quegli occhi tristi cap. 19

89 4 0
                                    

*Pov: di Nicole*
Tossivo tra una pillola e un'altra, mi girava la testa, erano ormai passati mesi da quando Everly era diventata indipendente...a soli 16 anni, è ancora una bambina eppure già lavora, ogni tanto penso a mia figlia e a quanto sarebbe fiera di Ev, la nostra piccola Ev...
<<Cof Cof>> tossii battendomi il pugno sul petto, ormai ho perso le forze...temo di ricevere un'altra lettera dal quel mostro...devo impedire che si avvicini a lei o ai suoi amici...
Guardavo il pavimento pensando a sproposito e ascoltando il ticchettio dell'orologio andare quasi a tempo con il mio battito cardiaco.

Sobbalzai sulla sedia quando sentii il campanello suonare, temevo di aprire la porta.
Mi alzai e mi avvicinai, piano per evitare di patir dolore, le tende grige creavano un' atmosfera strana, cupa, quasi di suspense.
La aprii e un sorrisetto apparve sul mio viso <<hah, non mi sorprende...ti ho detto di stare lontano dalla mia famiglia, Jonas>> Dissi al volto che aveva rovinato la vita di Everly.
<<il tuo è un vizio handmann, un loop continuo, la allontani da chi la ama e la cerchi in giro per la Germania, solo per poi ferirla nuovamente>> l'individuo mi guardò con il fuoco negli occhi.
<<La tua famiglia huh?>> Mi sorpassò ed entrò in casa <<TI ricordo che Angelika è mia figlia>> chiusi la porta, <<Angelika? Sai benissimo che lei si chiama Everly>>.

Mi ignorò e iniziò a guardarsi in giro, <<Dov'è Angi, mia figlia è in casa?>> disse, era un uomo dall'aspetto "formale", alto, magro, calvo e con la barba, i suoi occhi erano di un marrone forte, che saltava subito all'occhio, proprio come quelli di Everly..
<<NON è tua figlia.>> Dissi scandendo le parole, <<per favore vattene, non puoi continuare a seguirla per poi presentarti 16 anni dopo>> Dissi, poi si girò facendomi accapponare la pelle, <<sta volta me la riprenderò, Nicole, aspetterò poi che abbia 18 anni per cambiargli il nome, e finalmente la nostra famiglia sarà al completo>> i miei occhi si sgranarono, <<f-famiglia al completo?...l'hai ritrovata? Hai ritrovato mia figlia?>> dissi, mi pentivo di quello che avevo fatto ad Erika.

<<tua figlia? Intendi mia moglie e la madre di "Everly", non ti puoi neanche permettere di chiamarla così dopo quello che hai fatto>> Disse...le lacrime mi inumidirono gli occhi, Everly è tutto ciò che ho...
<<non la prenderai, non c'è modo>> a quel punto rise, e buttò sul tavolo della sala una lettera, dall'ospedale, <<ecco, gli esami che mi avevi chiesto>> Mi disse con un sorriso strano.
La mia mano tremolante aprì la busta e caddi a terra nel vedere cosa c'era scritto.
<<i-i-i-i-, n-no a->> le lacrime ora percorrevano le rughe sulle mie guance...non era
possibile...
<<beh Nicole>> sorrise mentre raccoglieva la lettera, <<fine dei giochi>>.
La mia mano stringeva la maglia, mi sentivo sul punto di avere un'attacco di cuore.

Ero sul pavimento <<disgraziato...>> sussurrai, <<non l'avrai così facilmente, chiamerò l'agenzia che si è sempre preoccupata di lei e la manderò da qualche altra parte, oppure starà con la sua amica qui affianco, o magari con gli altri suoi amici, ma non con te, mai e poi mai>> Dissi, stavolta forte e chiaro.
<<mi dispiace Nicole, sinceramente, ma sai che torno sempre, non mi puoi mai togliere completamente, sono il tuo cazzo di tumore>> disse ridendo, indicando con la testa la lettera, aprì la porta e prima di chiuderla dietro di sé si girò e disse...
<<alla fine di maggio me la riprenderò...ormai è marzo..il tempo scorre>>.

*Pov: di Everly*

<<cazzo, non ho capito nulla di storia>> dissi ad Ali, che mi stava dando ripetizioni.
<<fa niente, riprenderemo tra qualche ora, adesso andiamo a casa>> disse lei, io annuii e la seguii al di fuori della biblioteca.
<<ve che alla fine...poi non mi hai mai raccontato come va con Bill>> arrossii alle sue parole, <<credo stia andando bene, nulla di officiale ovviamente, siamo usciti solo qualche volta>> risi mentre lei mi spintonava.
<<ma vedi un po' chi si è innamorata>> disse Ali con una cantilena fastidiosa, <<ma stai zitta>> Dissi scherzando.
Era qualche giorno che non mi sentivo bene, non come se avessi maldipancia o mal di testa, mi sentivo in soggezione, osservata...
Arrivammo davanti alle nostre case, <<ciao allora?>> chiesi, e lei rispose agitando la mano <<a dopo>>.
Mentre passavo per il portico di casa vidi un uomo, era strano...mi vide e sgranò gli occhi mostrandomi un gigno che gli dava un'aria mal'intenzionata...che fosse un nuovo vicino?...

Lo sconosciuto aveva lasciato la porta aperta, mi venne la pelle d'oca e un orribile presentimento mi passò per la spina dorsale nel vedere nonna Niki accasciata a terra, lasciai cadere lo zaino a terra e corsi verso di lei.

<<Niki! NONNA!>> I maldistomaco che non si presentava da un po' apparve di nuovo.
<<n-non preoccuparti tesoro, sono solo caduta e il mio amico mi stava aiutando, ti avrà visto e avrà capito che ci pensavi te a me>> Disse ridendo, si alzò a fatica, pur dandogli una mano tremava a stare in piedi.
Le sorrisi e mi guardai accanto, <<nonna niki, cos'è quella lettera?>> chiesi e lei impallidì alle mie parole.
<<nonna...questa è una lettera dall'ospedale>> lei passò da preoccupazione a nervosismo, <<oh beh, non è nulla di che Ev, sono solo esami del sangue, mettili nel mio cassetto>> disse, ed io obbidii, io sono molto curiosa, intendo moooolto...ma Nonna Niki condivide TUTTO con me...quindi se decide di non dirmi qualcosa...allora quella cosa è grave, il che non mi aiutava a mantenere la curiosità...intendo...nessuno lo verrebbe a sapere se sbirciatina nella busta di notte, no?

Ebbene sì, questo è il piano definitivo, farò finta di nulla e poi di notte quando dorme leggerò qualche riga, solo per sapere cosa dice...
E così fù.

Era notte, intorno alle 3 di mattina e mi svegliai, beh, svegliare per modo di dire perchè per quella cazzo di lettera non ero riuscita a chiudere occhio.
Sgattaiolai a passo leggero giù per le scale, cercando di non far rumore passando per i gradini vecchi e scricchiolanti. Ormai alla fine della scalinata, allungai il braccio e presi la chiave per la serrature del cassetto e con molta delicatezza la girai tra gli ingranaggi...
Era tutto così Calmo, talmente calmo da far paura, così decisi di sbrigarmi.
Era ora, c'è l'avevo tra le mani, e con cautela allargai lo strappo che si era già formato quando era stata aperta la prima volta, la presi e dopo le prime 2 o 3 righe la feci cadere a terra.....

<<È possibile che....è-è davvero possibile che....>>














Ciao, sono l'autrice e volevo scusarmi per l'assenza, ho passato un periodo molto difficile con problemi in familia, ovviamente non entrerò nei dettagli ma prometto che di assenze così lunghe non c'è ne saranno più, scusate ancora.




♤über uns♤ [Tokio hotel-BILL KAULITZ]Where stories live. Discover now