Capitolo 3 - Hotel Room

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Passai la serata a festeggiare con la mia famiglia ed i miei amici, una volta rientrata nell'hotel mi infilai nel mio pigiama e mi sdraiai sul letto. Ripensai alla mia vittoria, a come mi ero sentita sorpassato il traguardo, non credevo davvero di poterci riuscire, eppure eccomi qui. Un sogno diventare realtà. Abbracciai il cuscino, addormentandomi lentamente. Sognai di correre ancora una volta ad Imola, ripercorrendo la gara svolta quella mattina. Vidi Charles sorpassarmi all'ultima curva e restare davanti a me senza incrementare la velocità. Aprii gli occhi di scatto e mi alzai a sedere, non potevo crederci davvero.
L'aveva fatto apposta: mi aveva lasciato vincere.
Cercai di convincermi del contrario, ma fu impossibile. Mi aveva sorpassata solo per farmi attivare i DRS. Ripensai ancora una volta alla scena, incredula di quanto mi si era appena palesato. Presi il telefono e guardai qualche replica della gara di oggi. Era vero, mi aveva aiutata. Senza di lui non ce l'avrei fatta. Perché mi stava aiutando?
Dovevo capirlo.
Mi avviai scalza verso la sua stanza, era notte fonda ed ero l'unica sveglia in tutto l'hotel. Raggiunsi la sua stanza e bussai imperterrita. Sentii un tonfo, era forse caduto dal letto? In pochi secondi la porta si aprì, davanti ai miei occhi c'era Charles assonnato e con i capelli spettinati. Quando mi vide il suo volto assonnato si indurì. <<Cosa vuoi?>> mi domandò gelido. In quel momento realizzai quanto io fossi stata stupida, non poteva essere vero, non poteva avermi aiutata. Ma dovevo chiederglielo.
<<Perché l'hai fatto?>> chiesi schietta, lui mi guardò confuso.
<<Di cosa stai parlando?>>
<<Ho riguardato decine di volte la gara.>> ammisi determinata a scoprire la verità. <<Mi hai aiutata.>>
<<Ma fammi il favore.>> tentò di chiudere la porta ma lo bloccai.
<<L'hai fatto per farmi azionare i DRS.>>  aggiunsi.
<<Michelle>> sbraitò. Era la prima volta che diceva il mio nome. <<Perché avrei dovuto farlo?>> chiese quasi attaccandomi con il tono. <<Credi davvero che mi sarei impegnato per far vincere una come te?>> sentii il cuore iniziare a bruciarmi in petto dalla rabbia.
<<Una come me?>> ripetei. <<Non mi conosci nemmeno.>> alle mie parole un sorrisetto derisorio gli comparve sul volto.
<<Non è mica difficile capire come sei fatta. Una gallina senza cervello che crede di avere talento perché ha una macchina competitiva, quando in realtà sul tracciato si sta meglio senza di te.>> era questo quello che pensava di me?
<<Lo dici solo perché hai paura che il tuo compagno di squadra ti superi nel campionato.>> attaccai, sperando di ferirlo un minimo di quanto aveva fatto lui con me.
<<Tu non sei la mia compagna di squadra.>> affermò, lasciandomi spiazzata a quelle parole. <<Sei solo un'altra vettura da superare e credimi, non è difficile.>>
<<Vaffanculo.>> dissi ad alta voce. <<Sei solo un bambino viziato.>> non fece in tempo a rispondermi che dall'interno della sua camera ci raggiunse una terza voce assonnata.
<<Charles... con chi sei?>> era una ragazza, sdraiata sul suo letto, come avevo fatto a non accorgermene prima? Era ovvio che non avrebbe passato la notte solo. Sentii lo stomaco contorcersi dal nervoso.
<<Nessuno, solo una cameriera.>> rispose guardandomi negli occhi prima di chiudere la porta davanti a me. Furente me ne andai verso la mia camera, solo una cameriera?! Come si permetteva? Mi infilai sotto le coperte e, dopo aver rimuginato su quanto accaduto, mi addormentai.

Fuori Pista - Charles LeclercDonde viven las historias. Descúbrelo ahora