when i come home...cap. 15

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Scesi dal treno, sommersa dalle valigie e carica di emozione di tornare a casa, scorsi tra le persone Nonna Niki, affiancata dalla madre di Ali che le corse incontro riempiendola di baci, io mi buttai sulla mia cara nonna, lasciando i ragazzi ai loro genitori.
Svenire appena toccato il sedile della macchina di Nonna Niki, ero esausta, più di quanto sia mai stata nella mia vita, quando lo stomaco mi si strinse al pensiero di rivedere Denis, o a quello di non avere mai riparlato di ciò che era accaduto quella notte con Bill, dopo averlo rifiutato.
Era stato divertente ed eccitante lo ammetto, ma non me la sentivo proprio di avere una relazione in questo momento, <<tesoro sei tornata giusto in tempo per natale! Ti ho già preso un regalo>> Sorrisi, ancora colma dai miei complessi mentali, <<sai cosa sarebbe bello? Te e i tuoi amici potreste fare uno scambio dei regali, sai magari riuscirai a strappare un bacio sotto al vischio a quel ragazzo alto..>> no grazie nonna, credo di aver già dato.
<<Sì, credo si una buona idea, scrivo quando siamo a casa, ma manca ancora tanto>> Dissi sbadigliando e scivolando la schiena sul posto su cui sedevo.
<<ah, quindi così, non mi racconti niente?>> aveva ragione, dovevo raccontarle tutto in ogni minimo dettaglio, <<allora, quando siamo arrivati ho lavorato, ho conosciuto un ragazzo, non ci siamo più visti, ho lavorato, ho assistito ai concerti, ho lavorato, è arrivata Ali, ora ha un mezzo impiccio con Tom, ho lavorato e...ho lavorato>> Dissi prima di tornare nel mio sonno beato, Nonna Niki borbottò qualcosa ma non la sentii, ero troppo stanca per sentire cosa accadeva intorno a me.

Arrivata a casa mi ricongiunsi col mio letto, il mio amato e tanto mancato letto, andai a fare una doccia e sorrisi nel notare quanto i lividi fossero guariti bene alla fine, in germania già nevicava, mentre in Francia facevano ancora 20° minimo, non ero pronta al gelo invernale, aprii la finestra, i fiocchi di neve si posavano sulle mie ciglia e sui miei capelli mossi.
Scorsi un'ombra, imbacuccata e infreddolita, era sicuramente Ali, e chi se non lei.
Tuttavia essendo dal portico non potevo vedere chi fosse, e in quel momento suonò il campanello, scesi al primo piano ed aprii la porta, per trovare Bill...di nuovo, ugh avevo già visto questo volto fin troppe volte questo mese.
<<ciao>> Disse tremando di freddo, <<ciao>> risposi, mi guardò dall'alto in basso, come se non mi vedesse da decenni, era strano...
<<hai bisogno di qualcosa?>>, <<io...sì, scusa, io e I ragazzi alla vigilia facciamo un falò sul retro di casa nostra, vieni?>> annuii, la situazione era leggermente imbarazzante.
Nonna Niki sbucò dall'angolo, <<hei ragazzi non si viola la regola del vischio>> ma come? Alzai la testa, contemporaneamente a quella di Bill, per notare che c'era un rametto di vischio effettivamente, e ovviamente mia nonna non intendeva andarsene...
Bill mi posò un delicato bacio sulla guancia, se sua labbra erano fredde, ma ancora morbide, proprio come l'ultima volta...
<<ci vediamo, il 24 sera allora, alle 9:00>> Mi disse prima di girare i tacchi e andarsene, chiusi la porta mordendomi il labbro inferiore, mi spiaceva vederci così.

"Non avrei mai pensato di vederci così, io e lui sull'orlo di un dirupo se vogliamo essere drammatici, esporre i miei sentimenti e soffrire oppure sopprimere e soffrire nella speranza che passerà...
Sono nella merda."
Scrissi sul mio diario scaldandomi vicino al focolare, andai a dormire sul tardi, avevo molto da recuperare e tanti test da fare a casa entro la fine delle vacanze invernali.
Qualche giorno dopo, poco prima di Natale, impacchettai i regali che avevo preso in francia, cioè, per Tom la maglia oversize della sua band preferita ufficiale, per Ali una collana, per Gustav delle Bacchette autografate dal suo batterista preferito, che avevo incontrato al tour, uno dei piccoli vantaggi di fare parte del primo staff...e per Bill, ero riuscita a convincere i tecnici a portare via il microfono che gli era stato assegnato, ora lo aveva come microfono personale.

Studiai tutto il giorno tutti i giorni prima delle vacanze, nonostante nonna Niki continuasse a dirmi di uscire e di riposarmi dopo il viaggio. Ma la paura di trovare sulla mia strada quella terrificante macchina rossa era più forte di me, mi arresi alle mie debolezze e chiamai Georg.
<<pronto?>> chiese lui dall'altra parte dello speaker, <<ciao Georg, sono Ev, ti volevo chiedere se perfavore potevi accompagnarmi con la tua macchina da Bill e Tom Dopo Dopodomani>>, <<certo, fatti trovare sotto casa tua alle 8:50>> chiuse la chiamata, come al solito era molto sociale...
Volevo solo stare al sicuro.

I giorni si accorciano durande l'inverno, perciò passo tutto così in fretta
Ed eccomi lì, sotto cosa mia alle 8:50 precise, e di Georg neanche l'ombra..
<<in ritardo come sempre>> Mi guardai intorno per qualche minuto prima di vederlo sfrecciare sulla strada, fino a fermarsi davanti a me.
Entrai è mi misi d'avanti con lui alla guida, <<dovresti andare più piano>> dissi poi sogghignò, <<huh, fidati ho 18 anni e sono fresco di patente, posso controllarmi, che ne sa una quindicenne?>> accese il motore e il silenzio calò per qualche secondo...
<<16>>, <<eh?>> chiese come se non avesse sentito, <<16, ho 16 anni>>, <<Abbiamo perso il tuo compleanno? Perchè non c'è l'hai detto?>> guardavo fuori dal finestrino gli alberi innevati scorrere.
<<fammi un piacere, quando arriviamo non dirlo a nessuno, semplicemente prima avevo 15 anni, e ora 16, niente domande, niente risposte>> sospirò, e continuò a guidare.

Entrammo in casa, è ognuno era già ai suoi posti intorno a un tavolo.
<<bene, natale e una setta>>, <<Stai zitto Georg>> Rise Ali.
<<Allora inizio io>> Disse Gustav, tirò fuori 6 biglietti per il concerto dei Nirvana.
Non era male, ma mi aspettavo già i lamenti di Ali che ascolta tutto tranne i Nirvana, perfetto, anche se era già qualcosa che non avesse detto nulla.
Riassumendo ricevetti anche una cornice da Georg, una collanina da Ali e dei guanti senza dita da Gustav.
<<grazie, ora vado io>> dissi tirando fuori 5 pacchetti, <<Allora, per Ali, Georg, Gustav, Tom e Bill>> Dissi, mi sentivo in quei film spazzatura sul natale magico salvato, ma sinceramente il natale non mi piace neanche tanto.
<<MA CHE CAZ- MA- MA COME HAI FATTO>> disse gustav, risi, <<waw, un microfono, l'unica cosa che un cantante non può avere >> disse Tom sarcasticamente.
<<ignoralo, grazie comunque>> Alzai gli occhi al cielo, <<guarda cosa c'è scritto sotto>> Dissi, poi quando guardò alzò lo sguardo mostrando a Tom la data riportata, con scritto sopra "Tokio Hotel Tour 2005 - 25 Ott; 24 Nov -".
Mi sorrise, <<il mio microfono preferito>> gli ricambiai il sorriso distogliendo lo sguardo.

<<ti è piaciuto il mio regalo Ev? Consideralo un regalo in ritardo per i tuoi 16>> tutti si girarono verso di me, cazzo.
<<devo prendere una boccata d'aria>> mi alzai e andai nel giardino nel retro della casa.
<<Ev, che ti è preso?>> chiese Bill, che mi aveva seguita, <<nulla, è solo che-, non volevo ricordarmi del mio compleanno, non voglio che nessuno si ricordi mai di quella data.>>
Mi guardava preoccupato mentre si avvicinava a me, <<posso chiedere perchè?>> sospirai, <<sai, mentre le bambine per i due anni ricevono dalle loro madri delle bamboline, la mia cara madre per il mio secondo compleanno mi diede via a una agenzia adozioni>> lui era chiaramente imbarazzato ma tutti lo erano al mio compleanno, alla festa della mamma, a quella del papà, o quando alle elementari ti fanno fare i lavoretti per pasqua da dare ai tuoi genitori, e arrivano da te dicendo "Ev, quali sono i nomi dei tuoi genitori?" E tu dici "non li conosco" e cade del silenzio imbarazzante.

<<se ti può aiutare, ti ho preso un regalo>> Mi passò una scatolina bianca, ma io la rispinsi indietro.
<<non lo posso accettare>>, <<perchè no? Infondo io l'ho preso il tuo regalo>> insistette, così lo presi e sfilai il nastro aprendo la scatola.
<<ma è...>>, <<sì, il praccialetto che avevi visto in Francia, prima di tornare sono andato dalla vetrina e l'ho preso>> Mi commosse questo gesto, <<ma- ma sarà costato un sacco>>, <<beh, ci saranno pure dei vantaggi nell'essere delle celebrità>> sogghignò, <<uuuh, quindi ora sei una celebrità, posso disturbarla signor Kaulitz mentre si riposa nella sua villa circondata da diamanti e cavalli pregiati?>> Rise, <<in che universo mi deresti del lei?>>, <<in nessuno>> borbottai, Rise alzando gli occhi al cielo, finchè non si fermò a guardare il soffitto del portico dove c'eravamo fermati, guardai presa dalla curiosità, e vidi un rametto di vischio con un fiocco rosso legato attorno.
Il silenzio calò e un'aria imbarazzante si propagò, <<le tradizioni si mantengono, ma non penso stavolta ci sia una nonna a obbligarci>> Disse, sdrammatizzando penso, ma per qualche ragione, mi sentivo in dovere di farlo.
Mi allungai in punta di piedi e posai velocemente un bacio sulle labbra a Bill, lasciandolo senza parole.

In quel momento, la neve smise di cadere

♤über uns♤ [Tokio hotel-BILL KAULITZ]Where stories live. Discover now