventasse un posto sicuro: perseguitata, maltrattata.
"Ho un dono per voi."
La povera donna tolse l'altro braccio dalla coperta e ne scoprì un oggetto coperto da un fazzoletto rosso.
"Avete dimostrato gentilezza e compassione, queste sono le qualità di un vero re."
Namjoon esitò, non gli sembrava il momento di accettare un regalo, vista la situazione. Ma non voleva neanche deludere la povera donna. Prese l'oggetto e lo svestì dalla sua coperta, rivelando un corno vichingo. Era talmente levigato che brillava alla luce della luna, il bocchino e la campana erano fatte d'argento, le due parti erano unite da una catenella dello stesso colore. Namjoon aveva sentito parlare dei corni vichinghi, ma non ne aveva mai posseduto uno, costavano troppo e per averne uno, bisognava viaggiare per le vaste terre del Nord. Lunghe, desolate e fredde, a lui bastò l'avventura a Iseumio per odiare le basse temperature.
"E' bellissimo, grazie."
"Ha il potere di evocare gli spiriti dei morti-"
Un colpo di tosse la fermò.
"Usatelo a vostro piacimento...così potrete rivedere...coloro che vi mancano, basta solo che visualizziate la persona che volete vedere."
La donna voleva dire altro, ma la sua anima la lasciò completamente. Chiuse gli occhi, esalò il suo ultimo respiro e si buttò nelle braccia della morte. Erlin e Namjoon guardarono entrambi il corno, uno affascinato, l'altra non del tutto convinta. Era un regalo assai curioso da dare, ma l'ultima volta che ebbero a che fare con spiriti, l'intero mondo fu in grave pericolo e Yoongi sparì. Namjoon invece continuava a rigirarselo per le mani, ormai era curioso sugli oggetti magici e la magia stessa, usarlo gli sarebbe piaciuto molto, ma non era molto sicuro sulla parte degli spiriti viventi. Anche lui, come Erlin, non rimembrava buoni ricordi, ma forse questo era innocuo. Ci avrebbe pensato cosa farci più tardi e lo ricoprì con il lenzuolo.
"Diamole una degna sepoltura e domani torniamo a Camelot."

Le Avventure Di Erlin-Lunga Vita Al Re || BTS Fan Fiction || Vol. 5Where stories live. Discover now