18.

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Nonostante avesse promesso a Ranmaru di andare a scuola, quella mattina, Masaki aveva mentito a Ryuuji e Hiroto.
Aveva detto che sarebbe entrato in seconda ora semmai il suo finto mal di testa fosse sparito. In realtà il suo piano era quello di rimanere a casa, ovviamente.

Non ci teneva ad essere il zimbello della giornata.
Ad essere preso in giro per esser scappato in quel modo, o peggio, a rispondere a domande inerenti ai suoi genitori.

Per fortuna il suo piano funzionò, anche perché i suoi genitori quella mattina uscirono un po' prima per via del lavoro che avevano da fare alla Kira & Company, prima delle vacanze invernali.

Ranmaru gli mandò anche un messaggio, dicendo che doveva lo aspettava a scuola e che non aveva nulla di cui preoccuparsi, che nessuno avrebbe fatto niente.
Non voleva non crederlo, ma gli sembrava impossibile non farlo.

Il suo piano stava "procedendo" bene, era ben al calduccio nel suo letto, e non aveva nessuna intenzione di alzarsi o almeno non ne aveva finché qualcuno non bussò alla porta.

Era andato ad aprire la porta con la convinzione che fossero i suoi genitori, invece si era ritrovato il faccione di Tenma davanti agli occhi.

Kyousuke l'aveva minacciato.
E dovette per forze maggiori, per non morire, arrendersi alle minacce del ragazzo dei capelli blu; faceva molta paura quando voleva.

Mentre Tenma gli disse: "Gouenji ci aspetta!"

In realtà aveva dimenticato di Gouenji, e avrebbe tanto preferito non ricordarlo.
Non voleva andare a scuola, figuriamoci allenarsi con Gouenji Shuuya.

Ma, Kyousuke gli ricordava dalle minacce e così andò comunque a cambiarsi e mettersi l'uniforme della scuola in fretta e furia.

Uscì di casa seguito dai suoi due compagni.

Kyousuke gli fece un vero e proprio interrogatorio, e volle sapere per filo e per segno cosa aveva detto Ranmaru, e se in qualche modo gli avesse dato fastidio.

Kyousuke, comunque, aveva un tempismo proprio perfetto. Era stata tutta una sua cosa per mettere alla prova Ranmaru? 
No, Kyousuke non sarebbe mai stato di fare una cosa del genere.
Non era cattivo, e se anche in un universo alternativo lo fosse, cambierebbe e diventerebbe buono, o farebbe solo finta di essere cattivo, o magari e perché qualcuno gli avesse fatto il lavaggio del cervello.

Per quel giorno Masaki si era proposto di tenersi il più lontano possibile da Shinsuke, e dal club di calcio in generale, magari avrebbe saltato direttamente gli allenamenti.
Però, anche quello fallì. 

Shinsuke li aspettava a braccia aperte fuori la scuola. (Masaki pensò che fosse tutta una trappola.)

Shinsuke gli chiese "scusa" un'infinità di volte, non stava esagerando, e Masaki gli aveva detto che la colpa non era per niente la sua, poi Tenma ci scherzo su' dicendo che se non l'avesse fatto Shinsuke, Masaki non l'avrebbe mai detto.
Non era vero! Però nessuno gli diede ascolto.

Non incontrò nessuno della squadra, come se fossero tutti volatizzati.
Non incontrò nemmeno Ranmaru quella mattina, il che fu davvero strano, forse era arrivato troppo presto, o troppo tardi?

Aveva pensato che, come minimo lo sapesse già tutta la scuola, di trovarsi una mandria di ragazzini fuori casa sua, di essere preso in giro da tutti, invece, niente. 
Niente di tutto ciò accadde.
Per fortuna. 

Sotto un nuovo cieloWhere stories live. Discover now