2.CAPITOLO

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Le ore passarono in fretta e fortunatamente non avevo compiti per domani, così decisi di stare fuori tutto il giorno, tanto mio padre è a lavoro e tornano verso le 20:00 o 20:15.
Quando varcai il vecchio portone nero della scuola mi catapultai insieme a Claire dai ragazzi per salutarli.
Mentre parlavamo sentivo qualcuno che mi osservava, mi girai era proprio lui. I nostri sguardi si incrociarono, i suoi occhi erano sempre gli stessi, anche le labbra. Lui era lo stesso, non era cambiato per niente, poteva essere dolce, bello o gentile, ma era sempre pronto a spezzarti il cuore a distruggerti definitivamente, senza provare dispiacere per te e così mentre lui andava avanti con le sue vittime tu rimanevi là a piangerti addosso, con un cuore in fratumi e una vita ormai scombussolata, proprio come è successo a me.

"Madison ci sei?"mi risvegliò Michael.

"Sì sì non preoccuparti"

"Ma tu stai piangendo!"urlò Harry.

"No Harry non è nien-"non mi fece finire la frase che mi attirò a se stringendomi tra le sue braccia.

"Che hai che non va piccola?"

"Niente Harry e ora lasciami andare oggi è stata una giornata pensante e voglio andare a casa, a domani ragazzi!"li salutai.

"A domani"

Mentre camminavo verso casa a suon di Back in Black degli AC/DC sentivo dei passi dietro di me, ma non ci badai più di tanto.
Sentivo lo sguardo di Riker bruciare sulla mia schiena coperta da una felpa larga e blu, ma era impossibile io sono qui mentre lui sarà ancora a scuola o chissà dove.
Però la paura prese il sopravvento e se è lui? Ma cosa vorrà da me? Farmi ancora del male?

Tutto è possibile piccola Madison.

Mi ricordai le sue ultime parole prima di lasciarmi, prima di abbandomarmi per sempre.
Accelerai il passo, ma qualcuno mi prese per il polso, cacciai un urlo e mi girai. Era Claire.

"Tranquilla sono io, Riker è ancora a scuola"aveva capito, aveva capito tutto.

"Come fai a..."

"Quando te ne sei andata l'ho visto e allora ho capito perché ti eri comportata in quel modo e sono venuta a cercarti, elementare"raccontò, Claire capiva tutto al volo, a volte poteva sembrare stupida, ma è una ragazza intelligente.

"Grazie"dissi, non sapevo che dire se non quel grazie sussurrato e percepibile a malapena, ma lei lo sentì.

"Di niente, ah oggi ti ricodi che dobbiamo fare quella cosa?"domandò.

"Ah sì giusto me n'ero dimeticata"battei una mano sulla fronte e guardai l'orologio, le 15:30.

"Dobbiamo ancora mangiare dobbiamo muoverci!"urlò lei.

"Calmati abbiamo 2 ore e mezza"

"Sì, ma dobbiamo magiare, preparare il borsone e riposarci"detto questo mi salutò e andai a casa.

Aprì la porta lentamente, c'era ancora la puzza d'alcool che bevevo con i miei amici,aprì una finestra per far arieggiare e andai in cucina; trovai nel forno del pollo ancora buono del giorno prima, così lo presi, sistemai la tavola e incominciai a mangiare.
Finito, decisi di andare a prepare il borsone, salì in camera e presi tutto il necessario da portate, lo misi dentro il borsone blu e nero e scesi in salotto.
Avevo ancora un po' di tempo, mi sistemai comodamente sul divano e guardai un po' di TV.

La suoneria del mio cellulare mi fece sobbalzare, non guardai neanche chi mi aveva chiamato, risposi subito.

"Pronto?"

"Sono da te tra 5 minuti"

"Va bene a dopo"

"A dopo"

Presi le mie vans nere e il borsone, riflettei un po' prima di prendere anche un felpa blu notte, la sera fa sempre freddo, meglio portarla.
Aprì la porta e il sole mi accecò, misi una mano difronte agli occhi e vidi la macchina nera di Claire davanti il cancello della mia villa, mi diressi verso di lei, a prì il cancello e mi infilai nell'auto senza aspettare.

"Allora, come ti senti? Eccitata?"mi chiese.

"Più che eccitata direi gasata, tu?"risponsi mettendo la cintura.

"Pure, hai portato tutto?"

"Si, però la divisa ce la danno là no?"

"Sì tranquilla"detto ciò mi accoccolai sul sedile aspettando di arrivare a destinazione.

"SVEGLIA MADISON SIAMO ARRIVATE!!!Finalmente!!"mi urlò Claire.

"I miei poveri timpani"mi lamentai mettendo le mani sulle orecchie.

"Che me ne fotte ora, siamo finalmente arrivate, sono gasatissima!!"

"Come tu faccia ad essere la mia migliore amica, questo rimane un mistero"presi il borsone e uscì dall'auto, ritrovandomi davanti un edificio abbastanza grande, tutto bianco con delle strisce alla base azzurre, c'erano delle piccole finestre in alto dove non si riusciva a vedere dentro e il portone blu notte, enorme.
Mi avviai all'entrata della palestra insieme alla mia amica, appena varcammo la grande porta una voce parlò.

"E voi siete?"

"Noi siamo Madison Parker e Claire Robinson"risposi verso la signora anziana seduta al bancone.

"Ah siete le nuove, lì ci sono gli spogliatoi, dentro a destra c'è la porta per la palestra ecco la divisa"ci porse un body nero con delle ballerine anch'esse nere.

Prendemmo tutto ci avviammo verso gli spogliatoi femminili, appena entrai posai il borsone e incominciai a cambiarmi, finito insieme a Claire andammo in palestra.
Aprimmo la porta ci ritrovammo difronte ad una enorme palestra i vetri puliti ricoprivano le pareti, c'erano delle casse, tappetini, sbarre ecc.ecc.
Tutto ciò che ci serviva per riscaldarci o ballare.

"Buonasera ragazze"mi girai e mi rotrovai difronte un ragazzo alto, abbastanza magro, occhi verdi, i capelli neri bagnati dal sudore gli cadevano sulla fronte.

"Sono Aaron McLaren, il vostro maestro, istruttore, insegnate fa lo stesso, ma chiamatemi Aaron ho solo 21anni non voglio sentirmi vecchio"continuò.

"Bene...Aaron è un piacere conoscerti noi siamo Claire Robinson e Madison Parker"parlò Claire, quando c'erano dei ragazzi carini lei era sempre la prima a proferir parola.

"Piacere mio e ora fate un po' di riscaldamento io vado a fare una cosa"disse per poi uscire dalla porta.

"Quanto è bono oddio, altro che danza io starei a fissarlo per ore a quello"esclamò Claire, è una caso perso con i ragazzi.

"Sì okay, ma i filmini mentali su Aaron te li fai dopo ora riscaldiamoci e muovi le chiappe"dissi dandole una pacca sul sedere scherzosamente.

"Uffa!"

Incomincammo a fare una breve corsetta per la palestra, ma entrò Aaron così iniziammo a ballare e a provare nuovi passi tra scherzi e risate, Aaron era davvero un ragazzo simpatico e carino, ma le ore passavano e la lezione finì.
"Siete state bravissime, si vede che ci tenete alla danza"disse.

"Modestamente"scherzai io.

"Modesta"

"Perspicace il ragazzo"scoppiammo in una risata generale per poi andare negli spigliatoi e cambiarci.
Io e Claire uscimmo dalla palestra ed entrammo in auto.

"Ma se ci vedesse qualcuno?"chiese preoccuoata Claire.

"Tranquilla non ci vedrà nessuno, questo è un posto lontano dal centro città e ti ricordo che nessuno, soprattutto quelli della nostra scuola, si allontana da lì"le ricordai.

"Giusto, là ci sono discoteche, negozi, bar, tutto ciò di cui un adolescente ha bisogno"

"Già e ora guida che sto morendo di sonno e non vedo l'ora di rivedere il mio bel lettino" e partimmo , tranquille che non ci avrebbe visto nessuno, almeno non oggi.

Povere le due ragazze, ignare del tutto che dietro un cespuglio davanti alla palestra c'era un ragazzo, un ragazzo che le conosceva e che loro conoscevano, le aveva viste, uscire tranquille e felici dalla palestra aveva anche ascoltato la loro breve conversazione e le aveva viste partire verso casa, sempre tranquille, ma per poco.

Lessons of dance-l.h.Where stories live. Discover now