Capitolo EXTRA: Natale a Medford

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P.O.V. di Conrad

Il sudore sgocciola copioso sul mio volto, facendomi rabbrividire al contatto col vento freddo di questa mattinata di dicembre.

"Conrad, qua!" Lancio uno sguardo veloce verso Spencer, che sta sventolando le braccia verso di me.

Tiro un'occhiata al canestro e noto come sia circondato dai miei avversari. Mi fermo sul posto, continuando a palleggiare, e con uno slancio indirizzo il pallone da basket verso il mio migliore amico.

Spencer lo afferra con un salto e io riprendo a correre, pronto a farmi trovare sotto il canestro se ce ne fosse la necessità.

"Spencer, qua, qua!" Ruel si asciuga col braccio il sudore dalla fronte e aspetta impaziente che Spencer gli passi il pallone.

Osservo lo scambio di palla tra i due con il fiato sospeso, almeno fino a che non vedo il pallone passare oltre l'anello del canestro e scendere fino a rimbalzare contro il terreno.

"Abbiamo vinto!" Spencer mi si avvicina per scambiarci qualche pacca sulla spalla, con Ruel poco dietro.

"Dobbiamo farlo ogni anno, capitano! Giocare a basket la mattina di Natale ha il suo fascino." Commenta il più piccolo con un sorriso felice.

Io lancio uno sguardo allo smart watch che porto al polso, osservando i dati che ha rilevato durante la partita e per vedere l'ora.

"Lo rifaremo di sicuro! Adesso però devo andare a prepararmi, tra poco arriva Lizzy." Rispengo la schermata dell'orologio e mi asciugo con la maglietta il sudore.

"Tra quanto arriva?" Mi domanda Spencer mentre, fianco a fianco, ci incamminiamo verso la cucina di casa mia.

"Tra un'oretta e mezzo, la vado a prendere all'aeroporto e poi aspettiamo che i nostri genitori vengano a casa per festeggiare tutti insieme." Lo informo con un sorriso, finalmente felice.

"State davvero ufficializzando la relazione." Commenta il mio migliore amico mentre apre il mobiletto sopra al lavello per recuperare un bicchiere.

"Non aspettavo altro, Spencer. Non mi sembra neanche vero che Lizzy stia volando qua da New York per passare il Natale con le nostre famiglie, che tra poco andremo a vivere insieme, che finalmente sia tutto al posto giusto." Gli rivelo, un senso di calore a impossessarsi del mio petto.

"Io invece non avevo dubbi a riguardo. Lo sapevo che prima o poi vi sareste ritrovati, anche se speravo più nel prima." Lo osservo riempirsi il bicchiere con dell'acqua, mentre una nostalgia per quel che sarebbe potuto accadere, ma non è stato, mi pervade.

La mia vita negli ultimi anni è stata tanto soddisfacente quanto complicata. So che per raggiungere il livello al quale lavoro oggi all'interno del NFL non avrei avuto il giusto tempo da dedicare ad Elizabeth, perdipiù contando quanti chilometri ci tenessero lontano l'uno dall'altra. Tuttavia non riesco a non scacciare dalla mente quanto tempo abbiamo sprecato, quanti anni abbiamo buttato via, in cui non riuscivo a fare altro che pensare a lei.

La notte in cui mi ha lasciato ricordo di aver vagato tra le strade di New York spaesato, con un vuoto allo stomaco impossibile da sostenere e il cuore spezzato. Preferii andare direttamente all'aeroporto e prendere il primo aereo disponibile, piuttosto che cercare una stanza per dormire. Ricordo ancora quanto dolore mi provocò il pensiero che fosse stata tutta colpa mia, che non mi ero impegnato abbastanza, che ancora una volta le avevo dato motivo di dubitare di me.

Quante volte ho dovuto trattenermi dallo scriverle un messaggio per sapere almeno come stesse, se si sentisse soffocata ogni giorno come me, se volesse incontrarsi per parlare. Ho avuto bisogno di tempo per rimettere la testa sulle spalle e concentrarmi con tutti i miei sforzi sugli allenamenti e sulla mia carriera.

YOU [COMPLETO]Where stories live. Discover now