Fa così male dire addio (pt.1) cap. 21

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"Mi volto la mia casa si allontana,
Scompare poco a poco la mia terra
Al passo lento della carovana,
Al passo indemoniato della guerra.

E dico Addio agli amici, alla mia gente,
Agli alberi che incontro sul cammino,
Nel sacco quattro stracci e poco niente,
Nel pugno della mano un sassolino.

E dico Addio al vento e alla sua danza,
mentre la notte si sorseggia il giorno:
Nel cuore una promessa di speranza,
Negli occhi il desiderio del ritorno."

Recitò il professore, appoggiando con attenzione il libro appena letto sulla cattedra.
Preparavo lo zaino ripensando alle parole della poesia e nascondendo discretamente la lettera rubata da cassetto, ormai due mesi fa, e non riuscivo a rimetterla a posto...

Quando mi alzai il freddo mi avvolse, nulla era più come prima, ero tornata a scuola, e il contenuto della lettera mi raggelava le interiora, come un amaro grumo da mandare giù.
Dovevo parlarne, con lei.

Uscii dalla scuola e fuori trovai Bill.

<<ehi>> disse guardandomi sorridendo, con il sopracciglio alzato.
<<Ehi.. >> risposi io, un po' più cupa di lui.
<<ti senti bene? Sembri pallida>> disse lui alzandomi il viso con un dito sotto al mento, gli sorrisi, lui era l'unica cosa che mi facesse stare bene, ovviamente lui come i miei amici.

Annuii e mi avvicinai strappandogli un veloce bacio.
Si appoggiò alla macchina dietro di lui.
<<non dovresti appoggiarti a una macchina se non è la tua>> Sorrisi.
<<ti dirò Ev, Magari fosse la sua, almeno non dovrei scarrozzarlo in giro>> disse Georg da dentro la macchina, facendo ridere Bill.

<<mh...>> mugugnai silenziosamente.
<<tutto bene? Sei sicura?>> chiese di nuovo Bill, io volevo ridere, davvero! Ma semplicemente non ci riuscivo...
<<allora facciamo così>> iniziò Bill.
<<domani sera ti porto a vedere le stelle>> disse togliendosi i capelli dalla faccia, <<e poi se vuoi ne parliamo>>.
Mi rassicurò alle sue parole, ma sospirai sapendo di non aver ancora tolto questo peso dal mio petto...
<<io vado, ciao>> Dissi, gli sorrisi e salii sul bus.

Così tante cose correvano per la mia testa.....

Una volta a casa, Bussai tre volta sulla porta della camera di nonna niki, prima di farmi avanti.
Lei era ormai ridotta al letto e solamente Io sapevo il perchè oltre a lei....
<<Nonna....dobbiamo parlare>> Dissi, <<dimmi tesoro>> Mi rispose, con voce debole.
<<perchè non me l'hai detto..>> bisbigliai, <<cosa?>> Mi chiese, <<perchè non mi hai detto che..>> non finii la mia frase che lei ingrigì.
<<ho notato che la busta era smarrita...io mi dimentico spesso le cose...ma potevo già immaginare l'avessi presa tu>> Disse e mi accarezzò la guancia con la mano.
Non mi mossi, tremavo seria, <<perchè non mi hai detto che hai un tumore..>> Dissi con voce tremolante, Nonna Niki si staccò, quasi incredula, come se non credesse che sarei potuta arrivare al punto di dirlo ad alta voce.
<<Ma- ma possiamo aggiustarlo! Io...io posso fare due lavori! Così pagheremo l'operazione>> Dissi, ma lei non sembrava accogliere l'idea, anzi, sfoggiò un delicato sorriso.
<<Tesoro...io stavo male già da ben prima che tu arrivassi qui a vivere con me...sono vecchia e ho avuto una vita soddisfacente...>> le lacrime riempirono i miei occhi, un fulmine mi attraversò la spina dorsale.
<<NO!>> gridai alzandomi in piedi, <<Tu- tu- tu- non puoi morire! Dove andrò?>> Lei mi fermò, <<Ed è quì che volevo parlarti>> il mio battito accellerava. <<Devi andartene>> disse lei....

Vuoto

<<no...>> tremai, <<Ev->>, <<no...no..no,no,NO,NO..NO!>> dissi sbattendo contro la parete indietreggiando.
<<EVERLY! calmati!>> Cercò di rassicurarmi Nonna Niki.
<<NO! NON PUOI FARMI QUESTO, PER LA PRIMA VOLTA DOPO ANNI SENTO DI AVER TROVATO IL MIO POSTO! HO TROVATO LE PERSONE CHE MI RENDONO FELICE! TU NON- NON PUOI TOGLIERMI TUTTO!>> Dissi tra un respiro affannato e un'altro, la senzazione atroce di essere impotente davanti a questa situazione e di saperlo...

<<EVERLY- couf, couf>> Tossì lei, allora cercai di riprendere lucidità nonostante mi sentissi la gola tagliata da una lama seghettata. <<uh....o-okay, i-i-i-io ti ascolto, sto andando..nel panico..>> Cercavo di riprendere fiato.
<<Everly, devi andartene perchè tuo padre è qui...>> La mia faccia rinvivì, mi asciugai le lacrime con la mano che tremava e mi sentivo una rabbia che saliva dentro, ma era anche gioia...credo.
<<Cosa..COSA?! È FANTASTICO...io..io ho un padre! Non avrò bisogno di andarmene!
Compreremo una casa vicino alla tua e ti aiuteremo a curarti!>> il mio cuore era pieno di gioia, penso a quanto sono stata stupida e ingenua ad impanicarmi prima di ascoltarla, ma comunque Nonna Niki non Rise con me.

<<NO everly, lui è cattivo, fidati di me, ti porterà via...è meglio essere lontani senza di lui che lontani ma con lui>>.
Alle sue parole Provai un misto di emozioni...dovevo allontanarmi dai miei migliori amici, da mia Nonna, dalla mia casa, dal ragazzo che amo...
Non ricordo neanche il viso di mia madre e ora scopro che mio padre mi rivuole con sé...ma non posso lasciare che avvenga...
È tutto così confuso... <<Quindi mi vuoi dire che questo...tutto questo anno è stato nulla?>> Dissi, ora la rabbia sovrastava la "gioia".

Lei non mi rispondeva, guardava il soffitto.
<<che cè? Non mi rispondi?>> chiesi con aria arrogante.
<<Cosa? Cosa c'è?! Mi ignori?>> e lei continuava a guardare il soffitto, quasi offesa.
<<RISPONDIMI>> gridai <<DIMMI CAZZO, TI ASPETTI CHE A ME VADA BENE?! TI ASPETTI CHE IO PARTA COME SE NULLA FOSSE SUCCESSO?!>> Gridai!

<<GUARDAMI CAZZO>> Dissi, calciando il letto, una lacrima scese sul suo viso, tutto mi sembrava sfocato quasi ovattato.
<<VA BENE!>> Gli urlai contro, presi il mio zaino vicino alla porta, <<E TIENITI QUESTA CAZZO DI LETTERA>> gettai a terra le analisi del suo tumore, alle ossa, <<È QUESTO CHE VUOI?>> iniziai a mettere nello zaino quello che capitava di mio. <<ecco, ora stai qua, tanto non ti puoi muovore>> dissi, disgustata, non mi ero mai vista in questo modo...io non ero io..

<<EV! Sei una ragazzina! Non capisci! Io ho fatto cose...se tu andassi con tuo padre lui si SFOGHEREBBE SU DI TE!>>
Uscii dalla stanza, scesi dalle scale e presi la porta.
Iniziai a camminare, non sapendo dove andare, vagavo e vagavo, sbattevo contro la gente, ero scossa e in lacrime, la testa mi gira...mi viene da cadere.
Sbatto contro un'altra persona, <<scusi..>> Dissi, ma questa persona mi prese per il braccio e mi iniziò a guidare verso casa, era alto.
<<Bill?>> lo sconosciuto mi sorrise con denti giallastri e marci...non era Bill...

♤über uns♤ [Tokio hotel-BILL KAULITZ]Where stories live. Discover now