Estate

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REMUS

Questa fu probabilmente una delle estati migliori della mia vita. Elaila, anche se internamente distrutta, ti riportava il sorriso in pochi secondi, rendendo il tutto più piacevole.
Non dissi mai qualcosa riguardante i suoi genitori, sapendo di rischiare di ferirla ancora di più.

Le nostre giornate erano semplici: colazione, piscina o relax totale, cena, libri e sonno.

Tranne una: 15 Agosto 1974

-Ila cara, avrei una proposta per te.- alzò la testa dal suo 'Ritratto di Dorian Gray' e mi fece una enne con la testa, per dirmi di finire la frase. -Domani, per celebrare la nostra amicizia, ti porto nella Londra babbana!- la sua faccia era qualcosa di indescrivibile: si guardò attorno, come per chiedere conferma che stessi parlando con lei.

Sapevo che aveva sempre voluto fare un giro in una città che non fosse New York e questa era l'occasione!

-Allora, se era così, fuori che devo dormire!- disse, saltando giù dal letto (rischiando di cadere) e mi spinse fuori dalla sua porta, chiudendo Ela alle spalle.

ELAILA

ANDARE A LONDRA!
Letteralmente il mio sogno da piccola. New York era bella, ma non il massimo.
Conoscevo quasi tutti, ma nessuno conosceva me, a parte Nevan.

Nevan. Un pensiero mi attraversò la testa: cosa penserà quando scoprirà che me ne sono andata? Anche se non eravamo amici stretti, si poteva intuire che era uno molto empatico, sempre pronto a farti da psicologo se serve.

Andai a letto con tutti questi pensieri.

15 Agosto 1974

Mi svegliai bella pompante. Londra, arrivo!

La cosa che feci prima ancora di scendere le scale per mangiare fu andare a svegliare Remus.
Uno penserà: cosa si fa per svegliare qualcuno? Risposta: buttagli del cioccolato addosso.

E così feci: la porta resta sempre aperta e presi delle scorte di cioccolata. Contai fino a tre e lanciai tutte le rane, o meglio, le aprii e saltarono in giro, fino a sciogliersi. E Remus rideva, cosa di cui fui grata.
Mi piaceva vedere ridere le persone, anche se poco. Significa che stanno provando qualcosa di positivo, cosa che può essere anche rara.

Mi cambiai in alcuni abiti vecchi di Hope, molto carini, legai i capelli in una treccia e uscimmo.
La passeggiata fu molto lunga: 15 fottutissimi minuti!

-Remus, se non ne è valsa la pena ti ammazzo.
Avevo strani modi di mostrare affetto.

O meglio: far capire a qualcuno che gli stavo dicendo 'ti voglio bene'
Se lo dici a troppe persone, mostrandoti debole, esse potrebbero sfruttarti,come era successo con Aki.

Le strade erano affollate, con bambini e anziani che andavano in giro sorridendo.

Entrammo in un bar, dove a servirci fu una dolce signora sulla mezza età, con capelli biondi e occhi castani, sorridendo.

Strano che i lati della bocca non le toccano gli occhi, pensai e ridacchiai immaginandomi la scena.

Ordinammo due cocktail, io alla fragola e lui al limone. Il resto del pomeriggio lo passammo scherzando come sempre.

-Andiamo a farci un bagno?- come risposta si guadagnò una faccia stupita: da quando c'era dell'acqua?

Corremmo su una collinetta, molto simile a quella in America e vi trovai un laghetto circondato da alberi e fiori colorati.
Ci tuffammo.

Lui si tuffò come un campione di diving, mentre io era tanto se non mi ero presa una spanciata come spesso capitava in America.

Entrata, la sensazione di freddo prese presto il controllo del mio corpo, ma finì quando non vidi più Remus.

Ansia totale. Urlai come una matta il suo nome invano.
Nuotai avanti e indietro alla ricerca del lupo, senza buoni risultati.
Continuando sempre a cercarlo, mi sentii afferrare al ventre da qualcuno e tirai un urlo, data la sprovvista.

-dovevi vederti!- in cambio lo schizzai.
Il pomeriggio passò in fretta. Tornammo a quella che ora potevo chiamare: casa. C'erano persone che mi amavano e che erano sempre lì per me come fossi loro figlia.

Appena uscì dall'acqua, mi strinsi le spalle, sperando di trovare calore.
Più che camminare verso casa, corremmo, dato che la notte prendeva sopravvento.
Arrivammo a casa e a accoglierci ci fu la ramanzina di Hope, sul fatto che sembrava che ci eravamo fatti una doccia.

Te la potresti anche fare.
Non eri morta?
Morirò quando morirà la luna.
Quindi quando sarò già morta?
Chissà.

Mi feci una doccia veloce, giusto per non sembrare pazza.
Andai nella camera di fianco alla mia, ovvero quella di Remus. Era stranamente agitato e teneva una pergamena tra le mani.
Mi avvicinai, cercando di leggere la scrittura, inutilmente.

-Sirius è scappato di casa-

Mi sono sempre ripromessa di provare a provare pena per tutti, anche sconosciuti, ma non capivo perché Remus fosse così contento. Per farvi capire: sembrava che gli avevano detto che sarebbe stato il proprietario di tutto il cioccolato nel mondo.

-perché tutta questa allegria?- dissi, mentre lo vedevo super agitato.

-non ti preoccupare- disse, finendo la frase con un sorriso, sperando che lasciassi stare, cosa che feci.
Non ero una persona troppo impicciona.


N.A.
Vi avverto che tra poco arriva anche James & co.
Comunque, Sirius è stato cacciato di casa dalla dolce Walburga, che madre amorevole, vero?

Comunque, volevo ringraziarvi per tutte le letture (non ho ancora capito come si chiamano, vi prego ditemelo) che ha raggiunto questa storia.

E vi prego, commentate, c'è troppo silenziooo. Vorrei vedere anche le vostre idee, così che decido un po' la storia.

-Alba

Just the moon and us- S.O.B.Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon