quelle stupide farfalle CAP.7

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Nuvole di vapore uscivano dalla mia bocca, le foglie iniziavano a perdere colore e diventare marroncine, il vento soffiava caldo ma i brividi iniziavano ad arrivare...era ormai ottobre, e oggi uscivano gli attesissimi risultati.
Attraversavo il parco, raggiungevo quel gruppo di ragazzi con cui ormai avevo un tornaconto.
Le mani dentro il mio cappotto si tenevano calde mentre vedevo Bill venire verso di me, la preoccupazione e l'ansia nel suo volto...
<<ti aspettavamo, manchi solo tu>> Disse, prima di voltarsi e andare verso la panchina in cui gli altri erano ammassati intorno a Georg, col portatile appoggiato sulle ginocchia.

Si avviò, oggi sembrava freddo...distante, quasi assente nei gesti e nei toni solitamente gentili ed entusiasti.
<<aspetta>> lo fermai, mi sentivo in dovere di dire qualcosa...<<5 minuti "all'ora X">> Mi guardò come per chiedermi dove volessi andare a parare, <<Bill, tu tra tutti sei quello che ci tiene di più, sei entusiasta, talentuoso e meriti di passare e di fare quel concerto, però volevo solo ricordarti...se non sarà stavolta, sarà un'altra...>> Il sorrisetto nervoso sparì, aveva capito cosa intendevo, non doveva farsi aspettative, anche se la speranza doveva esserci...non era facile.

Si girò dandomi le spalle, quasi offeso e io lo seguii a ruota, ora mancavano 2 minuti a quando sarebbero usciti i risultati, sti cazzo di risultati, tutti dicevamo, "dai, al massimo ci saranno altre occasioni", oppure, "mai arrendersi, si va avanti e basta"... ma tutti sapevamo che se fosse andata male sarebbe stata una merda.
<<stai fermo con la gamba Georg!>> esclamò Tom nervoso, Georg lo ignorò, eravamo tutti troppo nervosi, troppo tesi...
<<ugh, che cazzo! Gustav, dimmi quanto manca>> di Tom innervosito.
<<20 secondi>> Disse Gustav alternando gli sguardi tra lo schermo e l'orologio, Bill invece non faceva nulla, tremava e mi teneva la mano, mi avvicinavo in modo che sentisse la mia presenza, ma anche perchè così nessuno avrebbe notato che ci tenevamo.

<<Ehi>>Dissi bisbigliando, <<Bill>> non si girò, ma sapevo che mi stava ascoltando...<<devi stare tranquillo, so che non è facile ma devi provarci, inspira...espira>> esitò, forse era troppo "impegnato" mentalmente per ascoltarmi....poi peró seguì le mie istruzioni.
<<inspira....espira, bravo>> lo incitavo, finalmente poi ebbe la forza di guardarmi negli occhi, quei bellissimi occhi color caffè, con il solito ombretto nero che glie li risaltava, erano grandi, e in quel momento pieni di forza.
<<andrà bene>> Disse lui sorridendomi, ora era sicuro di sé, più consapevole, ma infondo era preoccupato, almeno quanto gli altri.
<<3...>> Disse Gustav mentre trattenevamo tutti il fiato, <<2...>>, presi un respiro... <<cazzo...>> sussurrò Tom, <<1>>.

Non ricordo alcun rumore, il quel momento era tutto trasparente.
<<non c'è nulla->> Disse Tom, una senzazione amarissima e aspra mi si legò alla gola e il mio stomaco sprofondò.
<<aggiorna la pagina>> Disse con fermezza Gustav, Bill intanto si era allontanato e ora era piegato con le mani che gli avvolgevano il retro del collo.
<<Gustav...>>, <<AGGIORNA LA PAGINA GEORG!>> sbraitò lui, facendomi sobbalzare, <<CAZZO!>> Gridò Tom prendendo furiosamente a calci un palo.

Vedere quella situazione mi fece far inginocchiare dal dolore, alla pancia e alla testa.
Non mi sembrava vero, tutto sembrava confuso, come in un sogno.
<<Ev!>> sentivo Georg,ora era difianco a me.
<<sì...io->> non riuscii a finire la frase, il mio cuore accellerava, e così il mio respiro, probabilmente per la paura di svenire.
<<Ev>> questa volta era una voce diversa, più soffice ma meno vivida, tutto si faceva più buio; era per lo shock? Davvero mi importava così tanto?
<<inspira....espira, ricordi?>> inspiro....espiro, seguii la voce e tutto inizia a riprendere colore, tutto più vivido, scorsi una mano tenere la mia.
<<è in shock?>> Sentii Tom, in tono preoccupato.
<<no io, io sto bene ora, mi sto riprendendo>> Sorrisi nervosa, che figura di merda.
Era uno stress che non potevo reggere, non feci che iniziare a piangere, silenziosamente.
<<mi spiace->> Dissi con voce soffocata, <<non è colpa tua, non potevi farci nulla>> Disse Bill, accogliendomi tra le sue braccia, mi asciugai una lacrima e mi ricompoi.
<<mhh..>> Mi schiarii la voce, con il dolore ancora tutto accumulato nel petto che mi appesantiva..<<cosa succederà ora?>> chiesi, ancora tra le braccia di Bill.
Suonò un telefono, tutti si affrettarono a controllare se fossero i loro.
Era quello di Tom.

<<pronto Tom Kaulitz.>> Disse Tom, un gioco di sguardi si attivò nel cerchio che avevamo creato inmezzo al parco.
<<hm-hm, sì, capisco, grazie mille>> il fiato gli tremava.
<<allora?>> chiesi...
<<era la redazione, siamo entrati perchè una band si è ritirata, PARTIAMO TRA 3 SETTIMANE>>
<<cos-COSA?!>> Strillai in preda alla gioia.
<<sì va in francia!>> Disse Tom sfogandosi tirando pugni a Bill, <<AHIA>>.
<<SEE CAZZO>> gridò Gustav, Rise e i ragazzi si abbracciarono, includendo anche me subito dopo.
<<hahaha è la cosa più random e più bella che mi sia mai capitata!>> dissi, il maldipancia era migliorato ora, o almeno per il momento...
<<io non so voi ma a me tra un po' mi si congelano pure i capezzoli>> Disse Tom molto alla...Tom, <<andiamo a casa nostra, Ev tu vieni?>>, <<grazie, ma non riesco, devo rispondere ad un paio di domande dell'agenzia degli assistenti...però ci sentiamo per i preparativi>> sorrisi, mentre gli altri si avviavano verso le case.
Tranne Bill, Bill resto qui.

<<è fatta quindi>> Dissi ridendo, <<già>> Disse col fiatone, dal saltare e urlare e anche ferito dai pugni di Tom.
<<allora io vado...ciao>>dissi, poi lui si avvicinò, mi sembrò di tornare alla sera della prima volta che li sentii suonare.
Mi guardò negli occhi, si avvicinò ancora di più fissando io miei occhi come specchi, potevo sentire le sue mani formare un cerchio di calore attorno i miei fianchi...
<<non->> mi posò un bacio al lato delle labbra, le farfalle nello stomaco erano ribelli, diventai rossa, potevo considerarlo il mio primo bacio?! Il nostro primo bacio?

Ero ipnotizzata, non sapevo cosa dire, cosa fare, mi sorrise semplicemente e camminò via a passo svelto.
<<che cazzo è appena successo->>
Era una cosa che non mi dispiaceva, per nulla, sinceramente non rra neanche un bacio credo, era più sulla guancia che la bocca...ripartii per andare a casa.
Camminavo lungo le strade, non potevo essere più confusa di così, quando dall'essere confusa diventai spaventata, sentendo il rumore più sgradevole, l'unico è l'unico rumore che vorresti sentire per strada da sola...

♤über uns♤ [Tokio hotel-BILL KAULITZ]Where stories live. Discover now