La tristissima storia di Beau Tarelli

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Di borgo in borgo Beau Tarelli

gira e rigira coi suoi fratelli,

non di stirpe, né di sangre,

ma accomunati dall'istessa sorte,

chi piú magro chi piú pingue

trastullavan sul fil della morte.


Nel periglio di borgata

quei trovavan gran risata;

sollazavan quei cuozzetti,

scorrazza'an' pei vicoletti,

sconfiggevano la fame,

il denar dal vasellame

della chiesa s'arraffavan

e soló cosí mangiavan.


Ghiott'andava il discoletto

di buon farro la zuppetta

ei mangiava con diletto,

sí fumando la pipetta,

sgraffignata ad un riccastro

tanto ricco quanto alto

inondato d'alabastro,

l'ebbe fatta di cobalto.


Beau Tarelli; tempera su tavola; Paese Nizzardo, regno di Savoia; 1748;

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Beau Tarelli; tempera su tavola; Paese Nizzardo, regno di Savoia; 1748;

Maestro anonimo borgognese


Alla fin tutto sommato

egli era un buon ragazzo,

certo sí un po' adirato

con il Sefardito ladro

ch'egli avea proprio sul cazzo,

il padron d'ogne mezzadro.

Gran pecunia tal Giudeo sí possidea

ch'il buon Beau Ta' dirompente ei vattea.


Nano l'era di statura,

quel marrano d'un pagano,

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