Il Jua' Riño delle foibe

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Più sporco della pece e del carbone,
passeggia claudicante un ricchione.
Giovanni, detto Jua' dagli amichetti,
ch'eran altrettanto dei frocetti;

Villano sott'il regno di Borbone,
le due Sicilie avea come dimora.
Eppur non si curava quel coglione
d'aver in attenzion la sua istruzione,
ma solo di fissar, chinato'il collo,
quel pipin' picciol com'una mora,
che mai nell'acqua avea mess'a mollo.

Oh che schifo quell'omino!
È Jua' Riño il masturbino,
egl'ha mani incrostate, che non furon mai lavate;
il suo respír sapea di morto, il tanfo non immaginate,
di quel frocio petulante,
in sé pieno di un orgoglio
certamente tracotante,
ma di certo non costante
nel sopprimer il suo doglio,
ch'egli solito provava,
a sconfigger con l'accidia,
o con l'evitar la sfida,
o fingendola lontana, più di quanto già non sia;
tanto pigro quanto tronfio, per favor qualcuno rida.

L'era tal temperamento,
di quel picciolo borioso,
privo d'alcun raziocinio, ancor meno laborioso;
privo sì d'autocontrollo, senz'alcuna disciplina,
ei gradía dare tormento
a color che tolleravan - la sua vocina,
il suo lamento.

D'una nevrósi'femminea
si macchiava infatti quello,
i gemití non continea,
dubito avess'un pisello.

Dunque debol sia nel corpo,
che nella sua fragil mente,
trastullava le sue carni,
convinto d'esser cosciente.

Ma di coscienza ei mancava,
o forse l'era assopita,
sta di fatto camminava,
masturbandosi, con due dita.

Ed il collo ei chinato
verso 'l pipo mantenea,
ch'i suoi dintorni'avea ignorato
e nel vasto Nord giungea.

Fin'al Friuli er'arrivato
quello sciocco d'uno schiavo,
che non s'era allarmato
delle foibe, dello scavo.

Grandi fosse in sul cammin
ei falliva ad osservare,
e come un canarin
cade ucciso da lupare,
scivolava il corpicin di quell'infimo maiale.

Giù per le rocciose grotte
le sua ossa eran rotte,
scorticata la sua carne,
di cui fin'allor, a men, non potea farne.

Aihmè...
moriva soffocato,
nel suo sangue e nel suo seme,
quel Jua' Riño insudiciato,
non soltanto dal peccato,
ma dalla mancata speme
nelle sue capacità,
dando via la libertà.

Ad esser' come Jua' Rino,
son moltí del populino,
a viver'un'illusione,
essi son giá in un burrone.

FINE

I racconti di nonna PruritaTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang